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Dal campanile della Chiefa dei Baroni di S.Jufi. 6S Dalla Cafa del Conte Torrin Sefeeld 6g XXI VaJ magaxp;jno di Clofgau. 70 Si prova F utilità dei conduttori con dimofira-* re che molte e afe non fono fiate mai dan^ aleggiate dal fulmine perchè hanno dei con-- duttori naturali. j\ Tali fono in Ginevra la Cafa della Città , la Torre di S. Pietro. 72 In Milano la Torre di Cafa Stampa S onci no • 74 Z> Cafe armate di conduttori non hanno mai foferto alcun danno dal fulmine. 75 Bfempj prefi da una Cafa in Londra preferì vata dal fulmine. ib. Dai vafcello del Sig. Banks 7^ Lo prova una cojiante fperien^a . jj Del metallo piìt opportuno per un conduttore . 78 Il rame è il migliore^ ma ferve egualmente bene il ferro inverniciato , fi agnato . ib. Un buon conduttore deve effere continuato fino al terreno umido , meglio adacqua . 80 D^gli inconvenienti della difcontinuità del con-i xxir duttore dimojirati con diverfi efempj . gj Perchè un conduttore fia continuo non bajia che i metalli femplicemente fi tocchino . ib. Mexjo propojlo dal Sig. Barbi^r di Tinan per ottenere una perfetta continuità. 8z Della groffexja cbeconvien dare al conduttore. 8^ £" necejfario di far comunicare ampiamente H conduttore colt acqua ^ o col terren umido. 85 Inconvenienti che derivano dalP imperfetta co^ municaT^jone provati con dà che è accadu^ to ai conduttori di Sigg. Wcft, Maine ^ Torrin ^ d^H^ Madonna della Guardia ^ di Heckingam^ * 8'4k< 7 politici che con tanto ftudio , e fpefle volte pur troppo con tanto fangue aveva fabbricato la vi- gile ragion di Stato? Le fperienze aeroftatiche che hanno a fé chiamata l'attenzione di tutta l'Europa, febbene finora non fieno che fperienze e tentativi di fem* plice sìy ma lodevole curiofità, e non lafcino air uomo che qualche lufmghiera fperanza di poter forfè un giorno fcorrere gli immenfi fpazj deir aria , qualora ci conduceffero a quei rifui- tati che fembrano promettere di quali grandi cangiamenti e rivoluzioni non farebbero elleno cagione? e chi può mai prevederne le confe- guenze , o eftimame gli effetti ? Sarebbero anche in quello cafo la fagace induftria dei Filici nel determinare la gravità fpecifica dei diverfi fluidi aeriformi, ed una felice applicazione dei cono- fciuti effetti del fuoco fopra l'aria , che avreb- bero ingrandito le facoltà dell' uomo accomunan- dolo alla claffe dei volatili. Le fperienze per quanto fembrino a prima villa flerili, ed infignificanti poffono fempre a- vere una vicina o lontana utilità, ed è quindi ben indifcreta la domanda ed ingiufb la preten- sone di chi freddamente efaminando qualche a 4 s nuovo fatto, uè trovando che effo apporti al- cun immediato profitto, fuole con amaro far<» cafmo chiedere a che mai ferve una tale fcoperta? Nella natura nulla vi ha d' ifolato he fem- pre quelle flrade, che fembrano le più dirette, conducono al gran fantuario della verità , la quale ama talvolta di elfere trovata perfino nel labirinto dell'errore. Di fatti chi avrebbe mai ofato di credere, che le tenui fperienzc di Gilberto fui diverfi corpi refi elettrici per lo sfregamento , ed il fan- ciullefco fpettacolo delle pagliuzze attratte dall* ambra ci potefTero condurre a difprezzare le minaccie de* tuoni , e de* lampi , e che in una boccia di vetro coperta di poche foglie di (la- gno fi potefie raccogliere un fulmine per cosi dire in miniatura? eppure quelle fono (late le prime armi con cui abbiamo fottopofto al no- (Irò dominio quella fl^efla forza che fembrava unicamente creata per diflruggerci • Saranno fempre memorabili nella (loria della Filofofia quelle parole con cui il celebre Abate Nollet colpito dalla raffomiglianza tra i feno- meni del fluido elettrico e quelli del fulmine efpreffe il fuo fofpetto , e ne argomentò una per^^ ^ fetta identità. Se alcuno, diceva egli, con un paragone ben feguito de' fenomeni intraprendefle di provare che il fulmine è nelle mani della natura ciò che l'elettricità è fra le noflre, che (quelle meraviglie che (bno a noftra difpofizione fono picciole si, ma pure vere imitazioni di quei grandi effetti che tanto ci fpaventano, e che il tutto dipende dal medefìmo meccanifmo: fé fi arrivaffe a dimoflrare, che una nuvola tem- poralefca ò rifpettivamente ad un oggetto ter- reftre ciò che un corpo elettrizzato è rifpetti- vamente ad un altro non poffo a meno di con* feflare, che quefla idea qualora foffe ben folle- nuta, moltilTimo mi piacerebbe : e per appog- giarla quanto mai grandi e fpeciofe non fono le ragioni che fi prefentano ad un uomo che conofca l'elettricità? L*univerfalità della materia elettrica , la prontezza della fua azione , la fua infiammabilità, l'attività fua nell'accendere gli altri corpi, la proprietà che effa ha di colpire i corpi nelle minime loro parti, le prove che noi abbiamo di tutti quefli effetti nelle fpericn- ze della boccia di Leiden, e V idea che fé ne può formare nell'immaginarie più grandi, tutti quefti punti di analogia che da tanto tempo io ^ ;j IO medito cominciano a farmi credere che non è impoffibile adoperando il fluido elettrico di for- mare il fulmine ed ì lampi, e di fard delle i- dee più giufte e più verofimili di quelle che noi ora abbiamo circa alla natura di quefle me- teore (*). Ma in Fifìca le congetture per quanto plau- fibili fieno ed appoggiate all'analogia, fé dai fatti non fono avvalorate e confermate, poco o nulla fono valutabili . Ai fatti folo la ragione Q arrende ed applaude la Filofofia, e guai fé tal- uno fedotto da qualche luminofa analogia valuti come vero ciò che non è che verosimile : ben tofto noi lo vedremo fra la numerofa fchiera di coloro che dominati da una prepotente poetica fantafia vollero piuttofto indovinare che conful- fultar la natura. Ora febbene plaufibili foffero i fofpetti dell* illuftre Fifico Francefe unicamente all'immortale Sig. Franklin noi dobbiamo l'importante fcoper- ta della perfetta identità fra il fulmine , e l' elet- tricità. Queft'uomo veramente grande condotto dalla luminofa analogia di molti fenomeni elettrici (•) Nollct Le^ons de Phyfiqnc exfcrimintale vel. 4, II con quelli del fulmine fi accinfe a farne un ra- gionato confronto e finalmente ad imitarli • Il fulmine è una flrifcia di fuoco che dalle nubi temporalefche fi slancia fopra i corpi terre- ftri. Tortuofa e ferpentina è la figura di quefta flrifcia, di un bianco fcintillante è il di lei co^ lore , è ordinariamente preceduta da fafci di luce che fi difondono balenando per V atmosfèra , ed è fempre accompagnata da un forte fcoppio e talvolta ancora da un fenfibile penetrante odor fosforeo che fuflifte molto tempo dopo ne' luo- ghi dove il fulmine è caduta (*). • Gli oggetti che il fulmine ordinariamente (^) Gli Antichi hanno conofciuto queflo fenome- no deirodor fosforeo. Seneca ne parla nel lib. L delle fue queAìoni naturali • Praterea quocumque de- cìdìt fulmen ibi odorem fulphurìs certum ejfe. Que- fio odore fosforeo è (lato fenfibiliffimo in cafa mia nella fcorfa eHate quando il fulmine cadde in cafa Settala • Quantunque la mia cafa fia diftante pia di 300 piedi \ pure l'odore fu così penetrante che ] miei fervitori credettero che fofTe caduto il fui- mine nel mio conduttore , e con queda perfuafione corfero ad efaminare fé il fulmine lo avefle dan- neggiato • V '^ 12 percuote fono le montagne (t) le torri più al- te (2) i campanili (3) le chiefe (4) gli alberi delle navi 9 i torrini dei cammini, le piante più devate , in fomma gli oggetti più eminenti : all' «« (i) Ferìuntque fummos fulmina montes. Horat. Carm. Lib. IL Od. X. (2) La torre del Camello di Milano , quella della cafa del Sig. Marchefe Belcredi a Pavia, dell'Uni- verfità di Padova , della Città di Siena ec. fono fiate dal fulmine in quelli ultimi anni danneggiate» Plinio 9el lìb. IL cap. 55. della fua Storia Natu^ tale riferifce che i Romani vennero in determina- zione di far demolire tutte le torri nelle vicinanze di Terracina , perthè quede erano continuamente percofle e danneggiate dal fulmine. In Italia ìnter Terracinam & ades Ferronia y turres tellicis tempo» ribus defìere fieri nulla earum non fulmine diruta., (3) Per teftimonianza del ceL Sig. Ab. Toaldo i camoanili delle Chiefe di S. Marco e di S. Fran- cefco delle vigne in Venezia nel breve periodo di pochi anni hanno fofferto molte rovine • Simili ro- vine hanno pure provato diverfi campanili della no- •Ara Città delle quali tralafcio di riferire la (Iona giacché a tutti è nota baftevol mente . (4) V. Annotazione I. dopo la Differtazione • ^^4.:-^' 13 oppofto le cafe più bàflfe , le umili capanne y le grotte , le caverne , i fotterranei fono rare volte danneggiati dal fulmine (i). Quando qualche animale è colpito a morte dal fulmine rare volte fi offervàno delle rotture nei vafi fanguigni, ed il di lui corpo cade in una rapidiflima putrefazione (i). t (i) Advtrfus tonhrua Cf cotti mtnas fubtiTtanea domus Ù* defojfi in altum fpecus remedia fiint. Se- neca Qudifi. Nat. lib. VL caf. L Anche Plinio ri- ferifce che qaelli che piii temono il fulmine cre- dono di evitarlo col nafconderd ne' fotterranei • Ideo pavidi ahiores fpecus tutijftmos putant . Plin. Ut. II. cap. V. La paura del tuono ha fatto immaginare un appartamento fotterraneo, che ha per foffitto un gran ferbatojo d'acqua • V Imperatore del Giappone vi fi ritira quando fente romoreggiare il cielo ^ per- ciocché i Giapponefi fono perfuafi che qnefto riparo fia impenetrabile al fuoco del cielo. Hifloire Gene^ tale des Voyages . Voyage de Kempfer. (a) Qaefii fenomeni fono (lati avvertiti da diverfi Fifici che hanno efaminato lo (lato de' vati fangui- gni nelle perfone ammazzate dal fulmine, e fegna- tamente nel cadavere del celebre Sig. Richmann il di cai corpo non fi è potuto diligentemente anatG^ Qualche volta altresì accade che gU ani- mali ammazzati dal fulmine reftano nella mede- fima politura in cui fi trovavano nel momento in cui furono colpiti (i)« Coloro poi che fortunatamente fcampano da quefto terribile difaflro perdono i fentimen* ti 9 e provano nell' atto che fono colpiti una Angolare commozione e tremore nelle lor mem- bra (2). Se il colpo che gli ha percoffi è flato mizzare per eflerfi poche ore dopo la morte tal- mente corrotto che appena fi potè riporlo intiero nel feretro • Anche la povera ragazza che fa col- pita a morte dal fulmine caduto in Milano la fera del giorno 31 Agoflo dell' anno fcorfo nella cafa vicina al ponte di Santa Terefa poche ore dopo il fatai colpo cominciava a patrefarfi fpandendo nn pe- netrante odor cadaverico • (i) V. Annotazione IL dopo la Diflertazione • (2) Chiunque conofce la fcoffa elettrica facilmente la paragona alla commozione che prova qaando è colpito dal fulmine. Il ceK Sig. Du-Hamel ( lnUm. de Vjicad. 1748 ) fenza conofcere le fperienze del Sig. Frtf»^/m fuir identità del fluido elettrico e della materia fulminea giacché quefie fono fiate fatte fol- tanto nel 1749 , parlando d^gli effetti di un fui- molto fenfibiie ^ dopò accufano una notabile pro-^ frazione ed abbattimento di forze , ed '4m fen* fibile dolore nelle articolazioni , e fpeciahnente in quelle delle gambe prodotto dal rHa(ciamen« to e dalla ftanchezza del Mema muicolare • Tal- volta ancora, e pur troppo non fono rari gli efemp;, il fulmine cagiona una cecità irrime- diabile, e la ftanchezza mufcolare degenera in un' oflinata paratifi (i). Se il fulmine cade fopra qualche albera molto elevato, giacché le piante più alte fono frequentemente percolTe dal fulmine, danneggia ed abbruftolifce le foglie che fono nella parte più elevata , e fempre di fiacca una notabile por- zione della corteccia (z). mine cadato nella Chiefa Collegiata di Pithieors , il qaale colpi la perfona che flava faonando le cam- pane in modo , che fa trovata dopo immobile , e ri- tornata in fentimento lamentoffi di un tremore in- comodo in tutte le membra , con efitò di afferire che qneir infelice aveva ricevuto la fcofla elettrica, (i) V. L'Annotaz, IIL dopo la Diflertàzione • (2) £^ foperflao che io adduca efemp; famigliari di quelle fcorteccintore degli alberi poiché non vi V-. I t io T U fulmine entrando nelle hoilre cafe Tuordi- fperdere ed annerire le indorature dei ^adri e delle cSornici ( i ) , fuol fondere i fili di ferro dei campanelli lafciando fopra il muro lungo il quale effi fi aggnravano delle lunghifTime macchie nere affumicate (z). Se mai qualche pezzo di ferro è ftato colpito dal fulmine y dopo ritrovafi for- temente calamitato (3) , ed è fempre coflante il ha qaafi campagna in cai non vi Geno, ti V.Bec^ caria più particolarmente ha ofTervato che le foglie nelle parti fuperìori delle piante fulminate cangiano ordinariamente di colore ed ingiallifcono. (i) Nella cafa del Sig. Conte Bofozzi ai Fate* bene-Fratelli gran parte delle indorature del fao appartamento è flato guadato ed annerito dal fai- mine che fcorfe nella palTata eftate quella vaflà fabbrica. * : • (2) Diverfi fili di ferro di un campanello nella cafa del Sig. -D. Giulio Dugnani fono (lati perfet- tamente fttfi e diffipati dal fulmine che cadde nella fcorfa edate. Anche in quefta occafìone furono fen-* fibiliffìme le macchie nere giallaftre che lafcib il filo didrutto fopra il muro . (3) Qpì pore io giudico del tutto fuperflao il ri- ferire i diveril fatti che fono itati defcritti dai Fi- \ ' ■ 'N»C *f 17 fenomeno che ne^ luogki nei quali il metallo è interrotto e dtfcontinuo ivi fono più notabili le rovine, lo fquarcio de' muri, T infiammazióne delle materie combuftibili^ in fomma i danni del fulmine (i). Sono pure un effetto ordinario del fulmine alcune ami>ie macchie che fi oflfèr* vano fopra le fuperficie metalliche percoffe' dal fulmine, e talvolta ancora fi oflervano in eflfe degli ampi fori di una figura del tutto fingoteré e degna dell' attenzione dei Fifici (i). - Singolari fono parimenti le macchie che lafciano i metalli fopra i vetri , o le materie » [ . Ili I II «' i ^ I j I I I I t ' ■ I fìcì intomo al magnet/fmp che il fulmine indace nelle materie marziali ; poiché fi poflbnp vedere nelle opere del P. Beccaria. ' (i) Di quéfli effetti fi parlerà piti diffufaaiente e piii a propofito nel coìrro di quefta memoria. (2) Merita di eflere letta la bella deCcrizione da- taci dal ch.'^Prof. Barhttì di ana banderuola fulmi- kiata in cai furono ritrovati dei fóri eoi labbri ro- ▼efciati in diverfe direzioni. Simili fori ha pure of- fervato V illnfire mio collega Ab. D. Paolo Frifi nelle gioffe palle di bronzo che fono fopra la riq« ghiera della torre di caft' Srampa Sonciao • b i8 vicrìfcibili quando fono colpit] d»! fulmints , poi* che cflfe dimoftranò che non folo il metallo è ftgco fufo) ma che è ìntimamente compenetrato e vctriBcato colla foAanza del vetro (i). Oflervafi eziandio che in alcuni luoghi re* plicatamente colpiti dal fulmine le rotture e le rovine là fi fono manifeftate dove la priraii volta furono riparate (2) : ed anche più yoke è acca- duto che jikune pietra fono (late rifparmiate dal fulmine , oppure leggermente danneggiate nel mentre che altre fono ftate dal mcdefimo mal- (i) Ho avuto piii volte occtfione di offervare queAe macchie metalliche in ^iverfi c^QQoni di ve- tro, pe' quali paffava il filo di ferro di un campa- nello ) la cai interna fbperficie nei luoghi dove il filo metallico la toccava era fegoata da uà* ampia indelebile macchia metallica. (2) Senza ricorrere ^^d.efempj ftranieri ne abbia- mo avuto fra noi delle prove del tutto eloquenti tanto nella guglia della poltra Cattedrale che nella cafa del Sig. Conte Bigli| poiché nelle diverfe volte che quefis fabbriche fono (i^tQ dolpjte dal fulmine le rotture fono quali fempre (late ne' luoghi dove erano (late prima riparate. ^9 trattate (*). Finalmente più volte ibao ftateve** dute reftremltà delle afte e delle banderuole, te croci dei campanili, e fimili altri corpi molto elevati, divenir luminofi e fiamm^giare ih (x> cafion di temporale, e talvolta ancora quelle <— i— ■^^■^^— ^— ■■^»— — — ^■— " ' ■ ■ ■■— — — ^■^i»— — ^' (*) Anche di queflo fenomeno la gaglit del no«- /faro Duomo ne fornKce nn InminoTo efempio , por» che il falm ine nel percuoterla ha Tempre rifpàrmhtoi di fpezzare un groflb maifo di pietra, mentre ha rotto coftantcmente tanto il. maflb (uperiore chq l' inferiore che fono della medefima qualiti^ di mar<^ mo. Cnriofo di efaminajee le particolari circodanze di quelli maffi di pietra calcare ho veduto che il maflò intermedio ai due collantemente rovinati dal fulmine aveva una lunga vena che penetrava tutta la grolTezza della pietra che conteneva delle parti- celle metalliche per le quali il fluido elettrico pò* teva paflare fenza far danno alla pietra « Il noflro granito che contiene molte parti mecallicbe non farà mai notabilmente danneggiato dal fulmine , ed il celebre Sig. Ab. Benkolcn fa oOervare nella fua memoria full' utilità dei conduttori, che febbene U fulmine fi fcagli ibpim i monti bafalrìni dell'Alvei nia , pure mai non vi lifcia veflìg^o del foo paflaggip per elfere quede pietre piene di parti metalliche • b 2 IO fiammelle furono accompagnate da forti fcopp; fimili a quelli de' fuochi d'artificio (*). Ora tutti quefti principali fenomeni del fulmine fono perfettamente fimili a quelli che produce T elet- tricità artificiale y ed il fommo Fifico Sig. Fran- klin è giunto felicemente ad imitarli. * {*) Il Sig. Jlfei9tfj0!fr Ufficiale della compagnia delle lodìe raccontb al celebre Ab. Nollet che ritoraaodo éilla China nel 1764 fu forprefo da on' orribile tempefta accompagnata di taoni e dì falmiot , e che egK vide per un baon quarto d*ora faireftremità dell* albero maedro una lingoa di fuoco là quale di tempo in tempo fcoppiettava come un facce di artificio . Memoires de FAcali. Royale des àciences ao. 1764 pagf 408. Exijlunt ftelU in mari ferri fqnt indi noRurnis miUtumvigiHis ình^rere pilis fra vallo fulgorem effigie éa & antennis navìgantium aliifque ìtavium partibus eeu vocali quodam fono in/ìftum ut i}olucres fedem ex fede mutantes gemina autem fatu» tares Ù* profperi curfus pronuncia quarum adventu fugari duram illam & minacem appellatamque Kél§-^ nam ferunt Ct oh id Polluci & Caflori id numen mffignant eofque in m4ri Deos invocant nomìnum quù^ -qtìè capiti vefpertinis horis magno prxfagio ciremm^ fulgantf fed hac incerta ratione & in natura najo^ fiata abdita. Piiii. Hift. Nat. libj. 2, " ^-kry^ 21 E primierdtnente cfiiunque fi è éfercitato nelle fperienze elettriche, maffime adoperando delle macchine di una certa forza ed attività, fa che cavando dal conduttore delle fcintille f quelle fono di una figura ondeggiante ferpentina in fonima perfettamente Amili al fulmine. Sem^ bra molto ftrano che quella railbmigh'anza nott /ia faltata agli occhi de' Filici prima dell' Abato NoUet e del Dott. Franklin , e che non abbiano rifguardata la fcintilla elettrica come un fulmi* ne in miniatura. Anche le vampe ^i fuoco che fgorgano da una punta anneffa ad un vaflo conduttore elet* frizzato fono molto fimili a quelle vampe di fuoco y che tratto trano cleono dalle nubi tem« poralefche che fpargendofi per nino T orizzonte fi slanciano verfo la terra. Più còfpicua ancora e più fenfibilc riefce quefh raflbmiglianza delf elettricità coi lampi fé una punta metallica ap* partenente ad un conduttore elettrizzato fcarichi il fluido elettrico in un vafe cilindrico di vetro in cui r aria fia notabilmente rare&tta , e che abbia il fondo di metallo oppofto alla punta ^ |x>ichè ad ogni fcintilla che fi cava dal fondo a quello tubo una vivace vampa di fuoco ior b3 y 12 vadc a luminofi fgorghi e riempie tutta la ca- pacità del tubo. Il fulmine è Tempre accompagnato da un forte fcoppio: anche le fcintiUe elettriche fchiop- pettano e fcroTciano quando (i cavano da un con- duttore elettrizzato, ed il fragore di una fca* fica di \xr& vada batteria fi accolla e fi raflb* migh'a aflaiffimo allo fcoppio acuto e ftridente del fulmine : Si parva licei componete magnis • Virg. Più efpreflTiva analogia fra il fulmine e l'e- lettricità artificiale fi è il fenfibile odore fosfo- reo , che fpande il fluido elenrico principale mente quando efce da un conduttore pimtato , oppure allorché condenfato in maggior oopi;i lacera e fonde alcuni corpi. Chiunque bramaflfe aflicurarfi di quefta raf- (bmiglianza non ha che ad accoflare il nafq ad una punta metallica annefla ad un conduttori e- iéttrizzato, che fentirà tolto da quella ufcire un decifo odore fosforeo penetrantiffimo del tutto fimile a quello che fpandefi ne' luoghi colpiti dal fulmine. Un tal odore è fenfibiliffimo a chimi» que entra in una danza, in cui fieno fiate fatte moke fpcrienze di elettricità, poiché fimile all' r*. ■^'- •: : ^ -r-~'-^?fS odore falmìneo quello fuififte molto tempo dopo che r elettricità fi è diffipata. Non meno manifefta è T analogia del (iil* mine colF elettricità artificiale nel!' indole che ha di colpire i luoghi più ^elevati e puntuti prefe*? ribilmente a quelli che non hanno quelle qua« lità. Poiché il Sig. Franklin col prcTentare ad un conduttore elenrizzato de' corpi di diverfii natura dimofirò che il fluido elettrico fimilc Alla materia fiilminea preferifce di colpire i corpi metallici) e che febbene un badone per efempio ài legno fia più vicino ad un conduttore elet- trizzato di un altro corpo metallico , immanca- bilmente la fcintilla elettrica fi slancerà fopra ^ueft* ultimo ancorché fia più diilante • Con que- lle e fimili fperienze il Sig. Franklin refe ra- gione di alcune apparenti irregolarità e ftra va- canze del fiilmine e con (empiici fG me e &cili efperìenze dimoftrò eziandio che il fiilmine pre^ dilige e colpifce firequememente i luoghi che fieno molto elevati ed acuttiinati , perché la ma- teria elettrica incontra in effi una refiflenza no- tabilmente minore che pei corpi poco elevati ed ottufi. Sempliciffime fonò le fperienze colle quali fi prova una tale verità. Sì prefenti ad b 4 \ r>*.«-.-.'^ *4 nn corpo elettrizzato anche ad una notàbile di« danza un corpo metallico puntuto 9 che tofto o ceflferanno o notabilmente faranno diminuiti i fegni elenrici nel corpo elettrizzato. Si ripeta la medefima fperlenza, folo che invece di un a>r- pò puntuto fi prefenti un corpo ottufo al con*- duttore, che tofto fi vedrà che molto minore quantità di fluido elettrico afTorbirà il corpo ottufo , e che i fegni nel corpo elettrizzato non faranno notabilmente diminuiti. Le chiefe, i campanili , le torri, i cam» mini fono più degli altri corpi frequentemente percofll dal fulmine non folo per eflere molto elevati, ma anche perchè contengono una* nota* bile quantità di macerie metalliche , ed ordinaria- mente le loro fommità fono formontate da croci o banderuole di ferro, ed i fondamenti. di que« (le fàbbriche eftendo molto profondi comunicano più delle altre fabbriche colle forgenti d* acqua e colla terra coftantemente umida : né per altra ragione il fulmine rifparmia le cafe de* poveri y e ìfi umili capanne fé non perchè effe poco fono elevate, e la mancanza de' metalli le rende meoo fulminabili • Per lo contrario gli àlberi ifolati che torreggiano maeftofi in mezzo di qualche ^«•- vada cempagna offrono ai paifeggei:! un afilo molto perfcolofo in occafione di temporale, e le^ navi in mezzo de' mari Jbno frequentemente danneggiate da^ fulmine perchè per la loro ele« vazione il fulmine trova una flrada piiì comoda e meno refiftente onde difperderfi nell'acqua, e nella terra. Vi/ibtlmente fi manifefta talvolta il fluido elettrico iulle antenne delle navi , full' eftremità delle banderuole ec. fotto f ijcarato , che piti di ana volta fi fono vedute ofcire di quefte fiammelle dalla punta dei condattpri del 4 sofiro archivio in occafione di temporale • A Man-r lieim , a Padova , a Londra* ed altrove un fimile fenomeno è (tato pii^ volte oflervato. Io però per quante volte abbia avuto la cnrioficà di oflervare di notte , ed tn occafione di temporale le diverfe afte metalliche che fono fopra i campanili in vicinanza della mia «afa non le ho ìbai vedute i ifpliendere ^ \ lo Gli animali colpiti a morte dall' elettricità Artificiale egualmente che quelli ammazzati dal fiilmioe Torto teneriffimi a mangiare , e cadono in una rapidi flSma putrefazione. Se il colpo elet- trico non h ftato baftevole a togliere loro inte- ramente la vita , a ftento e con molta difficolti fi pofTono reggere dopo Tulle gambe , provano de'molefti dolori nelle articolazioni fpedalmente nelle gambe, ottufe e flupide fono per «{ualche tei^po le loro facoltà intellettuali , ed il più delle vohe accade che neir atto che la rcintilla elet- trica li percuote , qualora però quefta fit di una certa forza e l'animale non (ia moko groflb e robufto^ fpontaneamente perdono le feci e l'o- rina • Se il colpo è molto forte , e fé k fcarica è paflata per parti molto vitali, come è il cer- vello , lo fpinal midollo ec. , 1' ammaìe cade tramortito privo di fetitimento , in fomma in quello (hto che cosi bene ha defcritto 1* irapa- ireggiabik Montaigne ejfaìs lìb. z. cap. 6. CJhiuttque legge le prime relazioni degli effetti della commozione elettrica lafciateci da ■ ^ ■ili a ri ■> in i i iih~t ~ -^^ — ~--\- ^ f- 1 n^ , — im — ed «M fola volta ho avuto il piacere di vedere qaeflr £ainmftUf;.faUa panu del mio conduttore « •<• * ^7 Muskemhoekj Cuneuf j WinkJer ^ pare quafi- che in quelle (I parli degli effetti del fulmine^ piuttofto che di quelli dell' eletmciti artificiale; poiché quefte afficurano che la commozione elettrica cagionò delle febbri ardenti , delle emch ragie , delle forti micranie ec Ma febbene in quefti effetti vi abbia avuto gran parte la for-* prefà e Io fpavento ^ ciò non oftante in effi fi rìconofco nocbiaramente i medefimi fintomi che il fulmine cagiona alle perfone ch^ colpifce fen** za ammazzarle. Il celebre P. Beccaria ha refo ragione di tutti quelli effetti e ne ha dato una plaufibil'e fpiegazione. Offervando egli che la forza mu- fcolare negli animali è particolarmente affetta dair elettricità , fi fece ad efatainare fperimen- talmeme gli efletti che il fluido elettrico pro<* duce fili mufcoli degli animali « Avendo egli fatto fpogliare la coTcia di un gallo degli integumenti comuni ièdza però lace- rare alcuna delle fibbre camofe traduffe vàrie fucceffive fcoffe di una boccia di Leydeiì attira* verfo i mufcoli fcoperti ed ofiervò: Primo che nelP atto che il fluido elettrico actraverfa il mufcolo , quefto tempre fortemtme fi contrae. ■ ■ zS Secondo , che quefta contrazione è Tempre ac*^ compagnata da un fubitaneo gonfìamento del mufcolo • Terzo , che ne* luoghi dove Ja iiiem« brana fi infìnua a difginngere un mufcolo dall* altro eflà retta fenfìbilmente deprelTa. Quarto , che cefTato finalmente il gonfiamento e la ten-^ fione della membrana effa diviene ali* infrante rugofa mandando fuori un copiofo fumo. Appoggiato a quelli dati fperimentali il F. Beccaria fpiega diverfi effetti del fluido elettri* co fui corpo animale; cioè noi fentiamo parti« colarmcnte neUe articolazioni • la commozione elettrica poiché dovendo la materia elettrica che la cagiona paffarda un mufcolo ad un akroat* craverfo gli integumenti che forma la membra* lìa adipofa, quefli oppongono al fluido una re- fiilenza che non gli opponeva il mufcolo che è più perfetto conduttore dell' eletricità ; perdo il fluido elettrico ivi è obbligato a condenfarfi • Crede inoltre il fopra lodato Fifico che la fubitanea aridezza ed il copiofo fumo che efala dai mufcolo nell' atto che è percofTo dalla (cin«- tilla elettrica chiaramente prpvi , che i iniifcoli fono itiaffiaci da un liquore, fòmmamente eva« ^orahile^ e che un tal liquor mufcolare quando I ^ «^ 29 d attraverfato da un coplofò torrente di fluido elettrico, come quello di un fulmine) o di una vaila batteria , fubifce una violenta e ftraordi* naria efpanfione) per cui le parti formanti U corpo del mufcolo vengono ad eflere fortemen^ te diftrane 9 e il mufcolo non è più atto alJc funzioni animali , o almeno la di lui forza ed energia notabilmente è diminuita • Dietro a quefle luminofe tracce y e tenea* do conto di tutto ciò che era ftato oflèrvato ^ il meritamente celebre Sig. Ab. Pantana nelle fue ricerche fuUa Fifica animale ha più diret- tamente dimoftrato che il fulmine e la materia elettrica ammazzano gli animali togliendo V irti* tabilìtà ai mufcoli, e che per quefta cagione gli animali uccifi dal fulmine o dall' elearicità fono teneri a mangiarli e rapidamente fi putre- fanno appunto perchè ¥ elettricità quando è. di una certa forza toglie al mufcola T irritabilità ^ e la toglie alterando V ordine , V armonia , i contatti delle molecole primitive , per cui ogni cofa fi fcompone nel mufcolo e tutto tqnde al disfacimento della macchina (*)• O Ftmtana ricerche fuUa Fifica animale pag« 183. e fcg^ 30 PerfuiTo che il votamento delle arterie nei cadaveri degli aaimali procede dall' irritabilità fuperfttce nel cuore e nelle arterie ho voluto èfaminore lo ftato de* vafi fanguigni ne' corpi degU animali ammazzati dall' elettricità ; ed ho con mia foddisfazione veduto che le arterie fonò lèmpre piene di fangue anche molte ore dopo feguita la morte dell* animale , perchè la caufa efpellente il (àngue j la fuperftite irritabilità , è totalmente diftrutta dal fluido elettrico , onde r toimale muore in tutte le fue parti , fenza che vi (ia alcuna rottura ne' vad principali • Vegganfi intomo a ciò le eccellenti ofTervazioni fui fangue del Sig. Prof. Mofcati (*). Nei vegetali poi y nelle piante il fluido elet* tricO) e ciò che è lo fteflb la materia fulminea paifa pei fughi e per gli umori acquei ^ di cui fono irrorati ) e (ìccome quelli oppongono una certa refiftenza al fuo paflaggio ^ perciò li ra* refa e gli eflende in un maggior volume, e gli (*) OfTervazioni ed efperieoze fui fangue fluido e rapprefo fopra l'azione delle arterie , e fui liquori ^e bollono rifcaldati nella macchina Pneumatica del Sig. D. Pieno Mofcati, Milano 1783 • A^ 3» ugufti vafi che li contengono fofTrono quindi delle violente dilata:(ioni ed alcune voke anco* ra fono fpezzati {*)^ La fufione e Ut difperfione de* fili metallici ^hfi è uno de' più ordinar] e&tti del fulmine ^ e le ampie macchie nere sfumate che queflt lafciano fopra i muri, lungo t quali effi aggira^ vanfi y fono pienamente imitate dall' elettricità artificiale. Poiché (caricando una o più boccie di Leyden attravetfo un qualunque filo metal- lico di una certa fottiglicKza , non folo efìfo fi fonde e viene difperfo in luminofi globetti la- fciaodo fopra la cana bianca , fu cui giaceva , una macchia {;iaUognola neraftra sfiimata del tutto iimile. a quelle che lafciano fopra i muri i fili metallici quando fono fufi e difperfi dal filimi- ne; ma fé il filo metallico è in contatto di un vetro o di un corpo vetrifcibile lafcia fopra di elfi delle macchie metalliche indichili. Si difle già che fra i molti Angolari feno^ meni del iulmine degniffimo d' oflervazione è ^Uo che prefentano i corpi metallici di una certa grttffeua quando fono colpiti dal fulmine j C) V. Aonotaz, IV. dopo la Difleruiioae. 3* cioè ^he le' fole loro eftremità fono fufe mentre tutto il i-iiiianente del corpo metallicp fulminato refta inalterato • Molti efempj Juminofi di ciò noi gli abbiamo avuti nel fulmine caduto nella cafa del fu Sig. Giacomo Venini, poiché quei rami di fulmine, che paifarono pei piombi del* le invetriate di quella ca(à, alle fole edremità, per le quali era entrato od ufcito il torrente fui* jnineo, il piombo fu liquefatto; e nella deferi* zione che ho pubblicato degli effetti del fulmi* ne caduto fopra il campanile e monadero di S. Vincenzo al caftello ho fatto oflervarc che un groflb tubo di rame che tradulfe gran parte del fulmine alla fola eftremità era liquefatto , mentre non mi riufcl di fcorgere la menoma traccialo veftigio-del paffaggio del fulmine nel rimanente del tubo (*). La cagione di quefto fenomeno (ingoiare è chiariflìma , riportandola all' elettricità ; poiché canto alla fuperiore quanto alla inferiore eftre- mità di un qualunque corpo metallico continua- to , r elettricità oi&a la materia fulminea non può in' elfo entrare fenza che all'ingreflTo ed all'ufaU O Opafcoli Scelti di Milano. Tom. III. p. ^28^ '.».■ *H \ 3? ti non ifcoppi una vivaciflima fragorofa fcintil- la , la quale , quando è di una certa forza ed energia , deve fempre produrre una fufione • Quando fi elettrizza un lungo filo metallico in diverfi luoghi interrotto ^ noi veggiamo che dove cvvi un* interruzione fiilta una vivace (cintilla la quale allorché fia molto fidrte fi>nde imman- cabilmente il filo metallico ne* luoghi dove efla , -è fcoppiata ; e fé fra le interruzioni del filo me- tallico fieno frappofti de* corpi che oppongano una cena refiftenza al paflàggio del fluido elet- trico come ibno i mattoni , le calci , i vetri , i kgni afciutti ec. allora la fcintilla fulminea li lacera gli fpezza o gli abbrucia, ed anche nelle Boftre picciole fperienze frapponendo al filo me- tallico ne* luoghi y dove quefto è interrotto , de* fogli di carta 9 delle lamine fottili di talco, o di vetro, delle laftre d* avorio, o altri corpi di iimil natura la fcintilla elettrica o gli fpezza, o li trafora. Una funeftiflima prova noi abbiamo avuto di quello effetto nella fcorfa eftate nel fulmine caduto nella cafii vicina al ponte di S. Terefa, e che coftò la vita ad una povera ragazza , la quale appunto perchè trovavafi avere sfonunai- 34 ; tamente il capo poco diftante dall* eftremità di una chiave di ferro per cui il fulmine difcefe^ fii colpita da una fragoroTa fcintilk fulmìnea , che rompendo il muro ùkb dall' eftremicà della chiave di ferro ^ e paflando per la tefta e pel corpo di quell'infelice y fi slanciò fopra un' altra chiave che era xncaiEita nel muro. In quefto fulmine fu parimenti molto fen- fibile ciò di che or ora parlava , cioè che alle fole eftremiti de' corpi metallici, dove e(& fono difgiunti, vi fono iempre le rovine cagionate dal fulmine. Poiché il fulmine che fu fatale a quella infelice difcefe per un tarrino di un cam- mino che fovrafta la cafa, ed avendo trovato lungo la canna del mcdefimo diverfe chiavi di ferro incaflate nel muro ad oggetto di foftener« lo 9 e pofte le une dalle altre ad una dift^anza di circa un piede parigino , il fulmine danneg» giò il muro ne' luoghi appunto dove termina- vano le eftremità d^lle chiavi , e le perfone che abitavano quella cafa videro ne' luoghi do- ve fiirono più fenfibili le rovine fcoppiare dei groffi globi di fuoco. Non vi è alcun edifi- |ùo danneggiato dal fulmine che non confermi Spftantemenfe quelle oflèrvazioni , ma di ciò 31 fi parlerà più opportunamente m altro luogo « I Fifici affine di rapprefentare quefti feno* meni , ed imitarli fogliono chiudere fìra due la* Are di vetro delle lamine fottiliflime di piombo diftanti r una dall' altra una o due linee : indi fcaricano actraverfo di effi una grofla boccia di Ley den , la di cui carica non fia capace a fbn« dere un' ^ual lamina di piombo quando efla (ia continua 9 ed oflervano che dove efla è difcoa« tinua ed interrotta,^ dove confeguentemente icoppia la fcintilla elenrica le eflremità delie la« mine di piombo fono fufei mentre il rimanente rimane intatto^ Che poi la materia fulminea fimile alla elet« trìca preferifca i corpi metallici o gli umidi a tutti gli altri 9 non vi è alcuno che pofla du* bitame. Poiché a tuni è noto che cadendo il fulmine in una ftanza, dove fieno molte dora*;* ture fili metallici , <|uefti fono fempre dal fuU mine danneggiati , ed è pur troppo frequente la difgrazia delle perfone che fono ammazzate dal fulmine nell' atto che ftanno fonando le cam- pane • Nelle lenere del celebre Sig. De Sauffute che fono alla fine di quefta memoria vi fono llue oifervazioni circa alla predilezione che ha e 2 t6 il fulmine per i corpi che fono m contatto ^ e che comunicano coli' acqua ancorché quefti (le* no circondati da corpi molto elevati, ma non comunicanti coli' acqua • In Cafa Venini ho più che altrove ofler- vato quefta j dirò cosi , limpatia del fulmine colle materie metalliche. Fra due antiponi che hanno le cornici dorate evvi incaflàta nel ma* ro una lunga sbarra di ferro orizzontale che occupa tutto rintervaUo che evvi fra Tuno e r altro antiporto. II fulmine che percofle quella cafa diramoffi per le indorature delle comici e produffe T ordinario conofciuto effetto di anne^ rìrle : ma quello guado nelle indorature fu fol- canto fenfibile in tutta la lunghezza delle cor<^ nici al di fopra della sbarra di ferro reftando il rimanente delle medefime al di fotto della sbarra fenza la menoma alterazione o veftigio del ful^* mine. Di più ne' luoghi dove le cornici doi^ rate confinano colla chiave orizzontale trovai neir intonaco del muro due piccioli fori fbr^ mati dalla materia fulminea che dopo efler paf^ (àta per la doratura delle comici fi slanciò fo- pra la sbarra orizzontale, e traforò l'intonaco òx calce che era fppra la medefima. KToi veggiamo Comprovata in mille incoia tri quefta predilezione del fulmine per i cor^ metallici, e per quelli che fono molto inumi- diti: poiché frequentemente noi abbiamo occa- fione di ofiervare che il fulmine , invece di fce* gliere la ftrada che per ogni altro fluido f^ rebbe la più breve , dalla fommità cioè della cafa fino al terren umido , fa de' lunghi circuiti e delle notabili deviazioni per andar in traccia de' corpi metallici o de' corpi copiofamente ba- gnati* Per efempio il fulmine di S. Vincenzo al caftello che fu veduto colpire la fommità del campanile ) in cui lafciò fenlibili tracce del fuo poflaggio fé avefle dovuto feguire la ftrada più breve 9 e fé ogni corpo refifteffe egualmente al fuo paflaggio, avrebbe dovuto fcendere giù lun- go la torre del campanile e difperderfi nel ter* reno umido : eppure il fulmine non feguii il cam- panile fé non ne' luoghi dove eranvi delle ma- «erìe metalliche; ma dove quefte finivano, dx- ramoffi nel fottopofto chioftro , e pafsò pei diverfi metalli non oftante i lunghi circuiti che dovette fare per inveftirli. Ciò che io ho of- (ervato, e che era si manifefto nelle rovine di S.'Vincenzo al caftello ognuno lo può facilmente e 3 !?8 . oflervare iti tutte le rovine cagionate dal ful- mine ; poiché in tutti quefti incontri chiaramen-* te fi manifeita T indole della materia fulminea nel ricercare i corpi metallici. Gli antichi avrebbero chiamata quefta pre« elezione una fimpsltia che il fulmine ha con quefti corpi. A noi dopo la luce di tante fpe« rienze fatte fopra quella materia non è più per- meffo di abufàre di quefti termini ^ poiché i fe- nomeni del fluido elettrico che V arte ci pro-> cura ci hanno chiaramente fatto vedere che i corpi metallici fra tutti i corpi qtielli fono pei quali il fluido elettrico più facilmente e più chiaramente fi propaga , e che confeguentemente oppongono al di lui paflaggio la menoma poffi- bile refiftenza; che febbene quefti corpi fieno di mna notabile lunghezza , pure il fluido elettrico liberamente li percorre ; e che gli cofta aflài più il paiTare attraverfo un fottile ftrato di ve^ro^ •di cet*ra cona, di legno che lo fcorrcre un filo metallico lungo più migliaja di braccia. Per quefta fingolare proprietà che hanno i corpi metallici di fervire di facile veicolo, e di condurre il fluido elettrico il celebre Sig. De^ fagulUfs chiama i metalli conduttori del fluida }9 elettrico , e più o meno pecfetti conduttori dello fteflb fluido tutti gli altri corpi che più o tnenp il accodano e partecipano delle qualità dei corpi metallici in quanto cioè che effi conducono più o meno facilmente il fluido elettrico: ali'oppo- ilo que' corpi pei quali il fluido elettrico non pafTa, e che confeguentemente non lo poflbno condurre, fono flati chiamati dal medefimo Ff- fico corpi non conduttùfi i^ e di quefto geoere fono le refinc 9 \i vetro , le fete , 1 legni toflati ec. perchè quelli corpi oppongono una gr^indiflima refiftenza al paflaggio del fluido elettrico. Ciò pofto è dunque manifella 1^ indole e la l'aflbmiglianza fra la materia fulminea ed il flui- do elettrico 9 poiché efla ^ile ali* elettricità croivando ne' corpi conduttori , come i metaHi una minore refiftenza e difficoltà che ne' corpi non conduttori come i mattoni , i legni , il vetro ec. deve preferire di paflare per quelli ; e però non deve più farci meraviglia fé il fùlmine fa dei lunghi giri e rigiri per andare in traccia de^ me- defimi. Noi ritorneremo più abbaflb fu quefla materia quando procureremo di dimoftrare Tuti* lità dei conduttori elettrici , che il Sig* Franklin ila propofto per difenderci dal fulmine. Frat* e 4 40 tanto profeguiremo a far vedere che gli altri fe- nomeni più ordinar) del fulmine fono perfetta^ mente fimili a quelli dell'elettricità artificiale^ e che con eifa fi poflbno perfettamente imitare » E^ notiffimo che le dorature de' quadri fili- , minati fono fempre annerite, e che le tapezze*- rie e te muraglie in vicinanza delle medefime ibno frequentemente coperte di macchie di un color nero pavonazzo. Simili macchie diftintif- fime ebbi io occafione di vedere nella cafa del Sig. D. Giulio Dugnani; poiché le comici do- rate fulminate, eflendo contigue alle tapezzeric di feta bianca periata, ed a legni coloriti di tinte chiariffime, fi oflervavano diftintiffimamen- te fopra le medefime delle macchie di un color nerognolo decifivamente piegante al pavonazzo. Quefte macchie erano in alcuni luoghi di un color porporino cupo, ed ho veduto in qualche parte che effe avevano un colore di porpora molto vivace. Faciliffima è T imitazione di tutti quefti ef- feni coll'elettricità artificiale: fi fcarichi una grof* £i batteria di boccie di Leyden, nelle quali fia accumulata e raccolta molta elettricità, attra»* verfo di una ftcifcia di foglia d'oro applicata 41 con mordente fopra una tavola, e fi troverà difperfo tutto Toro, ed annerita quella pane della tavola fu aii era applicato , poiché il fluido elettrico incarbonifce la materia glutinofa del mordente. Replicando la mede/ima fperìenza fo* pra una foglia d'oro pofta fempiicemente fopra un foglio di carta bianca, tutto Toro (compare ^ e nel luogo dove giaceva la foglia fi oflervano vifibili diftintiffime macchie sfumate di un de« cifo color di porpora più o meno fiituro fecon* do la qualità dell' oro , e fecondo la forza della icimilla elettrica che ha attraverfaco e fulmi- nato la foglia metallica. Un altro effetto del fulmine fopra i me« -talli , o per dir meglio fopra il ferro fi è quello •di renderlo magnetico. Oltre a ciò che ho det- to alla pag. i6 fi fa da tutti quelli che viag- giano in mare, che in occafione di temporale l'ago magnetico foifre delle variazioni irregolari e ftravaganti , e che talvolta tutta la forza ma- gnetica negli aghi delle buflble è diflrutta, e che perfino fi rovefciano talvolta i poli. L' elettricità artificiale non ci abbandona nemmeno in quefta analogia, avendo il Sig.FrarH À/ÌM provato che un ago di ferro privo affatto ^^nesflcnB»;:^;^ .rr^^ i-^-^ 4* Ai magnetifmo dopo eflfere (lato colpito da forti fcimille elettriche diviene calamitato , e che ad un ago calamitato fi poflbno rovefciare i poli iper mezzo delle fcintiUe elettriche. Sono parimenti molto fimili ed analoghi figli effetti del fulmine quelli che produce Telet- tricità fopra i metalli di ampia fuperficie,- folo «he anche in quella occafione ^ come fi efprime molto bene il eh. P. Barltiti (*) pajfa mns diffe^ ^etn^ tra le efptéfwni dtlt àrie , e quelle della matura j giacete forte èjempre ambigua^ con- 4enxiofa^ e nette fue angufile^ ferva de* pre^ giudixj deir umana immaginoT^ene .• La natura j$l contrarie è grande j luminefa^ e dèci fa nel^ 4e fue predu^ioni . Coli* arte offia colF elet- licita artificiale fi ottengono Tempre fuUe am- •pie fuperfide metalliche delle macchie annulari tinte dei colori del prifma^ le quali efaminate con acute lenti fi trovano eflere vere fiifioni •prodotte dalla fcintilla elettrica • Il fulmine fca- gliandofi fopra corpi metallici di una certa am- piezza forma in effi degli ampj fori circolari .«fattameme fimili rifpettivamente alla loro fi- (^) Defcrizione di una baadismola ec« pag« io# m 43 gura ai fon che la fcintiUa elettrica forma nei mazzi di carte da giuoco. Il fulmine dà fuoco alle materie combufti- bili, e produce quindi degli incend; te. Anche r elettricità infiamma diverfi corpi , e n(H) du« bito punto y che qualora noi potei&mo coir arte procurarci una copia notabile di fluido elettrico |H>rreoimo con eifa accendere tutte quelle fo* fianze che il fulmine infiamma • Si diffe già che un pezzo di filo di ferro che giaccia fopm un foglio di carta colpito da una forte fcinrìlla elettrica tutto fi difperde lafciando fuUa carta un* ampia firifcia nera giallognola • Ma fé la (cin- €Ìlla elettrica che colpifi:e il filo di ferro è moko forte 9 e ie il filo non è molto fottile, efib fi fonde bensì ma non tutto fi dìrperde y e il più delle volte accade che la fottopofta c^rta è aU>niciata ne' luoghi dove il filo di fi!irro la toccava. Il celebre Sig. MagelUm mi ha co* snunicata una recentiffima fperienza fatta in Itu •ghikerra, la quale dimoftra che il fluido elet- «crìco nel paflare attraverfo i corpi facilmente combnftibili eccita e produce un fenfibile grado òx calore • Poiché fé mettonfi due conduttori ad un certo intervalla fra di loro^ aventi ciafcono ii-.A£k« . ^Vi I ^1 44 renremiià per cui ft guardano coperta di le* ' gno, fcrapre nel fallare la fciniiila elettrica da un conduitore all'altro fi genera del calore, e fituando fra etTi un icrmomctro , queOo fenfi- bìlmeme fi innalza cfpritnendD il grado di ca- lore eccitatori dalla fcintilla . Se coli' arte à poieOe ottenere una fcintilla elettrica di una forza ed energia eguale a quella del fulmine non r tì ha alcun dubbio che Ìl calore farebbe iiifini- [ tunentc maggiore» e tale da accendere le due r eflremitA di legno applicate ai conduttori . Nella I tenuità delle noQre fpcrienze , e nella picciolez- za de' noflri apparati bifogna che noi ci accon- tentiamo di tentare colf elettricità artificiale l'ac- cenfìone de' corpi che fono più facilmente in- fiammabili , come fono l'etere , lo fptrito dì vino, la canfora, l'aria infiammabile, la pol- vere da Ichtoppa ec. y ed in fatti tutte (jueftc' folianze ^cilmente fi accendono colla fctntillsil elettrica . Sono dunque perfettamente fimili i princi- pali effetti e fenomeni del fulmine e dell' elet- criciià artificiale e non diffcrifcono fra di loro fc non nella grandezza e nell'energia. Ma feb- benc le noltre fperietue fieno per così dire iU_ 45 trettànce miniature de^ grandiofi effetti del fuU mine, e febbene l'arte non giunga che ad ab* bozzarli imperfettamente, non perciò rettamente ragionando fi può tralafciare di riconofcere U perfetta raflbmiglianza ed identità fra la materia del fulmine e l'elettricità artificiale • Franklin fèntendo la forza di quefia ana« logia concepì l' ardito progetto d' eftrarre data- le nubi quefio fluido, e di fottoporlo a quelle fteffe analifi, con cui noi efaminiamo il fluido elettrico artificiale, affine di rendere più com« pietà la dimoftrazione della perfetta loro rafia» SQjglianza ed identità. Un efperìmento decifivo immaginò queft' uomo immortale . Se è vero , difle egli , che r elettricità ed il fulmine fieno una cofa mede- /ima, innalzando fulla fommità di una alu torre o di mia cafa molto elevata una sbarra di feri- re ìfblata fopra un qualunque corpo che impe- dita la difperfione del fluido elettrico , dovrà cfla eftnierlo allorché fopra di lei paflano delle nubi temporalefche , qualora la materia del fiit- miu non fia che un puro fuoco elettrico, e do- , vrà dare delle fcintille e commozioni toccando* M % attnure i corpi leggieri cc^ in fonuna dq^ •^ • 4« . vrìt preféitnre tutti <{uei fenomeni che noi ab^ bitmo da un conduttore elettrizzato. Ma afpet* tindo egli che in Fila^elfìa fi terminafTe la fab- brica di una torre per innalzarvi (juela fpranga , ed eflendofi toflo in Francia ed in Inghilterra divulgalo il progetto lafctò ^la Francia la glo- ria dì eflere ftata la prima ad efeguire una del- le pia grandi e piò ardite fperieoze che fieno giammai fiate fine dagli uomini. Nell'anno 1751. che Tara Tempre una AeU le epoche piò memorabili di ^uefto fecolo ef- fendo ftate applaudite e ripetute focto gli occhi del Re le belle fperienze del Sig. Frmtkliuy i Signori Baffom , e Dalì^ard defideranmo di veri- ficale le congetture del Fifico Americano fopm r an^If^ia e raflòmiglìanza fra il fluido eletoì- co e la mattfria del fìiln^ine , ed il Sig. Ds/t- èard fu il primo ad efeguire la grandìo^ Ipe- rienza propofta da FraiiH/m colf innalzare a Marly la Ville una alta ed ifotata fpranga di metallo j ed ebbe, pochi giorni dopo di averla fiiuaca , fa fomm^ foddisfazione ed il contento dì eflerc flato Ìl primo a fapere che durante la fila alTenza la petfona incaricata di efaminare lo flato della f|)ranga in pccalìooe di temporale 9 47 al comparire di usa nuvola temporalefca fuU! orizzonte vide nella fpranga de* fegni non equi* voci di elettricità aveodo cavato dalla medelìm^ delle fciùtille elettriche , caricato disile boccie ec« e cosi reftò ft abilico nella maniera la più comn pietà e la più decifiva che la materia fulminea ed il fluido elettrico fono una medefima cofa • Frattanto che in Filadelfia fi (lava iàbbrir cando la torre fu cui Franklin deftinava di inmJzare la verga di ferro ifolata j impaziente di afltcutirfi co' propri occhi della perfetta iden«* tira del fluido elettric^o e della materia fulminea ^ non afpeciò dall' Europa la verifìcazippe e la conferma delle fue ragionate congetture. Egli immaginò di prevalerli di uno iftromento che non era flato fino allora adoperato le non in oggetti di mera fri volita t tentando di far difcen- derc il fiioco elettrico oflia la materia fiilminea per mezzo di una di quelle macchine che noi chiamiamo cervo volante , o cometa , e che egli innalzò nell'aria nel tempo che l'orizzonte era coperto di nubi temporalefche • Una punta me* callica attaccò egli a quella macchina affinchè il flnido elettrico potefle ad una maggiore diftan<- ^a eflere anratto , e difcendere quindi lungo U ■^ • ' /^-Llc!. 48 corda i'ì canipe anneHa al cervo volante. Per cfegulre quedk Tperienza egli fcelfe un luogo rimoco , e folitirio affine di evitare ìt ridicolo a cai r erponeva f incertezza di un efìto felice e r indifcrezione di coloro che non fanno per* Jonare gli sbagli e gli infruttuofi tentativi ; ed avendo slanciato nell' aria il fuo cervo volante ottenne dalla corda de'fegni eloquentiffimi d'e- lettricità. Quanto fia Hata grande la foddisA- zione ed il contento che ebbe -il Sig. Trankiim per un s) felice fucceflb, nelfun altro Io può me- glio giudicare di chi ha avuto la fortuna di Scoprire qualche utile verità . Si aggiungeva al piacere della fcopena che il Sig. Frankìin pre- vedeva da quello felice fucceflb V eftenfioiK e r utilità delle confegucnze che potevano deri- . vare da queflo importante ritrovato. Dopo quelle felici fperienze cotanto glo- riofe per il Dott. Frankiìn non vi è llato qoafi alcun paefe colto in Europa in cui non fiatili innalzate delle verghe Frankliniane e de' cervi volanti affine di accertarli della verità di una sì grande fcoperta , e non vi è Aato alcun Fi- £co che al comparire full' orizzorye delle nubi temporalefche non abbia avutp dei rifulcaci per- 49 feltdmente conformi a quelli che ebbe Tranklìt^ in America e Dalibard a Marly la Ville . Wih fon , e Canton a Londra s Bujfim , Datibard j De Lofj Romai in Francia; Z annotti j e Boc^ tari a in Italia; Boxs^ Gordon ed altri in Gerw mania furono de' primi a tentare quefte fperien- ze ; ma alcuno non vi è ftato che abbia otte- nuto de' fegni elettrici o pia forti ^ o pia e& ^reffivi di quelli che ebbe il Sig. Romas ado^ perando un cervo volante ^ la cordicella di cui era intrecciata con un' filo di rame acciò poteT» fé meglio condurre il fluido elettrico ; poiché avendo egli innalzato quello cervo volante nel mentre che il cielo era coperto di minacciofe nubi temporalefche cavò dalla funicella ifolata ^elle fcintille lunghe tre pollici e grofle tre li^ iiee. Nel mentre che egU flava facendo quefte fperienze femendofi vellicare la faccia e le. mani e non credendofi abbaftanza ficuro, avvertì gli aftanti e loro conHgliò di ritirarli e di allon* tanarfi dalla funicella • DtfFatti un momento do^ ^ che quefti fi erano tirati in difparte , fi fen* drono de' forti fcopp) che furono uditi perfino nella vicina città di Nerac e fi vide ufcire dall' eflroftità d^ fi)ne una ftrifci^ di fuoco lunga 4 etto pòllici, e gfofla circa cinque linee , accom« pagliata da un forte odore di zolfo; e nel luo- go, do^e terminava la- furie e dove eraft veduto ttfieife il fìioco elettrico fi trovarono nel terre* no degjlìi nmp) fori ; in fomma un vero fulmi* ne dtfceff per la fiinìcellà del cervo volante • Sebbene la (grandezza di quefti effeni fa* cefle (éntire al Sig* R^m0s il pericolo a cui lo efponevano quede fperienze e fembraSè doverla alienare dal &re ulteriori tentativi, pure nella ftate del 175^ novamente innalzò un cervo vo-i lantè t vide ufcire dalla fune che lo reggeva delleribintille lunghe dieci, piedi e grofle un pollice (*), Non è queflo il luogo di riferire tutte le diverfe oflèrvaziohi e fperienze che fi ibno'£ac«* te in feguito per mezzo delle fprai^faie elettri^ che o dei cervi volanti innalzati per efplorart lo (lato dell' atmosfera, per mezzo delle ^oaH fi è giunto a faperè che il fluido elettrico ha mia grandiffima parte nella formazione detto meteore, e che eflb domina perfino a cieb per« JBttamente fereno» Tutto ciò propriamente ap« V. ABflotazianc V. dopò la DiOertazioae • ^ v^ i 5* partìene ad un trattato di elettricità atmosferi*^ ca o di meteorologia : Per noi baila il fapero che non pafia giammai alcuna nube tempora^» leica fui zenit di una ben elevata ed ifolatc^ fpranga Frankliniana fenza che fi abbiano ior eiTa de* fegni manifeftiffimi ài elettricità. Sono ora mai più di tre anni che fuUa cdk di mia abitazione ho innalzato una fpranga Frà^*^ klim'ana con un apparato atto ad; efpiorare r e* lettricità dell' atmosfera (^). Ogni volta che (o^, pra di efla pafla (jualcbe nube ;temporalafca y ancorché non tuoni j né lampeggi Tempre V e--, lettrometro fi innalza ^ i campanelli fuonano , e il più delle volte fcoppiano fìragorofe « fciotiUe • In fomma non vi è alcuna di (jucfte occafioni in cui io non abbia una completa innegabile! dimdlrazione , che la materia fulminea , altro uoa è che il fluido elettrico ^ e che il fuln^in* non è che una grofla fcintilla elettrica che dal . : • . — — iMii— ^— — — — — ^— »■— — — — »^iP»^*^i^^— ^ O Di qtieAo apparato elettrico atmosferico darb tra breve hi defcrìzrone in nna memoria filila me*^ teorologia , in cui pnbblichei^ là defcrizione di dU Vtfiè nuve macchine meteorologiche» j .^T-i*'..^ corpo delle nuvo'c fi fiacca e fi slancia fopra gli oggetii lerredri. Non oflame che per mezzo di qucRe fpe- rìenze noi fiamo giunti ad avere un' idea più giufta e più conforme alla veriiit circa ali* in- dole , e natura del fulmine , non ci pofGamo ancor lufingare di fapei'e in qual modo una nu- be divenga elettrica, né da qual fonte proven- ga una ranra copia di fluido elettrico. Latear ipa omnia Cfajfis occultata &* circumfufa tene- brh ut nulla acies ingeniì tanta fit iju rotti fia paflata nella ringhiera di ferro che ap;^ partiene alla fcala fenza cagionare alcuna tottn» ra od infiammazione • Solo V ultimo gradino della fcala TO fu fpczzato nel luogo dove T ul- timo baflone della ringhiera era piantato. ;iiel iuddetto gradino , e dall' eftremità O di qucfio baflone dove fcoppiò la fcintilla fulminea per paflare alla ringhiera di ferro XX che cam- mina lungo la fcala più grande la quale difcen- de fino al pian terreno ( efTendovi fra il luogo 59 dove il gradino fu rotto m O, ed il principia della ringhiera XX la diftanza di circa tre brac*^ eia ) il fulmine dal punto O faltò ali* arpione ed al cardine inferiore di un ufcio SS che è* fra la fcala X X e i' altra più picciola T O ; e ruppe il muro dove il cardine era incaftrato ^ difperdendo i pezzi di mattone fulla foglia deir ttfcio : ed in tatto il rimanente della torre il fulmine non fece alcun altro danno o rottura fuorché in H , poiché ivi terminando V ultimo baftonc della ringhiera XX che fenza alcuna interruzione continuata difcende fino air ultimò gradino della fcala trovò ne' ferri della ringhie- ra un veicolo più che fuflicieote per condurlo, ed air eftremità inferiore H della ringhiera il fulmine ruppe V ultimo gradino in cui era pian^ tato r ultimo baftone di ferro , e fece un am^^ pio foro nel terreno , perchè, come già fi difie^ è proprietà del fluido elettrico di fcintillare ^ dar fegni del fuo paflaggto ne' luoghi dove in- contra qualche refiftenza. DifFatti uno dei do'^ meftici che nell' ano che il fulmine fcoppiò trovavafi in poca diftanza dall' eftremità della itala, vide in H un groifo globo di fuoco che 1^ à Mi I tmii f M. 6o fnovevafi con moto vorticofo e pareva che vo- lefTe trivellare il terreno. Siccome poi la materia fulminea per paf^ fare dalla ringhiera XX nel terreno umido VV dovette fofFrirc una certa refì(tenza che le opponeva' il gradino della fcala e T imperfezio*- ne di conducibilità del terreno : cosi non tutto il fluido elettrico formante quel fulmine fi fca^ ricò per la ringhiera XX nel terreno umido VV: t'orzione del medefimo fi (laccò fuperìor* mente al principio della ringhiera circondante la fcala e trafcorfè in un vicino appartamento condotto da un fottile filo di ferro RR. di un campanello che il fulmine fufe lafciando fopra il muro lungo il quale fcorreva delle fenfibili mac- chie giallognole , e per mezzo di queflo filo pafsò nell* appartamento diflipandofi per k do* ramre e per altri corpi metallici. L' andamento di quefto fulmine che ho minutamente defcritto evidentemente dimoftra che la materia fulminea fimile al fluido elettri* co fiegue i corpi metallici , e che dove quefli fono interrotti e difcontinui hanno fempre luo* go le rovine e le rotture. 'Diffatti dalla fonunì* tà della croce W fino al canale circondante GG -*- ■ 'i- -■*.__-•-■» •^> . . , . .. ..'.^■' 6t il fulmine non ha lafciato alcuna fenfiblle trac* eia del Tuo paflaggio, perchè il metallo è quafi dei tutto continuo. Le prime rotture fono agli angoli X , e Y del feneftrone K j perchè 1% materia fulminea per paflàre ai metalli del fé* neftrone K non trovando alcun corpo metallico dovette farfi flrada e rompere il muro in H , e per paflàre dal feneftrone alla fafcia. di ferro che circonda la baracca PP dovette fquarciare il muro in M. Per la ftefla ragione il fulmine dovette fpezzare in O T ultimo gradino della fcala TO, dove terminava T ultimo baftone del* la ringhiera y perchè non eflendovi alcun corpo metallico y per paflare al cardine dell' ufcio SS, la materia fulminea fece ivi un' efplofione , la quale noa ebbe più luogo fuori che in H all' cftremttà della ringhiera XX ; talché fé dalla Tii^hieni TO vi fofle ftata un' afta di ferro che £icefle conmnicare la ringhiera TO coll'altra XX € dal canale GG un groflb filo metallico che fbrmafle una comunicazione tra i ferri del fene-* ftrone KK e la laftra di ferro che abbraccia la baracca PP, non mì farebbe flato alcun veftigio del ftdmine fé non in H , poiché^ dif&tti per ^A^. i*-i»- éz furto il hifìf^o tratto della ringhiera XX non ht laiciato la menoma traccia. Anche nel fulmine che cadde V anno icorfb nella cafa vicino al Ponce di (anta Terefa, e che zmmzzzh una fanciulla ^ che (lava colla tefta appoggia» al muro per cai pafsò il ful- mine > è chfaramente mani&ftata T indole della materia fulminea. Il fulmine conforme all' or- dinaria fua indole fi gett^ fu quella caia per utt torrino di un canmiino e per la canna del me* defimo fi difperìc nel terren umido. Qucftaca- na era in più di un luogo fortificata da grofle chiavi di ferro che collegano affieme i mattoni e li fofiengono • In tutta la lunghezza di quelle chiavi il muro non fu danneggiato , e lo fii foU tanto ne' luoghi dove efie terminavano • Volle la fua mala venmra che appunto all' eftremità di una di quefie chiavi fo(re appoggiata la teda della fanciulla che reftò morta, poiché la fcin- lilla elettrica che fcoppiò in quel luogo per fiu-fi pafiaggio air altra chiave che era ad una certa diftanza dall* eftremità di quella, a cui eca ap« poggiata la tefta deUa fanciulla tragittò per il corpo della mede(ima lafciando fulla cada ove ^3 qnell' infelice era fedata un' lungo folco affu«) micato. La morte del celebre ed infelice Prof, di Pietroburgo il Sig. Ricbmann feguita nel giorno 6 di Agofto del 1754 è una delie più eloquen^ fi prove per dimoftrare che doye terminano i corpi metallici , il fiiknine fempre produce qual* che rovina. Aveva quefto sfortunato Profeflbre innalzata {opra il tetto della fua cala un'afta di fèrro che attraeva T elettricità dalle nubile con fili co datt' eftremità del filo metallico fi slan« eia (hi capo del Sig. Ricbmann e lo ftende a terra morto (*)• Nel mentre che fi ftava innalzando per ov^ dine del Senato un conduttore fui bel campa- nile di S. jFrancefco della vigna in Venezia, e. «I (0 Pbìlof, Tran/uà, Fot. XLIX, • _ .#f. •.-* 64 che il conduttore non era per anco termuim>y e non aveva che | circa della fua altezza ìi campanile fu percoflb dal fulmine il quale fece qualche picciola rottura in quella pane folcane to in cui il conduttore non aveva potuto cfle« re continuato , reftando perfettamente intatta la parte fuperiore , xhe era dife(à da quefto con- duttore incompleto e parziale (*)• Non finirei mai fé voleffi qui riferire tutti i diverfi fatti che provano che dove cvvi in* terruzione fra i corpi metallici colpiti dal ful« mine , notabili fono le rovine cagionate da que- lla meteora • Veggiamo piuttofto (e qualora i corpi metallici dalla fommità di una fabbrica fcendano ben continuati fino al piantencno^ ed in lui fi profondino ) il fulmine trovando nel metallo continuato un alveo fufficiefltemeqte e»» pace a contenere il torrente fulmineo , non cagioni realmente al fabb]:icaco alcun danno o rovina ♦ E^ evidenti (fimo per chiunque voglia at« lentamente efaminare V andamento del fulmiiia (•) Memoìre far futilhé dts paratotffmrts pof Mr. Benholon, V \ -\ -. r tf ca(a Dugnanl che In tutti quel luc^hi nei ^uali il metallo era continuato non vi è fiata la menoma rottura, la quale foltanto ebbe luo- go dove i corpi metallici erano interrotti , di modo che fé quelli in vece di eflere fra loro, difgiunti , foflero ftati continuati fino all' ultimo gradino della fcala e da quello un groflb filo metallico aveife fatto comunicare la ringhiera 2CX coir acqua di qualche pozzo, alcuno non fi farebbe potuto accorgere che quella cafa fof* fé fiata colpita dal fulmine. Ma veggiamo tut« to ciò anche più chiaramente • Seguendo i configli dell' immortale Sig. Fran^ Uin il Sig. Guglielmo Weji mercante di Fila** ddfia aveva innalzato fulla fommità della fua caia ttì'afla di ferro puntuta che continuata di«> icendeva fino nel terreno umido, quando nelT cftate del 17^0 quella fu colpita da un fulmine» Il filo commiffionario Sig. White che era vici- no ad un^i fineftra lontana due piedi dal coa« attore, e che toccava il muro, lungo il quale icendeva il filo metallico, provò nell'atto che cadde il fulmine una fenfazione fimile alia com- mozione elettrica , e vi fu chi vide che alla diflanza di due o tre braccia dall' eflremità del e . . . Jb e» qtttlla cafa en annan, videro il fuoco ccleAe fcagliariì fbpra il condunore e fccndere vifibil- meate per eflo ed ennare nella terra , dove jbllevò un vortice di làbbia nel luc^o appunto in cui il conduttore entrava nel terreno. . Por- tatofi il celebre Sig. AB. Hemmer ad efaminare le punte di quel conduttore » e fatta diftaccare quella che veduta con, un buo« cannocchiale fembrava la più danneggiata, il predetto illu- llreFilìco fii forprelb nel vederla non folo fufa alla fommità ma ancora incurvata e contorta per lo fpazio di due pollici e mezzo, il Sig. Abb ffemmfr volle ccHifervare quefta punta nel Ga- binetto di S. A. S. r Elettor Palatino, come ano de* pia eloquenti monumenti delT utilità dei conduttori, elettrici (*}. Un altro fano di quedo genere ^ualmen-t ce decilivo ci i ftato comunicato dall' illuftre Fillco Sig. Abate Bertheton nel volume ge-> (*) Qaefta notizia j uvata da nn articolo H let- tela, che il cb. Abate Tosld» ha fatto aggiongere alla cndmioDc delle eonfideradonì fopia i (oiulDt- lori del Sig. BarUtr di Tias», 69 gli Atti dell' Accademia di Montpellier (*) ; Perfìiafo il Sig. Ab« Bertbolon che un condurr* tore non puntuto debba eflere più vivamente percoflb dal fulmine che un conduttore che ab-» bia r eftremità acuta, lafciò efprefTamente fenza alcuna punta quello che egli fece innalzare fuUft torre del campam'Ie del Capitola dei Baroni dt Saint Juft, quando nel giorno 3 di Decembre il iiilmìne afpettato cadde fu quella torre a Tei ore dopq il mezzo giorno nel mentre che un gran numero di perfone ritornava dal pafTeggio. Un vento furiofo ed una dirotta pioggia lo pre- cedettero , e da molte perfone che avevano ri- Volti gli occhi al campanile fu veduta fcagliarfi una filetta fuUa Cbmmità del conduttore 9 fenza che la tcx're abbia riportato alcun danno da uà colpo cosi furiofo. Anche il caftello del Sig* Cornei di Torrìn ^feekl quindici giorni dopo che fu terminato il condunore fu difefo dal filo di ferro che a (*) ^fftmblie publìque de la SocUté RoysU de Jdtii^tpillhr 1781 • Memoìre ou muvelles preuves da r efficacìti des patatonnerres par Mr. FAbbé Bei- tbolon pa^. 6 79 pure 9 ciò che i il migliore prefervati vo della 1^88^^ 9 ^ P"^ ftagnarlo , poiché un ferro bene llagnato può ibre efpofto all'aria ed alF acqua per molti e molti anni fenza che fia fenfibiU mente danneggiato dalla ruggine: altronde que* fto intonaco metallico non folo difende il ferrq dair irrugginirfi y ma accrefce notabilmente la capacità del conduttore* Gli inconvenienti però xhe derivano da| ferro quando è irrugginito non (bno sì grandi , come taluno fé gli immc^ina, poiché noi veg«i giamo delle ferriate ed altri ferri efpofti da pia e piò anni alle maggiori intemperie dell' atmo^ sfera 9 i quali fono tuttavia baftevolmente grof* fi 5 e omfeguentemente capaci a tradurre qua-» lunqiie grande copia di materia fulminea. Infat- ti da che la fuperfìcie del ferra fi è irruggini« ta, qnefb medefima calce, quefta nuova fu» perfide difende il fottopofto metallo, ed impe«* folìiy il qoale ha trovato, che fé fi imme^e nelf olio ili lino un ferro nel momento che eflb comin- cia ad efler rovente, indi fi lafci bene afciagare fi Ibrma fopra di efib un fottile (Irato d*olìo abbra- ctato the ottimamente difende dalla raggine il fot- ^opote ferro. — ■ ■• 8o difce gli ulteriori progreffi della ruggine. Quior* die, che fa Tafta deftinata pel conduttore è di una fufficiente groflezza , e fenza la menoma interruzione conti ouata , non formando che uà folo corpo unito, poco importa che qaefta USL piuttofto di rame che di ferro o di qualun- que altro metallo , giacché rutti i metalli y pur* che abbiano una fufficiente capaciti , fono quafi &eir egual grado ottimi conduttori di elettricità • Ciò che più importa fi è che il ferro ^ o qualunque altro metallo fia continuato, e abbia una certa groffezza. Imperocché, fé il filo me* fallico ha qualche interruzione o difcootinuità ^ jie' luoghi in cui è interrotto il fluido fiUmineo fi condenfa , fcintilla , e cagiona le pia grandi ix)vine. Fomifce di ciò un luminofo efempio il conduttore fulminato del Sig. Maime (*), il quale effendo formato di diverfe verghe di ferra affieme unite a forma di uncini , ne* luoghi -^ dove quedi fi toccavano , il muro iù dan* ncggiato, ed il fulmine lafciò fopra il metallo ^elle tracce del fuo paiTaggìo fondendo la parte .(•) Franklin IVorks, Mr. William Mame'$ ac^ fouut ofthe ^c^s of lì^ht^ws ^^ ^'^ r^^> P«*4V» ■ 8t intema degli unciiiì • II Sig. D. Alejf andrò Volta jni ba afficurato , che nell' eftate pafTata in cui vi era tanta copia di fluido elettrico nell* at- mosfera , ogni volta che qualche nube fulmi« nante paflava fvlia cafa del Sig. Marchefe Bellifo* 2ni a Pavia , armata di conduttore che è formato di diverfe afte di ferro affieme unite ad anelli, ichioppettavano delle vivacif&me fcintille ne'luo» gfai, dove quefti fi toccavano. Perciò le catene che fono compdle di anelli non formano né poflbno giammai per quanto fieno tefe formare un opportuno conduttore, non potendofi giam- siai ottenere che il contatto fra gli anelli fia cale che lafci liberamente paflare il fluido elet- trico fenza che fi condenfi e fcintilli • Per mezzo dell' elettricità anificiale evi- dentemente fi dimoftra quefta verità ; poiché per quanto fia tefa una catenella di ottone, e per quanto fieno ben fatti, ed affieme abbrac-r idamifi gli anelli che la compongono, pure fca- ricando in una ftanza ofcura attraverfo della me- defima una, o più boccie di Leyden , fi vedrà ne* luoghi , dove gli anelli fi toccano , fcoppiare delle vivaci fcintille, e fé T elettricità che la iAvefte è molto fbrte , fi trovano , dove fcop« f 82 piarono le fcintìlle, de* fegni che il metallo i ftato in una vera fiifione (i). Il celebre Sig. D. Ffie/ìley che ha fatto quella fperienza è andato anche più oltre 9 poiché ha dimoftrato , che quantunque diverfe monete metalliche fovrap* pofte le une alle altre ièmbrino toccarfi in pia punti , pure colpite che fieno da una grofla Ica* rica di una batteria elettrica, vi fonò ièmpre de* fegni fenfibiliffimi di fuflone (2) • Per la qual cofa il chiariffimo Sig. Béirbier di Tsnan nelle fue eccellenti confiderazioni fopra i conduttori elettrici (3) opportunamente avvertiice^che collo ftingere affieme con viti le verghe metalliche di un conduttore in modo che formino una fola fpranga , non fi ottiene giammai un contatto delle parti fufficientemente perfetto, e perciò ottimamente prefcrive di interporre fra le fpran* ghe delle lamine di piombo affine di rendere il contatto più perfetto, e fìcuro. Nei conduttori ^ che ho innalzato in Milano, le fpranghe fono (i) Prieftley Hìfi. of Elearìchy. lefl. X (1) Ibid. Part. Vili. Sta. XIII. §. IX. {3) Confidcratìons fur Ics conduSteurs^ pag. 203» ^ . là «3 tagliate alle rifpettive eftremità a becco dì fiau* to, e fono fra loro unite con viti, ed affinchè il contatto ila perfetto le ho fatte ftagnare af- fieme in modo che formano una fpranga conti- nua (*)• Si difle già che un conduttore deve avere una groflezza e capacità fufficiente da tra*» durre qualunque copia di fluido fulmineo. Il Sig. Franklin , e molti Fifìci dopo di lui aven* do oflfervato in più di una occafione, che il fulmine è ft^to condotto da fili di ferro , U cui groflezza non era maggiore di una penn^ da fcrivere , e che alcuna volta fono badati a tiadarre il torrente fulmineo dei femplici fili di campanello j hanno creduto che un filo di rame che abbia la groffezza di un quarto di pollice ^ C) Bifogna aver l'avvertenza nella fcelta delle /laoghe di ferro che fi deftioaoo a qaefti ufi di ba- dare che effe non abbiano alcuna sfogliatura, o che non fieno (late imperfettamente faldate , poiché que- fte e fimili imperfezioni fono altrettante difcontinaità • £^ parimenti da offervare y che i vermi delle viti fieno ben puliti , fenza che abbiano alcun unto che impedifca il perfetto contatto di effe coli' afta in Wi fono introdotte. fa i^ .'. 84 e , fé è di ferro j che abbia mezzo pollice di groffezza , (la più che fufiiciente per un bucm conduttore , non avendo noi alcun efempio, che fulmini della maflima violenza abbiano fatto al* cun danno a conduttori di quefla groflezza. £^ per^ vero che più di un fulmine ha fufo delle flanghe di ferro di una groffezza maggiore di quella che noi crediamo conveniente per un conduttore : ma quefte fono fiate fufe ^ perchè non comunicavano ampiamente colla terra umi* da , ed erano interrotte ed ifolate ; perciò il fluido elettrico nell'ufcire o nell'entrare in que» (le fpranghe condenfandofi acquifta una forza maggiore di quella che ha quando liberamente pafla per un conduttore continuato , ed ampia* mente comunicante colla terra. Senza produrre nuove prove ho già fatto offervare, che quel groflfo tubo di rame che fcarica le acque del Monaftero di S. Vincenzo al caftello, non eflen- do continuato fino al terren umido verfo Teflre- mità è ftato pienamente fufo, e liquefatto. Quindi è che fcbbene fia vero , che il fulmine firequeo- temente fonda e difperda dei p^zzi di metallo di pna mole maggiore di quella, che i Fifici pre* feri vono per la coftruzione di un conduttore ^ noa 85 fi deve perci2> inferire 9 che efTo debba avere una groflfezza notabilmente maggiore di quella che noi abbiamo configliata, poiché le circoftanze fono diverfe , mentre nel cafo di un conduttore in^ terrotto il fluido elettrico fi ringorga e fi con-» denfa, laddove allorché é perfettamente conti* nuato e ampiamente comunica coir acqua, il fluido elettrico liberamente per efib fluifce, e non può mai né accumularfi, né refluire. Un condunore elettrico acciò con ficurezza difenda le cafe y a cui é applicato, oltre alle qualità delle quali finora fi è parlato , deve am- piamente comunicare coir acqua , o col terrenoi amido. Quefta é una condizione fulla quale mai abbaftanza non fi infifle, e che trafcurata può produrre degli inconvenienti e deUe rovine • Imperocché eflendo fatto efprefiamente il con<^ duttore per trafmettere il fluido elettrico accu« mulato nelle nubi e per difperderlo nella terra , bilbgna che non vi fia alcuna cofa che arredi il paflaggio , o che impedifca la difperfione ; poiché è neceflario che quefla fi faccia colla più grande facilità polTibile. Ora Tacqua quando fia in quantità fufiìciente , eflendo un corpo che trafinene liberamente il fluido elettrico^ pron- f3 ss tamente Io dìfperde per tutta la mafia dd glo- bo : che fé il conduttore , dove termina fia in contatto di corpi che non fono permeabili dalf elettricità, come fono le pietre, i mattoni j la làbbia, la terra afciutta, ec. non potendo libe-* ramente difTonderfi refluifce nel conduttore , e fi ipande nelle altre parti dell* edificio . Tale fu il cafo che avvenne al conduttore del Sig. ÌVefi in Filadelfia; poiché non appro* fondandofi quefto che di foli 4. in 5. piedi nel terreno , molte perfone nell* atto , che il con- duttore fu colpito dal fulmine, videro nel luo- go , dove effo terminava , tutto ali* intomo fiamm^giare e fpargerfi il fuoco elettrico (i); ed il fulmine , che percoffe la cafa del Sig. Maine nella Carolina meridionale, danneggiò i fonda- menti della cafa nel luogo, dove il conduttore terminava; poiché invece di aver un* ampia comunicazione coli* acqua, era per tre foli piedi fepolto fotterra (2). Così pure fi videro gettati qua e là de* vortici di fabbia nel fito in cui terminava il conduttore applicato al caflello del (i) Fnnklin IVorks ^ pag. 401. (2) Uid. pag. 427. «7- Conte Tornii Scefeld , nell' atto che quefto (li fiilminato (*'). Polle le quali cofe non deve più far me« raviglìa, fé alcune cafe, non oftante Teffere ar- mate di conduttori ^ abbiano (offerto alcun danno dal fulmine che le ha colpite ; poiché il fluido elettrico non trovando nell' umidità della terra un baflévole sfogo y deve , come già fi difle ^ neceflariamente ringorgare , e fpanderfi nelle al* tre parti dell* edificio , ed arrecare danni e ro- vine , come appunto è accaduto nel 1779 alla chieià della Madonna della Guardia nelle vici- aanze di Genova , e nel 1782 alla cafa d'In- duftria a Heckingam . Imperocché Tedremità dèi conduttori applicati a quelle fabbriche, in vece di coniunicare coli* acqua 9 erano di pochi piedi fepolte nella terra , la quale quando è afciutta è un cattiviamo conduttore di elettri- cità; ed anche allorquando è umida, non è mai atta a difperdere prontamente il fluido elettrico ^ che la invade* Si confultino la lettera del Sig. De Saujfute al N. III., e quella del Sig. De MagelUn al N. I. ^ 1» (*) Benholon De PEfficaché des Paratonnerres j f4 88 U miglior efpeéiente in quefti cafi 2 tpitìlo di &re, che rdlremità inferiore del conduttore fia immerfa nelT acqua di un pozso, di una fbrgente, di un fiume ec, alla diftanza di %a o 30 braccia dai fondamenti della cafa a cui è applicato. In quefto modo il fluido elettrico condotto dall' afta metallica troverà un ampio e fufficiente fpazio in cut diflfonderfi: difli alia diftanza di 30 o 40 braccia dai fondamenti j perchè quantunque T acqua Ca un conduttore di elettricità, pure il fluido elettrico paflando per efTa prova qualche notsbile refiftenza , come chiaramente lo dimoftrano le luminolè fperienze del P. Beccaria (*) , il quale ha fcoperto che l'acqua attraverfata da un copiofo torrente fui* mineo è prodigiofamente dilatata. Ora fé una tale rarefazione dell' acqua fi fa in molta vici- nanza dei fondamenti di una fabbrica, quefti poflbno effere fcoffi e danneggiati . Diffatti oltre a ciò che abbiamo già oflervato relativamente alla (*) DelP Elettrìcì/mo éirtificiale • Il Sig. Civen^ dish Phil. Tran/. Voi. LXIL afferma di aver tro- vato che l'acqua ha minor forza conduttrice del ferro 400 milioni di volte. »9 caft fulminata del Sig. Maine ^ il Sig. Banh; quando il fuo vafcello fu colpito dal fulmine, provò una fcoffa come di terremoto, probabil* mente procedente dalla dilatazione dell* acqua nei luogo dove fi immergeva il conduttore • Perlocchè quanto più lontano dai fondamenti fi farà terminare un conduttore , altrettanto più ficura farà la fua difefa. Ma non fempre fi ha un pozzo, una for- genie ^ infomma un corpo d' acqua a portata del cooduttore. Allora è neceffario di prolungare ^itancò più fia poffibile il conduttore fino alla diftanza di 30 o 40 braccia dalla cafa, e di affondarlo nel terreno; ed acciocché il fluido elettrico facilmente fi diffonda , farà utiliffima cola l'attaccare alla fua efiremità una laflra di rame fraflagliata in più punte ; poiché Telettrì- cita entra od efce dai metalli con fomma faci- lità , quando quefli fieno taglienti o puntuti / £^ parimenti in quefli cafi utiliffimo il divi«* dere ad una certa diftanza in più rami il con- duttore , acciò il fluido fulmineo poffa per più alvei liberamente fcarìcarfi nel térren umido* Io ho adottato una fimile pratica nei con- i che ho fano erigere fopra il magazzino _/ della polvert del Caftello; pokhi fcbbene «fi terminino profondamente nelt' acqua , ciò non oftante per un ecceflb di cautela , che non deve mai fembrar fovercbia in firaili caft , ho fiuto attaccare alla loro eftrcmicà molte punte di ra- me , e nel fondo del pozzo ho fatto conficxare profondamente un* afta di fèrro pi^ta in-'arco, ed ho anaccato a queft' afta refhemiti dellìi treccia di fili di rame che formano il conduttore . Affine poi che reftremìià di un conduttore giunga a toccare la terra colbtntemente bagnata fi pah adoperare il trapano di terra defcntto dall'Autore del Gentiluomo coltivatore, e dal Sig. Marcbeft di Turàilly nel fuo trattato fui modo di mi^torare i terreni incolti ; poiché fi poflbno epa quell' iftromento fare con t^tta fa- ciliti de* profondi fori che penetrino il terreno fino a 50, 40, ed anche 50 piedi. Non devo omettere un avvertimento che pub effere di molta utilità , ed è che Te Ìl con- duttore vien fituato in un pozzo in tempo di inverno, o dopo che fono cadute lunghe e di- rotte ptc^ge che abbiano notabilmente ii^of- faie, ed innalzate le acque degli alvei, noti bi- fogna accc^tentarfi 4i farQ, che Teftremità del 9^ conduttore tocchi la fuperficie deir acqua , o penetri pochi piedi fotto di efla, poiché in tem- po di eftate , quando le acque degli alvei fce- mano, fi rifchia di avere Teflremità del con* duttore non comunicante coli' acqua. Onde bi- fogna aver l'avvertenza di fare, che il condut- tore giunga fino al fondo del pozzo o della vafca che la contiene* Non meno neceflaria della comunicazione <ìel conduttore coli' acqua è la di lui elevazio- ne; poiché non fi può prefcindere dal fare Te- flremità fuperióre del medefimo talmente ele- vata che fopravanzi tuni gli angoli e le parti fiialtanti dell'edificio almeno di 12 o 15 piedi, e che termini in un cono acutifllmo e fottile. Per ifpiegare la teoria dei fenomeni e de- gli effetti delle punte elettriche , converrebbe qui efporre quella delle atmosfere elettriche, e dimoftrare che quanto è più grande la fuperfi-" eie di Qn corpo che fia prefentato ad un altro che fia elettrizzato, altrettanto è maggiore la refiftenza che il fluido elettrico incontra ad en- trare, o ad ufcire da un dato corpo ec. infom- mz bifognerebbe fvolgere la teoria delle punte elettriche • Ma flccome queflo mio fcrìcto è fatto fc^ _ /s -V 9^ per eflere intefo dalle perfone che appena hanno alcune generali nozioni intomo alla fcienza dell* elettricità , ed altronde chi è in iflato di com* prendere la teoria delle atmosfere elettriche e quella delle punte non ha bifogno di eflere per- fuafo deir utilità dei conduttori elettrici ; perci2i io mi contenterò di indicare femplicemente £ principali fatti e gli fperimenti che dimoftrano la neceflità di fare , che i condunori elettrici fieno molto elevati ed acuti. Chiunque poi defiderafle di conofcere la teoria delle punte elettriche pu& confultare la celebre opera di Milord Mabo»^ la memoria del P. Barleni nel primo Tomo de- gli Atti di una Società d'Italiani, e quella del Sig. D. Alejfandfo Volta inferita nel Giornale di Fifica per l'anno 1783, Mille fperienze provano evidentemente che una punta .metallica ampiamente comunicante colla terra pi'efentata ad un corpo elettrizzato eftrae e fcarica a poco a poco ed in filenzio il fluido elettrico ad una diftanza a cui un qua* lunque altro corpo che non (la puntuto non avrebbe alcuna azione. U Sig. Le Roy (*) ha (*) Journal de fhyfique Voi. IL 93 trovato, che una punta metallica aflbrbifce il fluido elettrico di un conduttore elettrizzato ad una diftanza ^6 volte maggiore di quella a cui agifce un corpo ottufo , che un corpo ottufo non agifce fopra un conduttore elettrizzato y fé non ^ quando può provocare una fcintilla, e che fi* nalmente per cavare con una punta una fcin^* filia da un conduttore, bifogna accodargliela ad una diftanza ^6 volte minore di quella a cui la Icintilla elettrica fi slancia fopra un corpo ot^ tufo. Ora confiderando una nuvola temporalefca come un conduttore carico di fluido elettrico lina punta metallica molto acuta , che forga molto alta al di fopra di una cafa , e che ampiamente cmnunichi coli' acqua, dovrà a poco a poco e gradualmente fpogliare la nube del fuoco elet- trico e diffiparlo nella terra, e quando pure la copia del fuoco elettrico fia tale, che una fola punta non baili a difperderla l'efplofione della fcintiUa fiilminea non potrà giammai effere molto ibrte^ per efiere già preventivamente debilitata dalla graduale difperfione della punta. Le punte in oltre agifcono fuUe nubi ri- fpmgendo quelle che attratte dalla terra alla me- defima più fi avvicinano^ e che fervono quindi t^,. -■■ •' ■'■' 94 come dì arco fcàricatore, e di veicolo all^ efplo' fione fulminea • Siccome una tale proprietà delle punte è ftata prodotta come una delie più forti obbiezioni contro Y ufo dei conduttori , perciò faranno più abbaflb riferite le fperienze e le of» fervazioni che provano un tale effetto^ Non è la fola teoria e una femplice ana* logia colle fperienze di elettricifmo artificiale che ci obbligano a rifguardare , ed ammerrere come avvantaggiofo Tufo dei conduttori elevati e puntuti. Noi abbiamo dei fatti e dtUe ofier* vazioni incontraftabiii • Io citerò foltanco quelle , che mi fono fiate fomite dal mio conduttore di offerv azione y che da .qualche anno ho ereno fuUa mia cafa j perchè chiunque volefle aflicu* rarfene co* propri occhi può facilmente farlo ^ venendo ifì pccafionc di temporale a verificarle • Appena compare alcuna nube tempondefca al difopra della punta del mio conduttore , co- minciando dalla metà ò^l mefe di Aprile fi- no a tutto r Ottobre, che toflo io ho dei ie« gni vivaciilimi di elettricità nel mio condut- tore , ancorché né un lampo né un tuono an- nunzii un temporale. Che fé T elettricità è molto fone, le fcintille^ che fchioppettano fra / 1 i due campanelli attaccati al condfuttore nel luó» go dove è interrotto , fono talvolta cosi foru e fragorofe , che fi fentono a crepitare alla di* iianza di più di toc pafli, e talora quefte fono cosi vivaci e continue y che formano una flri* {eia continua di fuoco tridente che per più mi'» nuti fgorga da un campanello all'altro. Suppo- niamo ora che la quantità del fluido elettrico fili* xnineo, fcarìcato fenza interruzione per lo fpa« zio di IO minuti primi , fi fcarichi tutto in una volta nello fpazio di f^ di fecondo ^ à innegabi- le j che in quello cafo la quantità dell' elettri- cità che paflerebbe pel mio conduttore in ^ di fimmdo farebbe per lo meno 6000 volte mag- giore j e cagionar vi potrebbe delle rovine ^ le quali invece dalla fuddett^ fcarica lenta , e fuc'* cefliva reflano impedite. Pienamente conferma quanto qui fi afleri* ice Un'bffervazione fatta a Nimphembourg ; poi- ché da divede perfone degniifime di fede è fta* to oflèrvato, che alcune nubi temporalefche ri- dondanti di elenricità y che gettavano lampi e (àette per ogni parte , e che dal vento erano fputte v^o ^1 caftellQ di Nimphembourg^ arri- vate ch^ furono al difopra delle molte punte ^•.. iei condutrori , de' quali è armata qui fa fabbrica , cefTarono di lampeggiare, e nino ì fuoco elettrico di cui erano ripiene fu eArairo e confumaio da quelle punte. S. A. S. 1* Eietior palatino , che fu ìl primo ad accorgerG che le punte dei conduttori fiammeggiavano, volte che tutta la fua Corte foffe teftimonio di queflo ef- fètto, e così ottenne di convenire diverfc per- fone che per fcrvirmi dell' erprcfllonc di quelf I onimo Principe Fìlofofo erano eretiche in elet- tricità (i). Ho già riportato altrove le tcftimonianze [ relative alla diminuzione de' temporali in Fila- delfia dopi che r ufo de' conduttori è divenuto più famigliare e comune , ed ho già detto in più di un luogo di quella mia memoria, che la punta di diverfi conduttori fu veduta fiammeg- giare in occafione' dì temporale. Nel mefe dì Ottobre dell'anno 1781 i parafulmini di Lon- dra divennero luminofì, e particolarmente quelli de! palazzo della Regina {2). Anche dalle pUMc , (i) BertholoD Nouveltes freuvei de refficgtìtf d^^È parasonnerres , pag. 87. v (a) Les tffets de la tempere du demìet toanerre font la mtìlUuftf fttuvti de i'utiliU dtt (onduiìenrs 97 dei conduttori del Sig« Senatore Querìnì a Al« tichiera^ della cafa del Marche Je di Villette a Parigi 9 della cafa del Sig. Barbier di Tinan z Strasbourg , e finalmente da quelle del noflro Ar* chìvio fi fono vedute in occafione di temporale fortire delle fiammelle e dei fiocchi di viviffima luce; t^nto è vero che un'afta metallica puntuta aflbrbifce e trafinette in fUenzio il fluido elettrica formatore del fulmine ; e fé mai eifa non può difperdere nel terreno tanta copia di quello fluido da impedire un'efplofione fulminea, quefla farà molto debole • Sono degne dell' attenzione dei Fi-* ilei le fperienze del Sig. Nairne^ con cui pro- vò quefla verità ; poiché egli ha trovato, che U fcintilla elettrica sbalza alla diftanza di 17 foìntus. Nous avons eu que par rapport à plujteurs €ondu£leurs j avec les quils Ics prìncìpaux batìments df Ltmdns font garantts il n y a pas eu le moindre nrt fiuffert par aucune maifon •« On voyoh le fluide g/e6hìque fi Jouer & voltiger de la plus belle ma- niere^ màis de la plus effroyable autour des poìntes des conduSeurs y fur le palais de la Reme princìpa- lament , & il ri y a point de doute qu^ alors upe grande panie du /eu eleclrique neut eti paifiblement imbibi & tran/porte en bas. S 9» pollici {- quando ù prefenta al conduttore ekt-* trìzzato una palla di metallo di 4. pollici dt diametro; foftituendo a quefta palla un' altra di un pollice di diametro le fcintille non ifcoppia-- no che a 15 pollici ed un quarto ; con una palla di iv ^^ pollice non fi cavano fcintille fé non a mezzo pollice di diftanza , ed accoftando- vi una punta più acuta tutta Y elettricità fi difperde (i). Se dunque un conduttore puntuto (carica a poco a poco, ed in filenzio il fluido elettrico contenuto nelle nubi temporalefche fembrerebbe cbe facendo terminare V eftremità fuperiore di un conduttore in più punte metalliche acutiffime formanti una fpecic di pettine o vertidllo , quefta aveflfe ad agire più efficacemente fulle nubi che quando termina in una fola. Eppure Teccellen- te Fifico SJg, Acbard ha di mof Irato con dcci- fivc fpcricnzc il contrario (2) , poiché egli ha trovato che una ladra circolare di rame, nella ^mm (1) Phtl. Tran/. Voi. 68. part. 2. (a) Notici di qutiques experìemes eleStriquet par JkJr. Achard à Mu De Magellan . Journal de Phy* fiqne 1782. 99 cui area fìeno impiantate nove fottiliffime pun- te metalliche ^ prefentata ad una data diftanza ad un conduttore elettrizzato fcarica una minor copia di fluido di quella che viene eftratta dal- la medefima pìaftra metallica quando in vece di avere nove punte ne ha una fola (*) , ed ha fcoperto di più che col rendere quefta punta della maffima fottigliezza fi ottiene la maflimA effrazione poffibile di fluido elettrico. . Alcuni per rendere inalterabile la punta del conduttore fogliono indorarla ; ma Milord Ma^ hàn avverte che l'indoratura bensì preferva e di- fende ottimamente dall' azione dell' aria il rame ; ma che difficilmente fi attacca al ferro. Ai con- duttori che il Governo , ed il Comando gene- rale han fatto coftruire fotto la mia direzione^ ho fatto adattare una lunga e {bttiliffima ada conica di rame indorata a mercurio ^ ed ho avuto r avvertenza di farla a vite , acciò nel calo che il fulmine fondefle la punta fi poflfa facilmente togliere e foftituirvcne un'altra • (*) Chi defidera di vedere la fpiegazioae di qnefti fenomeni (brprendenti confulti il pih volte citato jibro di Milord Mahon . Princip. 0/ EleSlrkhj^ » S ^ 8VJ2*;'33A * »,---w ,,r xoo Riguardo poi ali* elevazione del condutto- re fopra gli oggetti circoftanti non fi può dire nulla di precifo. Poiché quanto più efla farà elevata e fopra vanzerà tutte le parti più emi- nenti dell* edificio , altrettanto maggiore farà la (uà efficacia , e più ficura la fua difefa. Ne* conduttori che io ho innalzato ho Tempre volu- to che 1* eftremità puntuu forgeflfe di 12 o j6 piedi al difopra dair eftremltà dei cammini o di qualunque altra parte eminente della fab- brica , ed ho fempre rifguardato come mal fatto un conduttore quando la di lui eftremità non fia per lo meno di fei piedi più alta delle parti più elevate della cafa che fi intende di prefer-* vare • L* immortale Sig. Franklin ha già fatto avvertire gli inconvenienti e l'imperfezione di un conduttore, che abbia foltanto un piede di elevazione, nelle fue rifleffioni fui conduttore fulminato della cafa del Sig« Maine nella Caro- lina meridionale ; e devo ali* amicizia dal cele- bre Sig. De Sauffute la notizia di un accidente avvenuto alla cafa di fuo Padre a Fontenex , la quale non odante TeOere armata di un con- duttore è fiata nella fcorfa efiate fulminata e dan- neggiata, perchè eflendo fiato porto il conduttore ^ ■. lor fulla Tonimità di un caftagno <ì*ìndla (ituato vicino alla cafa del fuddetto Sig. De Sauffute , i rami di queir albero andarono a poco % poca ere* fcendo, e finalmente giunfero a coprire inte« ramente la punta metallica ed a mafclierarla» Veggafi larticolo di lettera del fuddetto Sig. De Saujfure al N. V. Cadrebbe qui in acconcio T efame delle poco filofofìche obbiezioni che fono ftate pro« dotte dal Sig. Wilfon contro T ufo dei condut- tori puntuti . Ma quefte fono ftate fventatc nel-- . ìz maniera la più convincente dal Sig. Nairne^ dal Sig. Barbier di Tinan , e finalmente da Mi» lord Mahon . Mi affrenerò in vece a parlare dell' efténfione delF azione di un conduttore po« fio fopra di un edificio , vale a dire dentro quai limiti e fopra quale fpazio fi può credere che li efteada la forza prefervatrice di un condutto- re fatto nelle regole , e nei termini or ora pre- icricti. Il P. Beccaria cotanto benemerito della {cienza elettrica dietro alcune offervazioni fané al Valentino , e nel Piemonte fi indù Afe a ere* dere che un tal limite fiffar fi debba dentro 200 piedi , e appoggiati all' autorità di quello S 3 I02 Petite Fifico molti hafmo creduto che una cafa fia baftevolmente difeTa dal fulmine , qual- ora la didanza fra i conduttori deftinatt a pre- ferrarla non fia minore di 200 piedi, ed han* 00 attribuita a qualche circoftanza od imperfe- zione del conduttore le rovine cagionate dai fulmini alle fabbriche che dentro un tal limite erano protette dal conduttore. Ma meglio con- fiderando quefti accidenti, credo che fia un er- rore r ammettere che la sfera d' attività di un . conduttore fi eilenda tanto lungi . AUi 17 di Giugno del 1774 (*) il ful- mine colpi la cafa del Sig. Riccardo Haffenden armata di conduttore, la quale non oftanre quella difefa fu fenfibilmente danneggiata nel tetto» Queda cafa è pofta fui pendio di una collina e non ha che 40 piedi d* altezza , altrettanti di lunghezza, e 30 circa di larghezza. Ne' lati più brevi forgono quattro canne di cammini , e fo* pra una di quelle è fìffato il conduttore • Ora il fulmine fi fcagliò fopra uno de* cammini po- llo all'angolo oppofto dove era il conduttore. Nel 1777 vcrfo la fine del mcfe di Qiu- (•) PUH. TfMnf. Voi. LXV. IO? gno reftò fulminata la cafa delle raduiianze della Commi (fione di Guerra a Purfleet , che nel 1772 ^ra ftata armata di condunori • U fulmine cadde in un rampone che flava in un angolo della iuddetta cafa alla diftanza di circa 40 piedi dal conduttore y e dopo aver rotte alcune delle pie^ Tre contigue fi fcagliò nel filo del conduttore^ e di là fi fcaricò nel pozzo fenza recare alcun altro menomo danno* a quella fabbrica. Poco diffimile da queflo accidente è quello accaduto alla cafa del Stg. De Sauffure^ poiché il ful«> mine fi slanciò fui cammino fituato nell'angolo oppoftoy dove alla diflanza di 100 piedi circa innalzavafi il conduttore. Vedi il N. V. Per quanto fi vogliano attribuire quefli ac«* Cfdenti alla poca elevazione ed acutezza dell' cffaremità del conduttore, e ad altre limili cir- icoftanze , non fi può in alcun modo non am* mettere che Fazione della punta di un condut- tore non fi eflende ad una diflanza notabile , come generalmente fi crede ; e che eOa tutto al più può proteggere tutto all' intorno uno fpazio circolare di 100 piedi di diametro. Perciò quan<> do fi tratta di fabbriche, che fieno per la loro elevazione, o figura ec. più efpofle ad eflere S 4 104 colpite dal fulmine, in quéftì cali io credo che aflblutamente fia neceflario di (ituare i condot-» tori fra loro dtftand non più di 70 o 80 piedi, e che fé la fabbrica ha delie parti angolari , e che fporgano notabilmente ali* infuori non fi pofla prefcindere di erigere fopia ciafcun angolo un* acutiffima punta metallica che comunichi col conduttore , poiché venendo dalla furia de' venti, o da altra fimile cagione trafportata qualche nu- be temporalefca obbliquamente contro alcuna di quefte parti o notabilmente fporgenti, o ango** lari, la fcintilla fulminea le percuoterà non o« ftante che non fia molto dittante il conduttore « Laonde bifbgna prevenire anche quefti accidenti colla difefa ed oppófizione delle fuddette punte , e con legare al conduttore per mezzo di fili metallici i ferramenti od altri corpi metallici^ che fono più degli altri efpofti all' efplofione fulminea • Nelle fabbriche che non fono molto elevate ed ifolate, che non hanno molte di quelle parti fporgenti in fuori fi può prendere qualche ar» bitrìo, e tenere i conduttori ad una diftanza che fia maggiore di 80 piedi , ma in ogni altro cafo non crederei abba/lanza difefa una cafa in 105 cui i conduttori foflero fituati ad una diftànza maggiore della fovraindicata , e ove gli angoli e le altre parti eminenti dell' edificio non aveflero una comunicazione metallica col conduttore • Quelle cautele o icrupoli y (è pure fi pof- fono con un tal nome chiamate , fono molto più neceflar; in que* luoghi , ne' quali la me- noma omiifione può cagionare delle rovine ine* ftimabili, come nei magazzini della polvere , negli archivi ec. infomma in qualunque luogo che fi voglia gelofamente cudodire. In quelli cafi qualunque eccefib di cautele non deve giam* inai trov^rfi foverchio^ né giudicarfi inutile. Alcuni per un eccefib di cautele hanno ifo* Iato il conduttore facendolo fodeoere e pafiare fei groffi tubi di vetro, affinchè non avefi^ al« cuna, comunicazione còli' edifìcio , e alcuna ben- che ^ciola porzione del torrente fiilmineo non avefli^.a (cagliarfi fovr'efib. Ma quando pure fi "voleflèro adottare quelle foverchie cautele, non fi porrà in alcun modo approvare da chi co^ noTce l'elettricità ed i di lei effetti l'aver rinfer- rato il filo metallico del conduttore dentro groffi e robofli tubi di vetro, poiché è notiffimo che un filo che fia capace di tradurre fenza fonderfi / jo6 la (carica dì una grolTa bòccia di Leyden, eh tufo dentro un tubo di vetro, o compre (To fra corpi ifolanti non fufibili, non folo tutto vien dt- ilnitto e diflipÉto dilla fcintilla elettrica, ma cfpibde fpezzando il torpò ifolante che Io rac- chiude; e più di un fulmine ci ha prefentato il fenomeno di uno o piò maffi di marmo fpez- xati dalla fcintilla fulminea non oftante che (oSt in effi incaftrata un* afta di fèrro che da un capo all'altro li penetrava. Non cosi fuccede fé il corpo ifolante che lo circonda ed abbraccia fia fufibile j come è la cera di fpagna , la pece , il maftice ec. , poiché molti fili metallici intona cati di qacfte foftanze traducono fenza fonderfi delle grofTe fcarìche elettriche che non avreb- bero potuto trafmettere fenxa liquefarfi fe foP- fero ftati fvtóiti. Milord Maéon che ha fiit^ ro quefte fperienzc fpiega qucfti fenomeni con far oflfervare , che i predetti intonachi fono non conduttori del fluido elettrico quando fono fred- di , ma rifcaldati che fieno acquiftano la qualità di conduttori • Quindi il filo metallico che efli ricoprono prima di effere fufo , e diffipato dalla fcintilla elettrica deve neceffariamente divenir rovente, e rintonaco che gli è in contatto deve 107 pure riTcaldarfi, ed acquifterà quindi la qualità di conduttore • Perciò quelle foftanzè fufibili ap« plicate ad un conduttore ben lungi di efTere di danno aumenteranno piuttoftò la capacità condut- trice del medeflmo • Con quefte cautele operando^ ed ufando tutte quelle di cui diAu(àmente fi è trat^ tato in quefla memoria , una cafa può rifguardarfi CQme fuflicientemente difefa dagli infiliti del faU mine 9 e chiunque avrà efiiminato i princip) t le i*agi(Mii y alle quali è appoggiata la ficurezza di un tale prefidio non potrà condannare co- me impropria e temeraria T ifcrizione che io ho fatto apporre ad uno dei conduttori, che per ordine del Governo ho innalzato fili cafisggiato di Brera (*). Non oftante T evidenza di tanti luminofi fatti I e la forza di tanti convincenti ragio-^ iiamenti che parlano in favore di quefta gran- de fi:operta , di cui a ragione va gtoriofo il (*) Quefta infcrizione confifte nei fegueoti verG del lib. IV. dell'Eneide di Fir^ì/ìo. ^fpicis hxc • • . cum fulmina torques Nec qutquam horremus cxcìqu. in nubìbus ìgnei Titrìficant animos^ & inani a murmura mifcent • loS noftro fecole 9 non oftante che diverfe nazio» ni, preflo le quali le verità per quanto fieno lontane e contrarie dalle comuni opinioni fono bene accolte ed applaudite , abbiano con impegno adottato e promoflb quefto genere di dife(à , con tutti i luminofi efempj che pure avrebbero do* vuto percuotere gli intelletti di coloro che noa fi lafciano guidare e perfuadere che dall' auto? rità e dairefempjo, con tutti i moltiplicati sfoni dei Fifici, che non ceffano mai di farne fentire agli uomini la neceffità e la ficurezza ; non oftante tutto ciò non fi tralafcia ancora di diJTputare va» gamentc full' utilità di quefto prefervativo , e invece di adottarlo con riconofcenza , molti cer« cano ogni modo di fcredi tarlo, e di diminuirne con vani ragionamenti il merito e la riputazione • Frattanto i temporali non lafciano di ritornare al loro ufato coftume e di infierire , addenfaodp fui noftro capo le loro furie , e tratto tratto noi veggiamo fcagliarH dei rovinod fulmini fuUe no- ftre cafe, e cagionarvi degli incendj, delle ro- vine , e de' difaftri d'ogni genere . Non è ancora fcordata la fatale difgrazia della Città di Brefcia ^ né facilmente fi dimenticherà da chi un momento riflette che le noftrc cafe , i noftri padii ^ i no- 109 Ari figli j in fomma tutto ciò che vi ha di piiì caro e di più facro è ftato per tanto tempo fconfìgliatam^nte efpoilo ad un fimile accidente. Il noftro fuolo quantunque fembri che per la fua depreffione abbia ad eifere poco efpoflo alla furia de^ fuhnini j pure fia che le molte acque'.che lo innaffiano fbrnifcano una abbondan- te materia ai vapori ed al fluido elettrico che gli invette , Zia che le alpi vicine ripercuotano fopra di noi i temporali , elTo è pur troppo in- feftato dai fulmini , e nell* anno fcorfo moltiffi- me cafe tanto nella Città che nella campagna fono fiate notabilmente danneggiate da quefta (termi- xiatrìce meteora; ed abbiamo con dolore veduto molti dei noftri cittadini ed agricoltori perdere mifèramente la vita. £^ vero che ciò devefì ad una ftraordinaria circoflanza deli' atmosfera , è vero che temporali così frequenti e così rovinofi come quelli della fcorfa efiate fono per noi un feno- mena ed una flrav aganza ben Angolare • Ma chi ci afficura ^ e qual fondamento abbiamo noi che ci induca a credere che un fimile imperverfa- mento di temporali non abbiati a rinnovare ? Se ai terremoti della Calabria e della Sicilia (1 vogliono attribuire ) le medefime caufe tuttavia ^ I "^ - • no fuflTìftono, tuttavia nelle vifcere della terra fer* mentano le materie vulcaniche y e quafì tutta r Italia è minata da fornaci vulcaniche che feb- bene tn parte eftinte non lafciano di effondere infenfìbilmente que* principi che ponati nelfat* mosfera e combinati coi vapori formano il tuo- no ed il fulmine. Ora ciò che è ftato una vol- ta j può beniffimo rinnovellarfi ; e poi non è neceffario che la terra (la fcofla da terremoti perchè noi abbiamo ad eflere infeftati dai ful- mini, Poiché chi conofce la ftoria meteorolo- gica di cinquanta anni addietro ià che frequen- tiffimi e rovino!! fono flati fra noi i tempofali fenza che o terremoto od eruzione vulcanica gli abbiano preceduti . Se il fulmine fbfle per noi una ineteora flraordinaria ^ flravagante^ vorrei pure fcufare V indolenza di coloro che fatalmen- te abbandonano al cafo ed alla forte le loro vi* te, é tutto ciò che hanno di più caro; ma qu) non fi tratta di un pericolo lontano , poiché puntualmente i temporali accompagnati dal con- fueto duolo di flilmini ritornano dal più al me- no alle loro ordinarie ftagioni , e non paffa mai alcun anno fenza che noi fentiamo che il ful- mine abbia recato delle rovine che fi fareb- Ili bero in parte potute prevenire. Altronde quan* do noi fuppomamo di eflere nel pericolo di un difaftro , non fofFriamo noi forfè io fteffo male ed il medefìmo difpiacere, come fé ravefTimo? Parem pajfis trijihiam facit pati pojfe : non ad iéium tantum excogitamusjfed ad crepi tum (i). Perlocchè quando pure Y ufo dei conduttori ci procuraffe il vantaggio di tranquillizzare la non (Ira immaginazione col renderci più intrepidi alle minacele di una così terribile meteora , non farebbe quefto un vantaggio ineftimabile per r umanità ? Bifognerebbe dice T incomparabile Filofofo Sig. Beniamino Franklin (z)^ rendere Fu/o di quejia /coperta piti univerfale che f of- fe pojibile y poiché il di lei avvantaggio non fi rijirimge foltanto a difenderci dalle rovine dei fulmini y ma altresì a renderci pih corag* gi^fi e tranquilli : e ficcopie il male di cui ef fa ci preferita non può avvenire che una fola njùlta nella vita , mentre le fpaventofe minac^ ciej di cui ejfa ci lìbera y poffono cento e cen^ to volte ripeterfi , tutto ben calcolato quejia (i) Seneca Eptfi. 74. (a) m^s lett. XXVIIL PEi,-: • . 112 mi f ima ptoptìeti può forfè affai pih della pri$i9S €on$ribuire alla felici$à delFuman genere (•). Ma è r ordinario deftino delle utili verità quello di eflfere poco o freddamente accolte da- gli uomini generalmente e , dirò anche y fortuna- tamente indolenti per tutti quei mali che veg- gono in una lontana profpettiva, che ne dimi- Duifce fempre la forza e lo fpavento. U Filo- ibfo che conofce V indole del cuor umano ben lontano dallo fdegnarfene ^ o dall* intiepidire il fuo zelo , fi confola che alcune verità fe non furono accolte e fefteggiate non fiano ftate al- meno p^rfeguitate dal cieco fanatifmo o dalla cabaliftica ignoranza , poiché confidando egli nella forza del tempo e riflettendo che la luce iiTefiftibilc della verità arriva finalmente a di- radare le denfe tenebre dell'ignoranza ed a dif-« fiparle, fi lufinga che venga poi a colpire Tin*» telletto di quelle Perfone , nelle cui mani flan-* do ripofta la forza, e 1* autorità, fono fatte per dar agli altri Tefempio, e flrafcinarfi dietro un ^ (^} Pena minor ctram fubìto perferre ruinam Qho(Ì tìm^as gravius /ofiinuìffe dìu "3 numerofo fìuolo di pecore feguacl; ed inebriato da quefta animatrice fperanza già prevede che refa più univerfale la perfuafione dell' utilità dei conduttori elettrici, e avvezzati gli uomini a vederla in mille rifcontri da i fatti avvalorata e confermata la loro renitenza nell' abbracciare una si utile pratica fi cangerà in un' univerfale ammirazione: poiché Nulla è mai di sì facile credenza. Che di molto difficile non pa}a Al primo tratto; e fimilmente nulla Per si grande e mirabile fi addita Mai a principio, che volgare, e vile A poco a poco non diventi anch' efla. Lucr. Traduz. del Marchetti (*). Affine di preparare fra noi quell'epoca ed accelerare il trionfo della verità, non balla l'a* ver con fode ragioni e con luminofi fatti di* moftrata 1' utilità di quello prefervativo : con* » ■ ■ ■ (*) Sed nequt tam facilis res ulla efl , qua ea prtmum Difficilis magìs ad credendum confitta ìtemq* Nil adeo magnum , nec tam mirabile quidquam Principio , quod non minuant mirarier omnes Paullatim . h "4 vieti diftruggere gli errori, e rifpondere vitto*' rìofamente alle obbiezioni che fi vanno facendo contro queft* utile pratica , acciò coloro che con maligna prevenzione fdegnano tutto cih che fente la novità , o che fi oppone ai pregiudizi ed al- le opinioni più inveterate , fieno difarmati di tutti quei mezzi) ccm cui nafeondendo la loro timida ignoranza o palliando la loro malignità fi fiudiano di oflfufcare T intelletto e di alienare r animo di coloro che fiirebbero difpofti ad ab« bracciare la verità , fé dalle indifcrete dicerie che fi vanno a bella pofta fpargendo non foA fero difanimati. Il eh. Sig. Abate Toaldo che è fiato uno de* Fifici più impegnati a promo- vere Tufo de* conduttori elettrici ha pubbli- cato uno fcritto intitolato apologia de* condut* tori y in cui propone ad una ad una le difficoltà che pofibno venir in mente , o che realmente fi fanno contro V ufo di quefie macchine , e fog- giunge a ciafcuna immediatamente la convenien- te rifpofia; ma io defiderarei che quefio eccel- lente fcritto avefie refa inutile un* ulterior ap- pologia, e che aveffe fparfo in tutti la perfua- fione e la convinzione. Ma pur troppo io veg- go che è necefiario di richiamare V attenzione '.j. del pubblico (opra queflo oggetto y e che bifogna fvenrare le obbiezioni che non fi tralafcia di fare anche dopo la pubblicazione dell'opera del Sig. Toaldo. Fra quefte una delle più fingolari y e che più d' ogni altra ritiene le perfone dall* adotta- re Tufo di quefte macchine, fi è runiverfale credenza fra noi che neiringhilterra , nella. Fran* eia 9 nell'Olanda, e nelle altre parti dell'Euro- pa fieno fiati in più di un luogo levati i con- duttori, perchè l'efperienza ha dimofirato che effi arrecarono più danno che vantaggio agli edific), a cui fono fiati applicati. Si adduce in conferma di quefta opinione ciò che è accadu- to fotto i noftri occhi al conduttore innalzato falla torre dell'abazia di Mera te, il quale poco tempo dopo efiere fiato ereno fu per quefia ra- gicme demolito, ed ho intefo da alcuni aflerire che anche il celebre Sig, Conte di Buffon è ftato obbligato a togliere quello che il medefi- mo aveva innalzato a Montbard per ufo di of- lérvazioni full' atmosfera • Io mi Infingo che coloro che vorranno ono« Tarmi con leggere quefio mio fcritto, e fegnata* mente i N/^ II. XL XIL fi convinceranno che è hz faUKTimo che ne* luoghi* dove ì conduttori fono flati podi in pratica fia accaduto alcun incon- veniente che abbia obbligato a demolirli; poi- ché non vi ha alcuna Provincia dell' Europa colta in cui quefto falutarc (>rerervativo non fia flato adottato non foio per le cafe private ma Anche per gli edificj più importanti , come fo- no le conferve della polvere, gli archivj ce. ai quali fi avrebbe più che ad ogni altro luogo dovuto togliere quella difefafe 1* efperienza Ta- \tffe dimoflrata pericolofa. Se ad alcuno re- flaife ancora qualche dubbio fi compiaccia di dare un'occhiata al catalogo dei conduttori elet- trici che fono venuti alla mia notizia e che a quello oggetto io pubblico in fine di quella mia memoria , ed alle lettere e tefiimonianze che io mi fono procurato dai miei amici e corrif- pondenti . Riguardo poi al conduttore pollo fulla torre di Merate, e che fu in feguito de- molito 9 conviene fapere che quello non era fat- to fecondo le regole dell' arte j e che confeguente- mente era viziofa la fua cofiruzione eflendo in più di un luogo interrotto: onde non deve più ad alcuno f^ forprefa fé quella macchina in oc« cafione di temporale anzi che allontanare il pe^ ricolo abbia In vece contribuito ad accrefcerlo; Perciò fu un ottimo efpedientc quello di to- glierlo j ma meglio ancora fi farebbe fatto , fé da qualche valente Fifico fofle ftata rettificata e migliorata la di lui coftruzione. Oltre al conduttore di Merate abbiamo due fatti recentiffimi dell* anno fcorfo di conduttori che fono (lati efpre(famente demoliti. Il primo è quello di S. Omer, di cui parlo nelP annota* zioni in fine di quella mia memoria al N. VII. , e r altro è di Fano. „ Girava in quelle parti ( cosi mi fcrive un mio amico, che ha avuto quella notizia da un Cavaliere di Foflbnbrone ) un facitore di fpe- 9, rienze elettriche e di conduttori. Ne pofe ^y quattro o cinque in Fano facendo ampia fran- ^j chigia fecondo lo ftile de' ciarlatani alla Città jy tutta: ma che ne avvenne? non era egli an« jy cor partito , quando fopraggiunfe T orrendo ^y temporale del 15-1^ Agoflo, nel quale fo» ^y lamente in Fano fcopptarono circa 20 fulmi- ,, ni . Una cofa sì (Iraordinaria in una Città non 99 foggetta a tali difgrazie, per quanto fi affe- ^y rifce , commoflTe talmente la plebe, che ob* yy bligò il Governatore a far levare i conduc- h 3 Ii8 ^ tori fui fatto , e a bandire il povero fpcri- jy mentatore come uno ftregone, che per non ^ effere lapidato fu coftretto di ritirarci e fug- jy girfene la notte • Un altro ne aveva pofto ,, fuUa fortezza di Pefaro^ e fulla fteifa fortezza ^ cadde il fulmine, ma dalla parte oppofta. jy Deve qu) rifletterìi che anche in Fano refta- ^ rono illefe le fabbriche armate in prova dell* 9, efficacia dei conduttori anche tenuiflimi* ^^ Un fatto di quefta natura avvenuto in una Città) dove le fetenze fono poco accarezzate, dove fi commétte la coftruzione dei conduttori a un ciarlatano 9 dove fi bandifce uno fpenmen* tatore come ftregone 9 e fi fanno demolire i conduttori come caufe eccitatrici di temporali^ non deve effer tenuto in alcun conto, né far autorità preiTo chi ha un pò* di buon fi^nfo. E^ veriffimo poi , che il Sig« Di Buffon dopo cflere fiato uno de' primi ad afficurarfi con de* cifive efpcrienze che la materia fiilminea è di una natura del tutto fimile al fluido elettrico innalzando a Montbard una fpranga di ferro ifo* lata nella maniera propofta dal Sig. Franklin , rha fatta demolire: ma ciò non fu già per- chè quel celebre Naturalifia V abbia giudicata perìcolofa, che anzi dopo aver fatto atterrare la fpranga per le offervazìoni y egli ne «ha fatto innalzare un* altra fuUa nsedefima cafa^ come fé ne poflbno vedere le prove più autentiche nelle due lettere, che il medefimo Sig. Conte £>i Buffon j ed il Sig. Prefidente di Morveau mi hanno fatto T onore di indirizzarmi, e che io a pubblico difìnganno ho inferito alla fine di que- lla memoria. Vegganfi i Num. XIV., e XL E' incredibile la temerità a cui giunge la cieca prevenzione di chi avendo abbracciata un* opinione ftudia ogni modo di foftenerla anche a cofto della verità, poiché fenza r'fpettarla fi ià lecito non folo di alterare i fatti, ma ola anche di farli credere diverbi da quello che real- mente fono, ed aflin di forprendere la pubblica credenza appoggia le dicerie all'autorità di nomi* ni rìfpettabiliflfimi , attribuendo loro opinioni che eglino hanno avuto giammai (*) . Di quefto genere è quella che fi è fparfa fra noi riguardo al P. 'Beccaria y poiché qui corre voce che queflo va- lente Fifico negli ultimi anni di fua vita fia flato (*) Infila homìnìùuf libidine alenai de indujlria Tumores. Tit. Liv. Lib. XXVIIL h4 120 c6ftretto dalla moltiplicità dei fatti y e dalle of« fervazioni a ricrederfi di tutto ciò che aveva detto e pubblicato intorno all' utilità dei con* duttori elettrici* Per ifmentire una sì grave imputazione Atta alla memoria di un uomo a cui mi legava, una particolare (lima ed amicizia ^ io mi fona indirizzato all' illuftre fuo amico e difcepolo il Sig. Conte Pro/pero Balbo di Torino, il quale per difpofizione teftamentaria effendo flato fatt o erede e depofitario di tutti gli fcritti di quelT illuftre Fifico, ed avendo feco lui famigliariffi- mamente viiTuto fino agli ultimi momenti , in cui fu tolto agli amici ed alle fcienze, doveva più d' ogni altro eflere informato de' fuoi fenti* menti) e delle fue opinioni intomo a una tale materia. Veramente io durai fempre moltiffima fatica a credere, e non feppi mai perfuadermi^ che un uomo cotanto benemerito della fcienza elettrica avefle dovuto ricredere una verità che egli aveva cotanto contribuito a ftabilire, e m£ parve fempre ftrano, che nel famigliare carteg- gio, che per più anni io ebbi con lui in ma- terie di fcientifico, ed analogo argomento egli aveffe fempre occultata a me quella fua Qpi« 121 Dione • La riTpofta che gentilmente ho avuto dal Sìg. Conte Balifo pienamente giuftifica la mia renitenza, e la fama del P. Beccaria. Veggafi il N. IX. Anzi intendendo il fuddetto Sig. Conte che molti fra noi perfìftevano in quella opinio- ne, ebbe la compiacenza di interpellare diverfe dottiflime perfone , cioè il D. Cigna , V Ab» JElandi ^ TAb. Valperga di Calufo, il Commen- datore De Anton) , che negli ultimi anni videro fovente il P. Beccaria e tutti ( cosi egli mi fcrivc in una lettera degli 8 Ottobre 1783 ) mi hanno concordemente ajferito di non averlo mai intefo a biafimare in generale F ufo dei con^ duttori j anzj di averlo più volte udito a te-* nerne ragionamento j e a difenderne con tutto il vigore r utilità . Ma ripigliano coloro, che fì oftinano ad impugnare l'utilità dei conduttori: Se quelle macchine foffero atte a difendere le cafe dai fulmini , per qual ragione mai in più di una occafione fi fono vedute delle cafe danneggiate dal fulmine non odante Teffere armate di con- duttori? e fé iFifici magnificano i vantaggi dei conduttori con produrre efempj di cafe da elfi prefervate dal fulmine^ perchè non fi dovrà a 121 quelli cafi favorevoli contrappore quelli che hanno chiaramente dimoftrara Y inefficacia o r infufficienza di quefta difcià ? Di cafe danneggiate dal fulmine nonoftan- te r eflcre armate di conduttori io non conofco che le feguenti quella di Raven (i) di Maine (2) di Haflfenden (3) della Madonna della Guardia (4) di Purileet (5) di Heckingam (6) e di Saufiur re (7) . Ma quefti pretefi danni dei conduttori provano anzi e dimoftrano la loro utilità ^ poi* che il conduttore fulminato del Sig. Rjn)em era compofto di un filo fottiliffimo di ottone che comunicava con una verga di ferro innalzata (i) Account ffom Carolina of the effeBs of lìgbt^ nìng on tuto of the rods affixed to houfes fa/c fecu^ ring them agaìnfi lìghtnìng. (2) Mr. William Maiae*s account of the effeSs ef lìghtnìng on hìs rod* (3) Phìlof. Tranf. Voi. LXF. (4) Vedi la lettera del Sìg. Di Saujfure al N. IIL (5) Philof. TranfaRìons. (é) Vedi la lettera del Sig. Dì MagelUn al N. I. (7) Vedi la lettera del Sig. Di Saujfure al N. V, Ibpra di un cammino: il fulmine paflando pei^ cfTo fufe e diffipò intieramente il filo fenza re« care il menomo danno al muro lungo cui etto fcendeva, e foltanto vi fece un largo buco nel luogo dove dietro del muro eravi appoggiato uno fchioppo. Ora e chi è mai che non vegga che quefto piccolo danno è derivato dall'effere troppo fottlle il filo del conduttore, polche il fulmine lo fufe, e che qualora fofle flato di una maggiore groflezza, il fiilmlne non Tave* rebbe fufo, nè^ abbandonato per gettariì fullo (chioppo che gli era vicino ? Alla pag. 80 di quella memoria ho già latto oflervare , che II conduttore del Sig. Maine aveva diverfì difetti, vale a dire che era eie* vato folo 6 in y pollici al difopra della fom« mità del cammino, ciò che è troppo poco rl- Ipettivamente al volume del cammino e della cafa , che le diverfe afte del conduttore non for* mavano un corpo continuo, e che appunto nei fiti dove quefte erano difcontinue il metallo fi fu(è, e il fulmine ftaccò dal muro gli anelli di ferro che lo foftenevano , e che finalmente Teftre- mità inferiore del conduttore non fi affondava baftevolmente nella terra, poiché non era ab- / / 124 baftanza lunga per arrivare fino all' acqua , o ad una grande eftenfione dì terreno fufficientefflente umido per ricevere, e difperdere tutto il tor- rente fulmineo. U conduttore fulminato di Haffenden aveva Io ftefTo difetto di quello di Maine di follevarfi troppo poco fulla cafa, e di eflere troppo di- nante dal luogo fu cui cadde il fulmine; poi- ché il temporale venendo da una parte , diretto da una collina fu cui la cafa è (ituata, non potè rifentire 1* azione e V influenza della punta , la quale era poco elevata e verticale: aggiungali a tutto ci^, che erad in quel conduttore tra-* fcurato di far comunicare con elfo le parti me- talliche più elevate della cafa e del tetto, che erano le più efpofte all'incurfione del fulmine. E^ inutile che io qui mi faccia ad accen- nare i -difetti di corruzione del conduttore ful- minato della Madonna della Guardia nelle vi- cinanze di Genova, poiché il Sig. Di Saujfure nella lettera che ha avuto l'amicizia d'indiriz- zarmi, e che fi trova al N. III. ha baftevol- mente foddisfatta la curiofità di chiunque vo- glia informarfi dei difetti di quel conduttore fcan- dalofo. Siccome quella macchina è fiata in f(> gulto ottimamente riparata dal eli. P. Agerio ho voluto prender delle ficure informazioni a Ge« nova per fapere fé dopo una tale riparazione quella Chiefa che era folita quafi ogni anno ad effere colpita dal fulmine abbia mai fofFerto al* cun danno , ed il eh. P. Sanxai dèlie Scuole Pie Ila avuto la bontà di accertarmi , che quel con- duttore dopo eflere flato rettificato dal P. Agenià ha con ottimo fuccefTo difefo quella Chiefa. Potrei pure indirizzare i miei lettori alle diverfe opere che parlano delle rovine cagionate al m^azzino di Purfleet^ e fegnatamente alla più volte citata opera del Sig. Abate ToaUo^ ma affine di metter fott' occhio lo ftato di que- llo accidente, riferirò qui ciò che ottimameq- fé oflerva il fuddetto chiar. Fifico ^^ La cafa „ delle Affemblee di Purfieet aveva intorna yj H tubo un parapetto di muro elevato circa 99 un piede fopra le grondaje. Queflo muretto 99 era coperto di laftre di pietra , e quelle erano 9, legate come fi pratica con cagnoli di ferro 99 impiombati. Il fulmine fu attratto da quel 99 rampone che flava full' angolo di tramontana 9 99 in diflanza di 40 piedi dalla punta del condutto% 99 re 9 faltò nello fpigolo della laflra di piombo vi^^ ' \i6 '99 Cina , fcagUando via le pietre intermedie , fqua-« ^j gliando il piombo del rampone e della gron* ^ daia proffima , e quello è tutto il danno che ^ fece: del refto paflato il fulmine nella gron« jj daja, corfe al tubo conduttore, e per mezzo ,, di elfo fcaricoifi nel pozzo fenza verun* altra ^j lefione. I Commiflarj che la Società Reale ^ mandò tofto fopra il luogo oflervarono L che ,, la punta del ccxiduttore era ottufà, contro yy ciò eh* era ftato preicritto , con un capelleuo jy Ghiacciato 9 che non avrebbe fcarìcato una 9, bottiglia ben elearizzata fenza grave fcoppio, 9, e perciò non era da ihipire j che operafle ^y poco fopra della nuvola. IL £^ da notare ^y principalmente, che quel rampone di ferro ^ ^ febben immerfo nella pietra, badò per attrarre ^y il fulmine ( la nuvola veniva dalla parte alta ^ della collina al Nord, determinata dalla col* „ lina fteflfa ); III. ma quello ferro era inter-» „ rotto, e per queflo diede occafione a quelle „ fratture • Se fofle (lato legato con filo di ferro 9, anche piccolo alla grondaja non vi era fuU „ mine ^^ {*) . Riguardo poi agli alai due (*) Dei conduttori per prefervare gli edìfizj dal fulmini • Memoria del Sig. Ab. ToalJoy pag. ^j. 7^7 edificj di Heckingam^ e di Fontene^tj io fup-^ plico i lettori a oflèrvare le citate lettere del Sig. Di MagellaHy e del Sig» i7/ Sauffure. ; Accordiamo per un momento ^ replicano gli avverfar) , che un conduttore pofla liberamente tradurre un qualunque torrente fulmineo quando fi a ben fatto, ma come fi afficurerà dalla rug-^ gine e dagli altri accidenti che ne poflano al*- f erare, e rendere viziofa la coftruzione? Primieramente gli inconvenienti della rug- gine, che tanto fi magnificano ne' conduttori fatti di. ferro non fono poi di una tale impor-> tanza, quando l'afta metallica fia di una certa groflbzza per averne a fare un sì gran conto: di ciò ne ho già parlato altrove. Altronde fé alcuno teme , che un conduttore irrugginito pofta efler pemiciofo lo faccia di rame, oppure ado-» peri delle afte di ferro ftagnate, quali le ha propofte alla pag. 7^. Riguardo alle altre alte-» razioni, io non fo prevederne alcuna che poftà fopravvenire a un conduttore originariamente ben fatto; poiché quando eflb abbia una fo^ lidità fnfficiente in tutte le fue parti, e che quefte fieno affieme unite, e folidamente colle«t gate, e fi abbia T avvertenza di difenderlo dai / Ìi8 popolo con fare cTie la parte che i più vicina alla terra, e che è più efpofta, ila incaflata 11* beramente in un muricciuolo , non vedo, difli, alcuna cofa che alterare pofla la coftruzione di un conduttore, o renderla pericolofa* Non fono quefte le (ole obbiezioni che fi (anno ai conduttori , ve ne fono delle altre più fìlofofìche, e che meritano di eflere efami- nate ; ed io confeflb ingenuamente , che non faprei meglio efporle di quello che ha fano il celebre Sig. De Lue in una lettera, che mi fece r onore di fcrìvermi da Londra agli 1 1 Dicembre delFanno fcorfo. „ Io credo che la fcarica di una nube tem- ',, poralefca non può eflere determinata , che da yj una cagione molto grande a fronte di cui un ^, conduttore è una cofa poco fenCbile. £^ lo ^ flato contrario della nuvola e del fuolo che 9, determina il fulmine a difcendere ; eifa fi de* I, termina fopra un edifìcio , perchè è la parte ^, della terra, ove lo flato è il più contrario ^ I, in quel modo appunto che una fcintilla ca« I, vata da un conduttore fi determina fopra Tar* I, ticolazione la più inoltrata della mia mano. ^1 Ma fé full* articolazione vi è un pelo che fia ^j più della medefima elevato, la fcintilla non jy fi determinerà mai fopra quello pelo j perchè 9, quefto ha una mafla troppo piccola rifpettl- ^j vamente a quella della mia mano, e del con* 9, duttore. Ora un conduttore puntuto è fem- jj pre troppo vicino ad una fabbrica, e troppo „ lontano da una nube per aver un'influenza 9, fenfibile fopra la fcarìca della medefima , e j, non potrà mai impedirla qualora, lo fiato delle ^ cofe fia difpofto ad effettuarla, poiché una jj punta acuu e fottile fcarica lentamente un ^ conduttore , fcaricando V aria che lo circonda • 9, Allora il di lei effeno à fenfibiliffimo fopra ^ un conduttore che le fia vicino , ma fé quefio ^ conduttore è immenfo, come è una nuvola, ^ Teflfetto di quella punta farà quafi nullo a ^, cagione della mafia d'aria che bifognerebbe Pf fcarìcare prima d'influire fenfibilmente fuUa ^ nuvola • Io ho già detto più avanti , che mi ^ pareva, che quefta fcarica non poteva efiere jy occafionata che da una gran cagione • Diffatti ^ quanto mai grande è il torrente di. elettricità ^ che tutto in una volta fi fcaglia? Partendo 9, dalla nuvola egli fi dirige verfo un punto, ep- •9 pure fi muove fcrneeeiando. Probabilmente è I50 ,, la refiftenza deirarìa che altera il di lui corfo. 9, Quando trova Tana condenfata avanti di lui jj egli fi getta da una parte , indi ripigliando ,, la ftrada più breve verfo 1* oggetto di bel ,, nuovo comprìme Taria y e nuovamente fi slan- yy eia da una parte. Ora ciò pofto y ciò che ,9 determina il luogo che il fiilmine colpirà è ,, l'ultima curvatura che ha fofferto nell'aria; ,, e come mai fi vorrà, che la prefenza dei „ noftri piccoli conduttori pofla badare ad in- ,, fluire ad una piccola diftanza fopra un tor- ,, rente così rapido, per piegarlo con un così yy piccolo oftacolo, come è un ben fatto sì ma ,, piccolo conduttore. Il conduttore non farà ,, utile, che allorquando il fulmine piegato dall* „ aria colpifca la fabbrìca nello fteflb punto in „ cui evvi il conduttore, poiché in quello ca* „ fo il conduttore lo feguiterà preferibilmente* „ Ma forfè quello picciolo vantaggio è compen* „ fato dalla picciola addizione che fa il condut* „ tore alla determinazione del fulmine fulla fiib« „ brica roedefima aiutando a produrre da quefta „ parte con maggiore prontezza lo (lato contra- „ rio , ed ecco perchè il Sig. Wilfon non fenza „ ragione difaprova i conduttori puntuti ^^.t £^ vero che la mafTa di un conduttore riipettivamente ad una cafa può eflere parago* nata ad un pelo che fia fopra di una mano; ma noi veggiamo > e T efperienza chiaramente celoinfegna, che quefta comunque picciola ca*t gione è più che fufficiente a determinare la fcarica del fulmine, il quale appunto percuote gli edificj slanciandofi fopra la fommità dei tor* riid dei cammini y full' afte delle banderuole y ed altre febben picciole , ma eminenti parti delT edificio , ed abbiamo già addotto piò di un efem- pi di fulmini foUecitati e condotti da foailif- fimi ferramenti • Ora fé quefti corpi fono cagio- ni fufficientemente determinanti il fulmine fopra un edificio 9 bifogna che e0e abbiano > una pia eftefa influenza fopra una nube temporalefca di quella che fi crede, e fé l'hanno fenza che effi ampiamente comunichino colla terra, perchè non Tavrà un conduttore che per effere continuato e comunicante coli' acqua prefenta al fulmine un fa- elle veicolo? Convengo che un conduttore ap« plicato ad una cafa è ciò che un pelo è rifpet- tivamente ad una mano , ma in quel modo che un comunque fottiliffimo filo metallico che fi tenga in mano | e che fporga alquanto iti ftio* i z 13^ ri impedifce che la fcintilla elettrica di un va- fiiffimo conduttore fi getti fopra le articolazio- ni della mano pia vicine al conduttore, così pure il condunore o impedirà che la fcintilla fi icagli dalla nube fuUa cafa difperdendo il fluido elettrico generator del fulmine, o fé non potrà impedire la formazione della fcintilla fulminea^ efla preferibilmente ù slancerà fui pelo metalli- co fé con tal nome vogliafi chiamare il con* duttore • Le punte dei noftrì conduttori, ancorché fieno poco elevate , e confeguentemente fieno lontane dalla nube temporalefca , pure noi veg- giamo che attraggono e difperdono in filenzio una quantità ben grande di fluido elettrico , anche allor quando la nuvola non manifefta il ridondante fuo fuoco con lampi, o con tuo- ni ; polche più volte, còme già fi diffe , fi fono vedute rilucere ampiamente le punte dei conduttori , e quando quelli fono ifolati , noa lafciaao mai di manifedare il paflaggio di quello fluida, con dare delle fragorofiffime e continue fcintillein occafione di temporale. Tanto è vero che la loro azione fi efercita, e fi eftende ad una notabile diflaozd^ comunque poco eleva^ ti fieno , e diAanti dalla nuvola temporalefca ; Male poi fi eftimerebbe T efficacia di un conduttore per la fua maffa . Poiché fé noi avcf- fimo ad eftimare un filo metallico per la fua mafla', e per la fila refiftenza^ non crederemmo giammai poffibile ^ che una grofia fcarica di una batterìa elettrica 5 un fiilmine artificiale capace ad ammazzare un grofTo animale avefie poi ad éf- (ère innocuamente tradotto da un fiottile filo di ferro. E nel fulmine naturale non abbiamo noi forfè mille efempi di fili di ferro pei quali fono paflTati liberamente dei groflì fulmini , onde to- gliere ogni dubbio che un conduttore della dimen- sione, e della forma che viene configliata dall'arte abbia ad effere una caufa fufficiente per determi- nare, e condurre il fulmine anche il più rovinofi)? Nella propoda obbiezione fi riguarda un conduttore come un corpb poco elevato, ma di grazia ove fi faccia che forga , ficcome piià ù preferi (Te , di 12 o 16 piedi al diiopra di un edificio , non farà elfo di un quarto più elevato dell' altezza di tutto 1* edificio ? e per quanto V edificio abbia un' ampia comunicazio- ne col terreno umido o coli' acqua , per quan- to grande fia il numero de' corpi metallici che 134 contiene y il flùido elettrko paflfando per eflb non incontrerà una refiftenza incomparabilmente mat^ore di quella che troverà nello fcorrere r afta del conduttore ? Le nubi temporalefche altronde non formano un corpo continuo Aè di una piana fuperficie ; eflendo effe fortemente attratte dalla terra a quella fi avvicinano in modo che le loro parti inferiori fi ftendono e fi abbaflano verfo della medefima formando ^ per così dire 9 una ferie di nuvole fecondarie « Noi abbiamo fopra di ciò le più decifive ofler<- vazioni fatte da diverfe perfone che dall* alto diligentemente oflervarono lo flato della fuper^ ficie inferiore temporalefca fiilminante e la vi<* dero appunto come tutta' ftracciata , e da eflà giù pendenti e fofpefe diverfe nubi più piccio^ le e fecondane tendenti vcrfo la terra (*): onde quand* anche i conduttori non agiflero fopra le nubi che ad una poco notabile diftanza, pure agiranno efficacemente allorché quefle faranno dif- pofte a fulminare, nell'atto cioè che per facili- tarfi la fcarica del fuoco elettrico , la nuvola fi (*) Vedi Franklin Works ; IVilke Remarques far les lettrci de Mr, Franklin . I3J eftende e fi abbafla verfo la terra affine di po<- tere più facilmente slanciare fopra di quella il fuoco elettrico di cui abbonda • La fcintilla fulminea mpvefi a ferpeggia- mento, e invece di andare per la (Irada più breve fi slancia ora da quella, ora da quella parte fe- condo che trova una minor refiflenza al fuo pafTaggio : ma quando incontra un corpo che gli offra un' ampia e libera flrada , a quello fi dirige, quand' anche per arrivarvi abbia a fol- care, ed a dividere uno (Irato d^ aria di una certa denfità « Ora un conduttore che termini in una punta acutifilma per una fcintilla elettrica è un corpo della minor pofllbile refiflenza , e quand'anche efla fofle determinata a colpire un qualunque altro corpo , la punta ha una for- za fufficiente per ifviarla e dirigerla fopra di iè. In prova di che fé fi prefenti a un con- duttore elettrizzato una sfera di metallo fi ofler- verà, che non fèmpre la fcintilla elettrica col- pifce il punto più elevato della fuperficie sferi- ca, e. confeguentemente il più vicino al condut- tore ; ma il più delle volte incurvandofi fi slan- cia ora da una parte , ed ora dall' altra • Ciò avviene perchè la fcintilla elettrica partendo da i 4 n6 Ufi conduttore per giungere alla sfera metallica è obbligata a folcare ed a dividere lo (Irata d'aria interpolo ^ e non pu& dividerlo fenza con^ denfar Tarla che le (la davanti; perciò, quando efla è vicina alla sfera, prova una minor refi* ftenza nell* incurvarfi , e nel gettarfi da una parte ^ di quella che proverebbe fendendo lo Arato d'aria, condenfata che le (la davanti , perchè la refi- (lenza di quell'aria condenfata non è fufficienre- mente compenfata dalla maggior elevazione dell* apice della sfera , e piegandofi da una parte per-» corre bensì una (Irada più lunga , ma folca uno (Irato d'aria, che febbenepiù alto, le refiile meno dell'altro, che quantunque meno groflb è però più refiftente per eflere condenfato • Ora , fé nella sfera fi impianti una punta benché a(rai piccola , non fi vedrà mai la fcintilla che slanciafi dal conduttore incurvarfi per ifchivare la punta , ma giunta ferpeggiando ad una cena diftanza della medefima a quella immancabilmente fi dirigerà ^ e la percuoterà • Perchè , febbene tanto nel cafo della sfera che della punta l'aria venga con« denfata dalla fcintilla nell'atto che l' attraverìa ^ la punta però le offre un paflagglo libero , ed una si piccola refiftenza , che piuttoflo che declinare ^37 dàlia fua ftrada ò obbligata a vincere Io (Irato* d'aria interpolo, ed a fcagliarfì fopra la me-* defima. Aggiungafi a tutto ciò che difficilmente ad una certa diftanza dalla punta può ]*ana ef- fere in uno flato di condenfazione ; poiché le punte cagionano nell* aria che loro fta intorno Qft continuo movimento ed agitazione, che par proprio che dalle punte efca un fenfibile venti- cello , per cui , quand' anche la fcintilla fulminea fendendo Taria la condenfafTe, la punta collo fpargere ed agitar Taria che le fta air Intorno impedirebbe , o almeno di moko fcemerebbe quefta condenfazione. Coloro che impugnano T utilità, dei condut- tori gli accufano come macchine, che invece di allontanare e rimovere Tefplofione fulminea Tin- vitano anzi, e fenfibilmente l'attraggono j cade è che fu quefti principi elfi rifguardano una punta diretta contro le nuvole tcmporalefche come un- invito che fi fa ad un torrente di fuoco elettri- co , il quale fenza dieflfa farebbe pafTato avanti. E primieramente è un errore il credere, che le pnnte metalliche, e confeguentemente i conduttori attraggano il fulmine ; poiché effi of- frono bensì al fluido fulmineo una refiftenza mi- '38 nore di quella ^ che efTo incontrerebbe nel paf- far per altri corpi j che non foflero metal- lici , o non puntuti ; ma è affurdo il dire , che le punte lo invitino , o lo follecitiao a di- fcendere, e fé pare che alcuni FiHp abbiano voluto attribuire alle punte la virtù di attraere il fluido elettrico 9 ciò non fu che un modo di efprimerfi con un termine molto femplice^ e non mai nel fenfo che le punte avefléro una forza attrattiva. L'opera di Milord Mabom più volte da noi ricordata può foddisfar chiunque abbia la curiofità di efaminare con quali fpe- rienze , e fopra quali princip) fia ftabilita quella nullità d'attrazione delle punte metalliche. Un conduttore altronde fatto nelle regole prefcritte, anzi che attraere i\ fulmine , ferve piuttofto a diminuire la forza dell' efplofione fulminea; poiché le punte metalliche, agendo efficacemente fulle nubi temporalefche , le fpo- gliano dell' elettricità ad una maggiore di/lanza
  • im« maginare per difliparlo? e fé mai un pallone aeroftatico che feco traeffe una groffa corda me- tallica, fpinto nelle nubi in occafione di tem- porale , foflfe atto a fcaricare a mifura che fi fbr« ma tutto il fluido elettrico contenuto nelle nubi, qual ragione vi farebbe mai di non innalzarlo (2)? Se dunque non vi è alcuna cofa che oppor fi poffa air ufo dei conduttori elettrici, fé la (i) jid conterendos eos y quìbus innocentìa nifi metti non placet , pofuere fupra caput Judicem , & quìdent armatum. Seneca. Nat* quxfl. (2) Non qU9 violari fumma Déum vis pojfit. Lucn Liù* P% Joro utilità, e ficurezzà è appoggiata a mille ragioni, e confermata da mille luminoH fatti ^ le finalmente non è che T oflinata ignoranza , e r indocile pregiudizio che pofla formare delle obbiezioni e delle difficoltà, farà egli fperabileche ^iflipato il timore il quale ingombra Tanimo di molti abbia a divenire fra noi più univerfale Tufo dei conduttori ? Potremo noi lu(ingarci,che la no* Ara Città qual nuova Filadelfia abbia ad offrire air Italia Tinftruttivo ed utile fpettacolo di molti conduttori, che afficurando dagli infulti del fulmine la vita de' nodri cittadini, abbia poi a prefer* vare le nodre campagne col rendere fra noi i temporali meno frequenti e ruinofi ? Non ci mancano degli autorevoli efemp) : già abbiamo veduto difefo dagli infulti del fulmine il depofito più facro delle noftre proprietà ; e mercè V illuminate cure del nodro adorabile Sovrano non avremo più a temere , che fi rinuovi fra noi la fatale difgrazia di Brefcia, e non vedremo più con ifcandalo della Filofofia infultati dal fulmine quei medefimi luoghi nei quali fi infe« gna il modo di riderfi delle fue minacce . Già molti cittadini hanno dato alla patria un utile cfèmpio coli' adottare quelli utili prefcrvativi » ts6 ed 10 riguardo come un gran paflb fatto vcrfo la verità il vedere molti , che prima confiderà- vano i conduttori come macchine perniciofci ora ridotti a crederle inutili , perchè non fi giunge mai alla verità fé non per mezzo di molti errori ; ed a mifura che quefti divengona meno affurdi , più vicino e più fperabile è il paffaggio alla verità. Che fé gli efcmp; patrj non fono baftevolmente autorevoli per vincere chi non (i lafcia guidare fé non dall'autorità e clair efempio 9 rivolga egli lo fguardo a tanti illu- minati Sovrani , che fordi agli ftolti riclami deUa fanatica moltitudine , ed alle grida del cieco pre- giudizio, non hanno afpettato, che un fatale av« venimento loro abbia aperto gli occhi , facendo follo armare di ben fatti conduttori le fabbriche più importanti, e che meritavano la più gelofa cudodia • Ma con ^utto ciò avremo noi il piacere e la foddisfazionc di veder fecondate le bene- fiche paterne cure dell' illumin.ito noftro Go- verno, e riparata rinefcufabile indifferenza che finora fi è avuta per una sì grande fcopcrta ? Me felice fé quello mio fcritto potrà rifpar- miare qualche vita preziofa alla focietà, ed io 157 mi ftimerò baftevolmentc ricompenfato di quefta quainfia fatica , fé potrò rifcuotere un fegreto applaufo da qualche anima fenflbile al progreflb delle utili verità , e fé avrò corrifpofto alle ^ifte e premure di chi confidando più nella bontà della caufa che nella mia abilità m'ha fatto l'o- nore di valerfi dell'opra mia per richiamare la pubblica attenzione a quefto argomento • Che fé alcuno aveffe delle ragioni e dei fatti da pro- durre che direttamente ' fi oppongano a ciò che credo fufficientemente provato , io finirò col Poeta invitandolo a follenere pubblicamente la fua opinione. Dffine qua pvopter novi fate extenitus ipfo Eitpuere ex animo rationem , fed magis acri Judicio perpende , & fi tibi vera videtur Dede manus^aut fi falfa eji accingere cantra^ Lucr. de Rerum Nat. Lib. z. (*) ^ {*) Onde non voler tu fole, atterrito Dalla fua novità , la mia ragione Correr veloce a difprezzar j ma prendi Con pii^ fino giudizio a ponderarla: £ fé vera ti par , confenti e taci : Se no t'accingi a difputarle incontra. Tradaz. del Manhctti. \ 15« ANNOTAZIONI ANNOTAZIONE L JL^Opo che fuUa cupola del noftro Duomo è ftata innalzau I;^ guglia, più frequenti fono ftati i colpi di fulmine che hanno percoflb queU*im« menfa febbrica. Nella fola (lare del 177^ tre fulmini vi fono cadoti, e quattro nell'anno pre- cedente; e non paifa quad mai anno fenza che il fulmine vi cagidhi delle mine che obbliga- fioafare delle riparazioni difpendiofe. Eppure , nonoftante l'autorevole efempio di tante colte nazioni , che fi fono fatto un dovere di armare di conduttori quelle fabbriche, che per la loro elevazione e corruzione fono più ^fpofte agli infulti del fulmine , U veggiamo tuttavia sforni* ta di quefla difefa. Anche a Strasbourg è flato inutile lo zelo illuminato del Sig^ Barbier di Tinan , che fi lufmgò di perfuadere 1? pcrfone , che h^nno la fopraintendenza alla bella Catte- ^le di quella Città della neceffità di munirla ^S9 di ben fatti conduttori, con una Memoria, che è ftata applaudita ed approvata dall' Accademia Reale delle Scienze di Parigi , e da chiunque fi interelTa pel progreflb delle utili verità (*) ; poi- ché il celebre Autore con fua lettera in data dei 30 Ottobre dell'anno (corfo mi feri ve che quel fuperbo edifìcio è tuttora fenza alcun riparo, e mi aggiunge che egli non ha alcuna fperanza di veder adottato il fuo progetta, a meno che qual- che finiflro accidente non apra gli occhi forfè troppo tardi a coloro che l'hanno rifìutato» £^ vero che , trattandoti di una fabbrica co* tanto ampia quanto è il noftro Duomo, rar« maria di ben fatti conduttori efigerebbe una no* tabile fpefa; ma io credo che quella non oltre*^ paflerebbe la fomma di Un 7000, la quale non è poi grandi flima , e altronde rifparmierebbe tante e sì frequenti fpefe cagionate dagli infuki éel fulmine t In occafione che fu chiamato il ceLP^B^^^i^ ria per armare il Duomo di conduttori , ho intefo da molti afficurare che le mine prodotte dal fui- (*) Memoire fur la maniert d*armer X u^ condu^ iieur U CathedraU de Strasbourg & fa Tour. mine non faranno mal per efTere molto notabili, e fi limiteranno foltanto alla guglia y perchè eflen- do il Duomo una fabbrica molto vada ripiena di ferri e di materie metalliche ; ed eflendo altronde ìmmenfa la di lei fuperfìcie e 1* eftenfione , la materia elettrica , dopo aver attraverfata la gu* glia, ed avervi fatto qualche danno, fi difperde- rà pei molti ferri e punte, e pel velo d* acqua che bagna la di lei fuperficie , fenza recar alcuna mina nelle parti inferiori dell'edificio. In prova di quefte loro aflferziòni produ- cono i diverfi colpi fulminei che in quefti ul« timi anni percofTero la Cattedrale , i quali non fono flati giammai notabilmente dannofi, né mai le mine fi fono eftefe alle parti inferiori deir edificio • Ma ben efàminando quefle rifleflio- ni fi trova che fono del tutto infuffiftenti , Imper- ciocché , febbene fia vero che non fono mai fiate molto grandi le mine cagionate in quefti ultimi tempi alla noftra. Cattedrale, non perciò ragion vuole che abbiafi a inferirne che fempre debbano cfTcr^ tali . Anche a Strasbourg la maggior parte dei colpi di fulmine erano fiati poco dannofi pri- mft del 175^, in cui poco mancò che la Tor- re della Cattedrale non ne foflfe diflnitta. Or • b.. ^ A -li 1^1 chi ci afficura che non abbia a fuccedere lo fieflb anche fra noi ? Bada che ricorni un tem- porale fimile a quello che involfe Cremona alcuni anni fa, e che per più ore di feguito r anno fcorfo infierì in Cracovia, per veder confermati quefti timori da finiftri accidenti. Né vale il lufingarfi che la moltiplicità dei ferri e delle punte, e il velo acqueo abbiano a difperdere la materia elettrica; poiché anche la Torre di Strasbourg è piena di fpranghe di fer^ ro: eppure è (lata notabilmente danneggiata nel 1759, e non fempre il fulmine < cade preceduto da pioggia che bagni la fuperficie de' marmi • Nel 1775 il fulmine percoffe la noilra Cattedrale fenza che alcun tuono né una fola goccia di piog- gia r abbiano preceduto • Io fteflb ho veduto formarfi fuir orizzonte una picciola nuvoletta , la quale a poco a poco ingrandita , quando fu fuUo zenit della guglia , slanciò un fr^orofo fulmi- ne fatale a due muratori che in quel tem- po (lavano travagliando intomo alla medefima. Se mai quelle riflelfioni facefléro aprir gli occhi a quelli che prefiedono a quella fabbrica, con pubblicare V eftratto della memòria del Sig. Bar^ tift di Than ip laro propongo il metodo , che 1 j6z dovrebbero tenere nelT armarla; ma temo e pre- vedo, che i miei voti, nqn faranno per avere una miglior forte di quelli dell*illuftre Fifico di Strasbourg • ANNOTAZIONE IL • Il celebre Sig, Ab. Fontana , nelle fue ricer* che intomo alla Filica animale , ba oflervato che il fulmine e 1* elettricità tolgono ai mufcoli Yir^ ritabilirà rendendoli o fommamente rilafciati o notabilmente contratti e rigidi. I cadaveri ài quelle* perfone ^ che muojono per contrazione ed irrigidimento de' mufcoli, dovranno reftare dopo il fatai colpo nello fteflb flato, in cui fono gli mimali intirizzici dal freddo, nei quali la rigi- dezza dei mufcoli è così fenfibile, che diffidi* mente fi può far prendere alle loro membra una poficura diverfa da quella che efli avevano nelT otto che reftarono morti . ANNOTAZIONE III. r Un notabile abbattimento di forze provò il Sig. IX Giacomo Vcnini fpecialmente nelle gambe dopo efTere Aato colpito da un ramo del fulmine che cadde in Tua cafa , e arrifchiò di eflere fatale all'ottima di lui famiglia • Nel mo* mento che il torrente ^ fulmineo lo colpi , oltre alla forte commozione, egli fent) come anrarfi i mufcoli delle gambe che più non lo foftenne- ro. Anche il mio buon amico il ceL Sig. Prof. Mofcatij neir efplorare lo flato di una fpranga frankliniana che egli aveva eretta nella fua cafa d'abitazione in Pavia per fare delle olTervazioni fuir elettricità atmosferica , non potendo ufare di tutte le precauzioni neceiTarie, fu percoflb da una porzione del torrente fulmineo che lo ftefe per terra : rinvenuto da quello colpo provò una. notabile difUcoltà nel movere le braccia che gU continuò per molte fettimane. Vedi il N. XVH, Nel 1781, eiTendo io alfente dalla Citfà, uno de' miei fervi ebbe la euriofità di toccare ^ nel mentre che fcintillava, la fpranga fr^nkU*» niana che ho eretto fulla mia tafa per fare con-^ifa delle o0erv^ioni full' elettricità at^ mosferica , e fu punito di qqefl^ (uà quriod** tà con riportare una terribile fcoffa che poeo mancò che noi rovefciafTe per terr^ ; fortuna \ tameate la copia del fluido elettrico non ctr 1 a 1^4 molto notabile , onde in capo a poche ore non rifentl più alcun dolore alle articolazioni della mano e del braccio con cui toccò la fpranga, e nel fjorno feguente non ebbe altro che un leg- giero ingombro alla teda. ANNOTAZIONE IV. Convengo coirilluftre mio amico il Sig. Ab. T^/f/i^ nell' accordare che le diverfe piante, fpe- cialniente quelle che fono abbondanti di umori come i pioppi , i falci ec. poflano in qualche modo agire fulle nubi temporalefche , e fcari* carie del fluido fulmineo. Ma io non mi cre- derei abbaftanza ficuro dagli infulti del fulmine, quandanche la mia cafa fofle d' ogni parte fian- cheggiata da una corona di quefti alberi, per- chè elfi non fono mai conduttori baftevolmente perfetti di elettricità ; e temerei quindi che qualche groflb ramo del torrente fulmineo fi gettaflfe fopra la medefima , come più volte è accaduto in fimili circoftanze. Il (bprallodato Sig. Ab. Toaldo riflette mol- to bene che gli alberi fono conduttori imper- fettiffimi di cienricità ; che V umidità pon i mai un veicolo così atto al fluido elettrico quanto lo è il metallo; che quefta umidità non è nelle piante difpofta in condotti perfettamen- te continuati, eflfendo efli interrotti dalla foftan* za legnofa la quale è un corpo piuttofto ifolantc che deferente , ed effendo anche efteriormentc ricoperti da una corteccia molto fecca. Pafla in feguito a dimoftrare che le piante piò ab* bondanti di parti acquofe fono più dw'Ile altre foggette al fulmine, e che fempre la materia ful- minea prova molto oftacolo e difficoltà nelJ*at- traverfarle • Diffatti chi conofce le belle fpericnzc del P. Beccaria full* acqua , e paiticolarmentc quelle del celebre Sig. Bergmann fopra la refi- (lenza che incontra il fluido elettrico raccolto in una picciola boccia di Leyden neir atrraverfarc un cilindro d* acqua di pochi pollici di lunghezza chiufo in un fottile cannello di vetro, non potrà mai indurfi a credere che il torrente fulmineo di una vafta nube temporalefca poffa per Tanguftia dei delicati vafi delle piante liberamente tradurd e fcaricarfi nella terra, fenza che una notabile porzione di efib ne rigorghi e fi fpanda fo- pra i corpi circolanti; maflime perchè i fughi vegetali fono imperfetti conduttori 4i elettricità. 1 3 t66 Per Io che un albero in vicinanza di ùnd cadi è Un vicino più perìcolofo che utile. Ometto di riferire diverfi accidenti fune« ftiffimi Ibpravvenuti a perfone che fi trovavano t qualche diftanza da un albero nell* atto che ^uedo fu colpito dal fulmine , ed in vece di dilungarmi più oltre , baderà il rapportare qu) quanto ho avuto occafione di oflèrvare nell*an* no fcorìb fuUa collina di Monte vecchio , dove in vicinanza della chieia fono due altiffimi ol« mi che. coi loro eftefi rami torreggiano e toc- cano il tetto della medefima • Ivi nello fpazio di foli diecifette anni fono caduti con mina nella chiefa e nel campanile diverfi fulmini; febbene i luoghi danneggiati dal fiilmine non fieno df* fianti dalle fuddette piante che di fole 1$» o^ 10 braccia al più • Ora fé le piante foffero fuffi* cienti conduttori di elettricità avrebbero dovu- to difendere quella chiefa, maffime per eflere le loro cime di più braccia fuperiori al tetto della medefima. La ftefia verità è confermata da db che mi è fiato comunicato dal cel. Sig. Di Sauf» fure. Vedi il N. V. Ma quandanche non fofie dimofirata T in* fuflicienza delle piante nel difendere le cafe dai r6y fulmini, come mai (i potrà adottare nelle città una tale difefa dove T anguilla delle contrade 9 le circoftanzc de* condotti fotterranei , ed altre fimili non permetteranno mai che le piante pof- fano crefcere e profperare; e dove le cafe han- no un* altezza di 30 a 40 braccia , come mai fi potranno avere de' pioppi che colle loro cime fopravanzino una tale elevazione ? Ma voglio accordare che quefle piante poflano fare T uffi- zio di un conduttore metallico ^ voglio che il fulmine preferifca di colpirle rifparmiandj le cafe a cui fono contigue ; come mai gli uomini ù indurranno a circondare di pioppi le loro cafe per liberarli dai fulmini , fé frequentemente fuccedendo che le piante muojano percofTe dal fulmine , ognun vede che una caia difefa da quefti pioppi rimarrebbe dopo il primo colpo di fulmine fenza diiléfa , poiché le piante , morte che fieno, perdono gran parte de* fughi acquei che le rendon in qualche modo conduttori di elettricità? ANNOTAZIONE V. Senza ricorrere air ufo de* cervi volanti Tempre difficili ad inalzarli in occalione di tem- 1 4 ì6S porale, mi fembra che per mezzo di un globo aeroftatico fi pofla facilmente foUevare ad una grande altezza una grofla corda intrecciata di fili metallici, la quale obbligherà il fuhnine a difcendere per effa e fcaricarfi con cfplofione alla di lei eftremità. I palloni ad aria dilatata difficilmente pof* fono foftenerfi nell' aria in occafione di tempo^ rale fenza abbruciarfi, o efler rovefciati; ed il farli di una foftanza impenetrabile alla pioggia efige molta fpefa . Quelli ad aria infiammabile farebbero più opportuni fé le foftanze finora im« piegate dai Fifici alla loro coftruzione non la* fciaflero ufcir V aria , la quale a poco a poco filtrando dai minuti pori fi fparge nell'atmosfe- ra, e venendo inveftita dalla fcintilla elettrica s* infiamma, e può dar fuoco al reftante dell' a« ria contenuta nel pallone • Afine di procurare alla Fifica un pallone che contenga V aria in- fiammabile per più giorni ho fatto diverfe ri* cerche e finalmente mi è riufcito di ritrovarlo. Si prendano degli interini retti di bue , (i lavino in più acque togliendo loro il graffo: indi fi diftendano fopra un telajo, e fi lafcino afciugare fino a un certo fegno , vale a dire. i6g fino che fieno quafi vicini ad effere perfetta-* mente afciutti: allora fi dà loro una vernice di gomma copal, e (i lafciano di bel nuovo afciu* gare ali* ombra. Quefti inteftini fi unifcono af- iieme con colla forte di Germania e fi forma un pallone . E* d' avvcrtirfi però , che fopra ogni unione conviene fovrapporre con colla una lifta- rella della medefima pelle inverniciata. Quando tutto il pallone è terminato fi gonfia d'aria at- mosferica , e gli fi dà una nuova mano di ver* Ilice. Io fono attualmente occupato a far coftruire uno di quefti palloni affai grande con cui penfo di far molte fperienze inrereffanti full' atmosfera. Se mai prima che quefta mia opera fia tutta fiampata mi riufcirà di poter farne alcuna, mi farò premura di pubblicarne i rifultati in forma di un' appendice. Se vi è qualche maniera di evocare il ful- mine , quefta è certamente , a mio parere y la più opportuna: ma non poftb abbaftanza in- fiftere nel configliare di tentare quefte fperienze colle maggiori cautele ; altrimenti non farà il fo'o Tulio Oftilio che non effendo baftevol- mentc iniziato ne' mifterj di Numa ^ di cut ia 170 floria o la favola aflicurano che pofledeflé V ai te di evocare i fulmini, farà flato gravemem punito di quefto attentato. ANNOTAZIONE VL Per aver delle notizie più precife circa V lità recata dai conduttori elettrici neirAnseric=^ mi fono indirizzato al medefimo Sig. Dottc==3' Tranklsnj e fpero che prima che fia ultimata Wt^ Aampa di quefta mia memoria mi giunga — ^ rifcontro che afpetto da Parigi. Frattanto rifcs-^" tirò qui diverfe notizie che ho raccolto riguar^^ do al falutare effetto de* conduttori ftabiliti ne America , acciò coloro che fi lafciano offufca la mente dalle popolari dicerie, fi perfuadan che gran vantaggio hanno i conduttori apportate^ air America , e che il loro ufo va continuamente eftendendofi in quelle Provincie, II Sig. Andrea Burnaby Miniftro di Grc- eowich ne'fuoi viaggi fatti negli anni 175 J?, e 17^0 nel mezzo dell'America Settentrionale al- la pag. 28 cosi fi efprime. ,, Non vi è alcun yy paefe che provi in una maniera più evidente 9> r effetto e T utilità dei conduttori elettrici* t7f avanti che ti conofceflero e che fi adope« afferò quefte macchine ^ i temporali caglo* lavano le più grandi niine ; al prefenre ap« )ena fé ne parla . E^ degno dell' ofTervazione li tutti non eflfervi alcuna fabbrica armata di ronduttore che abbia fofferto il menomo dan* !o dal fulmine 9 benché moire volte i con* luttori fieno flati ' fufi ^ e abbruciati i legni ungo i quali efii difcendevano : il che di- noflra che elfi avevano ricevuto il colpo iilmineo^ e che la materia fulminea era fiata toppo abbondante per effere in totalità af- orbita dal conduttore . Ciò non oflante anche n quefti cafi non è mai accaduto alcun male ^ K>ichè il fulmine ha ricevuta dal conduttore ma direzione che ha prevenuto qualunque iniflro accidente ^^. E poco dopo foggiunge il clima della Virginia è variabilif&mo ^y e he nella fiate frequentiffimi fono i tempo^ ali y accompagnati fempre da fulmini ; ma iccome il paefe è poco abitato ^ e la mag- ;ior parte dei pofTeffori hanno dei conduttori lettrici fopra le loro cafe ^ rare volte accade rhc ì temporali producano alcun danno **. * che qui aflerifce il Sig. Burnab^ mi viene 172 confermato dal celebre Sig, Cbapfal Profcfforc di Chimica a Montpellier nel feguente fquarcio di lettera che ebbi da lui Tanno fcorfo „• b 5> vi aggiungerò che uno de' mici amici Uffi- 9, ciale d'Artiglierìa mi ha detto che il Sig. De^ ^, monis è ftato ultimamente ammazzato dal fiil- ^, mine in Filadelfia , perchè era alloggiato ia ,, una cafa di un uomo ricco che non avea mai ,) voluto imitar l' efempio de' Tuoi concittadini )« con armarla di conduttori . Soi^o ftato altre^ 99 afficurato che in Filadelfia dopo che i condut- ^y tori fi fono cotanto moltiplicati ^ i temporali ,9 fono meno frequenti che per lo paffato ^^« Un fenomeno molto curiofo è ftato ofler* vato a Nimphenbourg dopo che quell'immenfo caftello è ftato munito di conduttori elettrici» In occafione che un forte temporale veniva fpinto dalla furia de' venti verfo il Caftello e che le nubi fcoccavano da ogni parte faette^ quando effe pervennero al difopra del Caftello cefTarono di fulminare. Bertb* mem. cit. ANNOTAZIONE VIL Se in Ginevra , dove il minuto popolo jè forfè più colto che in qualunque altra Cit- '73 tk deir Europa , fi fono eccitati dei rumori in Dccafione che il Sig. De Saujfure innalzò il fuo ronduttore, non deve più far meraviglia ad alcuno, fé in altre Città, nelle quali le cogni- zioni non fono né cosi univerfali, né tanto pò-, >olari, l'erezione di un conduttore abbia dato Ielle inquietudini a diverfe perfone, che non ronofcendo i princip; fu cui é fondata la flcu- rczza di una tale difefa, e fentendo dire che quelle macchine allontanano il fulmine dalle cafe in cui fono fituate , hanno poi fragiona- co nel credere che il fulmine poffa da quefte macchine eflere divertito da un luogo per ifca- ricarlo e dirigerlo fopra i vicini , e fé per- Tuafi della poffibilità di queflo pericolo abbiano Implorata la fuperiore autorità per liberarfene. [n un paefe colto , come é Ginevra , é badato a fedare quefti clamori un picciolo fcritto che Nibblicò il Si^. De Sauffure^ in cui con attica leganza efpofe i princip) e le ragioni fopra le> piali è fondata Futilità dei conduttori elettrici; A, il fuo efempio é (lato fubito da molti imi- ato, Ma negli altri paeG, ne' quali il popolo lon è cosi colto, é ftato neceffario che la vo* re delT autorità e del comando imponefle fllen^ ^74 zio a (jueftì rìdami; giacché qualunque ragione filofofica non farebbe (lata afcoltata • Non i folo nella noftra Città che vi è flato quefto fcandalo • Nel Piemonte il P. Beccaria .corfe pericolo di eifere malamente trattato dai contadini che vedendolo in occaGone di tempora- le tranquillamente occuparfi dei fenomeni di que« Ila terribile meteora 9 credettero che foffe uno ilregone che a bella polla la fufcitafle* Molti ìnfulfi difcorfi fi fono tenuti a Padova ed a Venezia quando il eh, Sig* Ab, Toaldo armò di conduttori la torre delf univerfità, e quella della chicfa di S. Marco, Non minore h ftata r inquietudine che cagionò il conduttore fatto innalzare dal cel Sig. Marveau fulla fua cafa di Dijon, E recentemente nelFArtois nella Città di S, Omer avendo il Sig, Viffery de Boss VM eretto un conduttore, la cui eflremità terniìnava in una fpada dorata impugnata da una mano che fembrava minacciare il cielo, talmente (u grande lo fpavento e la cofternazione che que* ila macchina eccitò nel popolo, che molti m* multuariamente ricorfero al capo delb Città, implorando la fua autorità affinchè obbligale il Sig, Vijfety a levare il conduttore. Sfortuna*» ^75 timentc pel decoro della filofofia qaefto MI« niftro era sfornito di quelle cognizioni e di quei lumi , che hanno rifparmiato al noftro pae- fe un medefìmo ridicolo. Egli appoggiando il rìcorfo 9 ed alTerendo che la macchina era perni- ciofa abusò della fua autorità ordinando che foflTe demolita; ciò che fu tofto efeguito* Non fcffrl il Sig. Vijfery quefto torjo fatto a fé ed alla filofofia y e ricorfe al ConHglio Sovrano d* Artois acciò Io riparaflè • I rifpettabili Magi- ftrad di quel Configlio dopo aver eccitato diverfi illuftrì Fifici e varie Accademie ad efporre le ra- gioni che provano T utilità dei conduttori , final- mente ordinarono che il conduttore fofie rimefib. Siccome la floria di quefto curiofo avve-> iiimento può evitare degli ulteriori fcandali \ per- do mi fono procurato la fentenza pronunziata lai Configliò Sovrano d' Artois comunicatagli j^cilmente dal eh. Ab. Bettholon colla lettera legiftrata al N« VIL , ed inferifco qui la ftoria Vk quefto fingolar avvenimento prefa dalla me^ iBorib del fuddetto Sig. Bertbolon. ,9 Depuis peu un Phyficien de S. Omer 9 que les perìScutions , & fon courage à les fou- 9 ccnir rendront long-tems refpe£bble & cher 5, àux fcicnccs, s'cft vfl cn butte aux contra- ,, diélions les plus injuflcs dans le fein méme ,, de fa patrie pour avoir voulu lui donner uà 99 exemple qu' il auroit dù en recevoir. Mr. „ Viffery de Bois Valle avoit élcvé fur fa mai- ^y fon un para*»tonnerre ; il s'y etoit déteiminé 9, avec d' autant-plus de raifon qu'elle etoit en-> 9, vironnée des clochers; tSc un clocher eft uà 9, dangereux voifin. ,9 Bientót le peuple^ frappé d' étonnement 9, plus que d* admiration j fentiment fi ordinaire ^j à r ignoranco , eft faifi d' éffroi à la vue d*un 91 appareil furmonté d* une apparente de globe 9, fulminant & termine par une épeé, qui fem* 9, bloìt menacer le Ciel, & braver la foudre. 99 Une fourde nuneur fé répand par tout 9 la 99 nouvelle pafle bientdt dans touces ics bouches, 91 & la crainte dans Ics cceurs . Le Bailli de S, 99 Omer9 tout épouvanté, & memo r^mpli d^ 99 terreur vient auffitót arme d'une Requise^ 99 fommer le nouveau Salmonée de détruir^, & 99 d' enlever certe machine qui lui p^oiflbit plus 99 propre à provoquer le coiirroux du Cie| qu' à 9, Tappaifer, En vain le PhyQcien de F Ar- II tois repr^fente*t-il r^fpeélueufement V utilità 9) démontrée des para-tonnerrcs y cnvain invoque- yj t-il rétablifrement^prefque general de ces con- ^y duéleurs dans les deux mondes y Tautorité des 5, Phyficiens , & leurs nombreufes obfervations : yy le Bai Ili peu raffuré, fa requéte à la main^ ,, lui répond le plus honnétement du mond ^ju^il „ n^y entend riens avcu dont lì pouvoit fc yy difpenfer, & que fa démarche rendoic inutile. „ Pour r intérét de la vérité , dont ìt% yy droits font toujours refpeélables , nous fom- yy mes obbligés d'avouer que la paffion eut ainfi yy que r ignorance la moitié de la part dans ^y cett' oeuvre de ténèbres. Une voifine, pour yy me fervir de l'expreflion de Mr. de Bois Valli yy dans la lettre qu'il m'a ecrite, une voifine yy fut la cbeville ouvnere qui mit tout en mou- 9, vement • Les femmes dont T empire ed fi 9, puiffant & probablement fi dangereux, qui 9, favent fi bien infpirer leurs fentimens, prin« ^^ cipalement le courage &; T audace, furtout yy aux Francois , ici par une exception qui con- 9, firme la regie, infpirèrent la crainte & l'ef- 9, froi. Il efl vrai que la paffion d'une femmc yy irritée fut le grand mobile de Tagitation po* ^y pulaire qu'on remarqua à S. Orner^ mais Fi- rn 178 ^ gnorance toujours trop commune n^ contrìbua jj pas peu. Ehi que ne peuvent poinc Ics paf- 99 fions agiflfant de concert avtc TignoranceJ 9, Mais tout eft fourd à la voix de la vé- yj rtté. Malgré V évidence des raxfons, que le jy Phyfìcien perfécuté oppofe au langage de Ter- 9, reur, l'Echevinage de cette ville prononce un ^ jugement en pleine audience > & T ignorance ^ encore une fois vi^lorieufe fé félicite d* aug- yy menter au milieu du dix-huicième fiècle le yy nombre des fes triomphes ppur Torcer M. de ,, Bois Valle à d^monter au plutót fa machine yy regardée comme infernale; on infere dans le ,, jugement provifoire la fatale claufe, non ob- ,, ftant tonte appellation quelconque, qui pré- ^y vient un furfis au Confeil Souverain d* Ar- ^y ras &c. Ce procès nouveau Sk, fingulier fera 99 epoque dans les annales des fciences encore yy plus que dans les faftes des tribunaux , & la yy pofterité pura peine à croire que vers la fin ,) de notre fiècte, ce fiècle des lumiéres Se de yy la philofophie , en ait pu prononcer un juge- ^y ment femblable &c. Bertbolon voi des mem. yy de FA; ad. de Montpellier 1781 pag* 6g CS* yy fuivames^ LETTERE E MEMORIE CONCERNENTI I CONDUTTORI ELETTRICI CITATE NELLA PRECEDENTE DISSERTAZIONE. , I i8i • N. I, LETTERA , DEL SIC. GIACINTO MAGELLAN Membro delle R. Accademie di Londra , di Madrid , di Pietroburgo , e Corri fpondente deir Accademia delle Scienze di Parigi Sopra il fulmine caduto falla Caia d'Induftria di Norfolk . Brujfellet addì 28 Mar^o 1782. V^ Uefta cafa cfprefTamente fabbricata per oc* cupare i poveri del paefe ha la forma di un H : le due gambe perpendicolari rapprefentano le dae ale deir edifìcio diftanti fra loro di circa 108 piedi d'Inghilterra. Que(le due ale comunicano fra di loro per mezzo di un braccio orizzontale che unifce le due gambe dell' H • Otto erano le fpranghe che erano (late innalzate fopra i tor« rini dei cammini , ciafcuno de' quali aveva un^ elevazione di tre piedi e mezzo circa al diibpra m 3 1?2 del tetto 9 ed ogni fpranga era fatu di un'afta di ferro quadrangolare di circa mezzo pollice di groflezza, e fopravanzava la fonEimità del cam- mino a cui era attaccata preflb a poco di piedi quattro e mezzo* Un mio amico mi ha afficurato che quefli otto conduttori terminavano inferiormente in quattro ramificazioni , ma nelTuna di quefte a- veva la comunicazione che fi richiede coU'acqua o colla terra per poter produrre T effetto di (caricare la materia fulminea. Poiché una di quefte eftremità terminava in un ceffo a circa 6 pollici di diftanza dall'apertura della htrina, perciò r effetto y e F efficacia del conduttore do- vevano effere affolut^lmente vani. Altri tre dt ^quefti conduttori finivano nello fteffo luogo ^ vale a dire in una fogna j dalla quale erano eftt di più pollici lontani 9 folo che erano poco di- ftanti da una sbarra di ferro, che era irrugginiu ed incaffata nel muro; in fomma effi erano ap- preffo a poco come fé pendeffero nell'aria. Finalmente gli altri due conduttori fi riu«« nivano in un folo, e terminavano nei mattoni di un canale che ferve a fcaricare le immon« dezzc di una ftalla. Quefto canale aveva il fondo 183 coperto di uno ftrato di fango alto due o tre pollici 9 e fi fcaricava alla diftanza di 70 piedi in una vafca con una caduta di due piedi. Quefta vafca deftinara a raccogliere le acque delle ftalle è una fpecie di pozzo formato di mattoni . Per quanto fia grande la quantità dell* acqua che venga nella vafca, la fuperficie deli* acqua è fempre diftante di tre piedi e mezzo dall' apertura del canale , poiché ad una tale al- tezza evvi un foro che fcarica le acque di que« fta vafca « Da tutto ciò che ho detto ben fi vede che neffuna delle eftremità di quefti conduttori ave- va una baftevole e continua comunicazione per condurre la materia elettrica , poiché quefia vi trovava un'interruzione di ^ piedi e mezzo ;inter* razione troppo notabile , perchè la materia elettri* ca abbia a fcaricarfi fenza cagionare delle mine • Il fulmine che colpi quella cafa cadde ad una diflanza di circa 6^ piedi da uno di quefti ultimi conduttori; e poiché quello era, ficco» me or ora diceva 5 cosi mal coftruito , non deve fitr maraviglia ad alcuno 5 fé un tal parafulmi- ne non ha difefo la cafa dagli effetti del ful- mine « m 4 z' lS4 Ma ciò elle è più da oflervarfi fi i che tutto ftir intorno della grondaja del tetto vi era una coperta di piombo la quale non aveva alcuna comunicazione coi conduttori ^ di modo che vi era circa una diftanza di 42 piedi fra quefla copena metallica di piombo , ed il più vicino conduttore. Il fulmine colpì V angolo di quefta coper^ ta di piombo che come diffi era ifolata, né a* veva alcuna comunicazione coi conduttori. Eflà era altronde la prima punta metallica che il fulmine incontrava , poiché la direzione del tem* porale era in una linea retta oppofta a queft' an<» golo dell' edifizio. E^ neceflario altronde oflervare che le pnn« te degli otto conduttori di quefta fabbrica era* no irrugginite , poiché era ftato dimenticato ^ o per dir meglio trafcurato , da chi le pofe ^ ài farle di rame , e d' indorarle ^ eflendo quefta una precauzione troppo eftenziale per confervare le punte dei parafulmini , e difenderle dalla mg* gine a cui fono foggette . Perciò quefte non potevano agire, e diffatti non fi trovò fu di effe alcun vcftigio che potefle fare fofpettar che il fulmine vi folfe paifato mentre nell* an« »8S golo della grondaia era vifibiliflitno il luogo do* veli fulmine era plflató, poiché eravi una non equivoca fufione del metallo. Il fulmine fece efteriormente nei mattoni un foro di i^ pollici, e l'armatura del tetto prefe fuoco, ma quefto fu preflo eftinto fenza che abbia cagionato al* cuna mina. Il fulmine difcefe in feguito per l'angolo del muro 9 e fcavò nei mattoni una fpecie di canaletto: di là (i slanciò fopra i muri di una ftalla vicina ali* edifìcio ove fpezzò le tegole attaccate con chiodi, indi pafsò vicino ad una fella di cavallo, e lafciovvi delle traccie del fuo paflaggio, perchè in una ftaffa fi vedevano delle fufioni del metallo • Dalle ftaffe pafsò nell* acqua di cui era inondata la ftalla. \ \ ito N. IL LETTERA DEL MEDESIMO SIC. GIACINTO MAGELLAN AL Sic. Cavaliere MARSILIO LANDRIANI. Io ho vifluto abbaftanza, mio caro Cavaliere ^ per non farmi più alcuna maraviglia delia fcioc* chezza degli uomini ^ giacché non poflbno eflbre che fciocchi coloro che fpargono delle difficoltà e delle obbiezioni contro i conduttori eletcrid. Per rifpondere adequatamente alle domande che xni fatC) vi dirò in primo luogo ^ ffler impof- fibiie che io vi dica il numero dei condunori o parafulmini che fono flati eretti a Londra , poiché ve n' ha un grandiflimo numero , ma non tutti quelli che dovrebbero eflfervi • L'uomo é fempre lento anche in ciò che riguarda il proprio interefle, quando Taf&re non tocca pal- pabilmente la propria efiftenzai o le paflioni 187 dominanti : altronde fi vive per abitudine , e le difgrazie quando fono rare non fanno che una pafTeggiera imprefllone fopra il volgo , fbtto il qual nome bifogna comprendere molte perfone anche delle più diftinte. Sonò più di io o iz anni che la Società Reale di Londra è (lata confultata per armare la Chiefa di San Paolo di conduttori, e fucceffivamente pei magazzini della polvere che fono a Purfleet. EITa ha no- minato dei Commi (far) che hanno dato le dire* zioni più opportune; fra quefti eravi il gran Franklin^ e fopra clafcuna di quefte fabbriche fi innalzarono dei conduttori puntuti, Sforruna* tamente il Pittore Wilfon per ambizione di di- (linguerfi coir opporfi a Franklin proteftò affé- rendo che i conduttori dovevano effere ottufi^ affinchè non aveffero ad attraere que* fulmini che potevano paffare oltre • Ma Milord Mahon ha fatto vedere chiaramente che quefta attra- zione è una vera fciocchezza, poiché la punta fa lo fteffo ufficio di un foro fatto nelle pareti di una gran vafca d'acqua da cui il fluido efce fenza fracaffo e tumulto, laddove una sbarra ottufa non è che un gran foro che lafcia fcor- rerc T acqua con impeto, e tutta in una volta con pericolo e con ruina del canale é Conful- tate r eccellente trattato di quefto illuftre Fi- lofofo intitolato Principj delP Elettricità. Ciò non oftante il Pittore Wilfon da per tutto ed in ogni occafìone ha fatto un gran fracafTo contro i conduttori puntuti; e (iccome il gran Franklin è flato r anima dell'emancipazione dell'America contro il Difpotifmo che tentava di opprimerla con un Governo arbitrario che a poco a poco li farebbe eftefo in tutta l'Europa , la Corte In- glefe o per dir meglio chi la dirige ^ ha creduto di vendicaci di Franklin con favorire il fuo antagoniAa in Fifica, peixiò egli ha fatto at« ferrare i conduttori alla Franklin che erano fui Palazzo della Regina , e vi ha fatto foftituire ad ogni sbarra una fpecie di cappello metallico af* fine di renderne T eftremità molto ottufa . Quefto aneddoto farà ridere moltiffimo la pofterità. H Pittor Wilfon non tralafcia di fcreditare i con* duttori puntuti 9 e nel Giornale di Rir^ier voi troverete due mie lettere nelle quali io ho fven- tato le fciocche pretenfìoni di quefto oftinato circa all' accidente di Purfleet , e a quello di Norfolk • Ma con tutta la fua cattiva intenzione egli non osò giammai di negare i buoni effetti i8p delle sbarre metalliche per ifcaricare T elettricità fia negativa fia pofitiva . Voi non vi ilupirete fé vi dirò che qualche cortigiano ha fcguitato il di lui efempio , ma pochi fono flati quefti adulatori • Riguardo alla feconda domanda che voi mi fate , bafterà il fapere che è della più grande no* torietà in tutta T Europa ^ che molti luoghi e molte città neirAmerica fono ftate prefervate dalle mine e dai difaftri del fulmine che effe avevano foflferto per lo paffato , e ciò per mezzo dei con- duttori • Lo fteffo è accaduto rapporto alle navi • Egli è vero che talvolta , ( cafo però rariffimo ) qualche cafa è fiata fulminata è danneggiata non oftante Teffer armata di con- duttori, ma ciò è accaduto, perchè i condut- tori non erano ben fatti , e con tutto ciò il male non è flato molto notabile; poiché è una vera fciocchezza il pretendere che un conduttore mal fatto abbia a produrre un buon efFeno. Con- fultate la mia Ietterà inferita nel Giornale di RoT^Jer intorno al fulmine che cadde Tulla Cafa d*Induftrìa che era armata di conduttori, i quali invece di avere una perfetta comunicazione cotta terra erano feparati ec. Londra addì 30 Settembre 1783. N. II L LETTERA DEL SIGNOR ORAZIO BENEDETTO DI SAUSSURE AL Sic» Cavaliere E MARSILIO LANDRIANI. Cco, mìo caro amico, la ftoria del con- Ruttore della Madoima della Guardia , di cui yoi potete fare quell'ufo che più vi piaccia» Se ella è cofa rariflima il vedere una uh* brica danneggiata dal fulmine malgrado il con* duttore di cui efla è armata , è molto più nro il vedere quefta meteora penetrare nella &bbrìca condottavi dallo (leflb conduttore, abbandonar* lo quindi , e prendere in feguito una ftrada diverfa da quella che gli era fiata prefcritta, e cagionare delle mine nelle diverfe parti delT edi- ficio • Tale è il fingolare fenomeno che i ft^to ipl oflervato nella chìefa della Madonna della Guar- dia fituata fopra una montagna diftante tre le- ghe dalla Città di Genova» ' Eflendo io andato a Genova nell' Ottobre del 1780 in compagnia del Sig. PiSlet per fare delle ofTervazioni di Fifìca^ e di Storia Natu- rale , noi abbiamo creduto di non dover omettere di oflervare ed efaminare un fatto cotanto ftraor- dinario. In quefta efcurfìone noi abbiamo avuto il piacere di eflère accompagnati dal P. Ageni dianzi Profeflbre di Fifìca , ed attualmente Pro- feffore di Teologia neirUniverfità di Genova^ il quale è un uomo molto colto, ed il primo che abbia colà introdotto Tufo de' conduttori , e che ha fatto riadattare e completare quello che era ftato imperfettamente efeguito fuUa chiefa della Madonna della Guardia» Siccome per più anni di feguito quefta chiefa era ftata percoflà dal fulmine , perciò fi credè neceflario di difenderla con un conduttore il quale fu innalzato il giorno 3 di Novembre del Ì778. Quefto conduttore nell' Agofto delT anno feguente fu colpito dal fulmine ; giacché è fuori d* ogni dubbio che il fulmine è entrato ed ilfcito dalla punta del conduttore , poiché quefta che era di rame dorato , ne fu in parte fu* fa. La sbarra di ferro alla di cui eftremità era faldata quefta punta, entrava a vite nelhi fommità della croce che coronava il campanile della cbiefa • Eflfendo penanto il fulmine entrato per quefla punta difcefe per la croce, ed ivi invece di feguitare il rimanente del conduttore che paflava efteriormente , e andare a difper* derfi al piede del muro meridionale della chie* fa, pafsò per le sbarre di ferro che foflengono il campanile e che legano gli angoli del por- tico ; e ficcome quelle sbarre non ifcendono fino a terra , la materia fulminea continuò la fua flrada attraverfo degli fleffi muri, i quali non eflfendo conduttori abbaflanza perfetti furpno in un luogo traforati e fquarciati e fcroftau in molti altri • Le ladre di pietra che formano il pavimento della chiefà in più d'un luogo furono follevate ciò che fece creder che il fuU mine Ha flato del genere di quelli che fi chia- mano afecndenti. Ciò che deve fare flupore fi è che effendo la chiefa ed il portico pieno di perfonc neir atto che fcoppiò il fulmine ; giac- ché era giorno della fefla di S. Banolomeo , non yi è flato alcuno ^he fia flato amm^zato o p^i* \ »P3 rìcolofamentc ferito . Tutti quelli che erano fotto il portico furono rovefctati, vi fu una donna a cui il fulmine abbruciò la manica del veflito, ed un uomo ebbe una fcarpa fcucita in vicinanza della iùola , e fi pretende che la fuola della fua calza fia ftata fé non del tutto confunta , diftrutta almeno in modo che non ne rimafe più alcun vefligio. Quefte due perfone recarono sbalordite e fenza fentimenti, ma ben preflo fi riebbero. Ciò che vi è di più oiferyahile nella ftrada che tenne il fulmine fi è che fu la medefima che effo ha fempre tenuto quando le altre volte colpi quella chiefa prima che fofle armata di condut* tore. Ciò che fembra effere un chiaro indizio che fotto quefta parte della chiefa vi fia qual* che maffa di corpi deferenti che comunichino colla maffa totale del globo • Una notabile umi- dità vi è nel baffo della muraglia la quale era fènfibile anche nel tempo che noi abbiamo of* fcrvato quella chiefa . Da tutta ciò facilmente s'intende perchè la materia elettrica delle nubi abbia preferito di prender quefta ftrada piuttofto che quella del conduttore che terminava nelle pietmzze afciutte chq fono in vicinanza del muro cftemo dolla chiefa, n 1^4 Il fondo fii cui è fabbricata la chiefa è una. pietra oliare naturalmente divifa in piccoli fram- menti romboidali, e per quefta ragione inca- pace a trattener alcuna forte di umidità. La. montagna ha da quefta parte un pendio molto rapido il quale eflèndo efpofto al mezzo giorno in un clima temperato come è quello di Ge- nova deve effere verfo la fine della ftate per- fettamente difeccato , di modo che un conduttore che termini in quefti rottami di pietre feccfae è quafi femiifolato , e per quefta ragione inu- tile o almeno incapace di aflbrbire tutta la ma- teria di una efplofione confiderevole • Tale era prcifo a poco la pofizione del conduttore che attirò lo fcoppio che coftò la vita al celebre Ricbmann . Il P. Agenù incaricato di prefervare quefta chiefa in un modo più regolare e più efficace ha lafciato fuffiftere tutti i refti dell' antico con* duttore e nel mefe d*Agofto del 1 780 avendone fatto erigere un nuovo lo ha legato colf antico conduttore e con tutti gli altri ferri dell'edifi- cio, e lo ha fatto finire in una cifterna coftante- mente ripiena d'^uiqua che appartiene alla chiefa • Finalmente per un ecceflb di cautele egli ^9S ha fatto difcendere un ramo di quefto condut- tore per la ftrada che il fulmine Tempre aveva precedentemente feguitata cioè lungo il mu- ro del ponico ^ e finalmente V ha . fatto ^pene- trare molto adentro nel fuolo immediatamente al di fotto di quefto muro affinchè fé mai la materia fulminea foflfe più fortemente attratta da quefta parte dell' edificio che dalT acqua della cifterna efla poteffe placidamente feguire quefta ftrada fenza cagionare alcun danno» Io credo che attefe quefte precauzioni la chiefa è al fi- euro di tutti gli infulti del fulmine» ' Ecco , mio caro Cavaliere , ciò che io avevt notato fopra quefto curiofo accidente • Io vi configlio di fcrivere a Genova per fapere fé in quefti tre anni che fono fcorfi dopo che è ftato rimeflb il condutto]:e il fulmine non ha mai colpito quella chiefa (*)• Sono colla maggior amicizia inviolabile Ginevra 13 Ottobre 1783» De Saujfuref (i) La rifpofta avota fopra di ciò dal eh, P. Sm^ 9fsì fi uova alla pag. 125. n 2 ip6 N. IV. LETTERA DEL Signor ORAZIO BENEDETTO DI SAUSSURE AL Sic. Cavaliere MARSILIO LANDRIANI. D Opo r ultima mia lettera ho fatto nelle montagne una corfa relativa ai conduttori. U Caftello d' Abere è (ituato nel mezzo di una bella valle al principio delle alpi a cinque leghe di diftanza da Ginevra. Sebbene quella valle fu molto angufta ^ ed abbia tanto a Levante che a Ponente delle montagne molto alte , e confegucn- temente il Caftello che è nel mezzo della valle (la dominato dalle medeGme che fono poco diftan« ti, pure nello fpazio di 55 anni eflb è ftato fre* quentemente colpito dal fulmine , e la Chiefa che è vicina al Caftello è fiata quafi del tutto rovi* 197 nata dal fulmine che cadde nel mefe di Settem* bre del 1781 . Il Sig. Marchcfe di Sonnaz che è il padrone di Abere, e che nella (late fuol vivere nel Cartello aveva un continuo fpavento temendo che aveflero a rinovarfi quefti funefti accidenti , quando in quefta eftate il fulmine colpì la cafa che egli abita nelf inverno nella Città di Thonon. Vcdendofi dappe^utto perfc- guitato da querta terribile meteora fi determinò ad adoperare tutti i mezzi che l'umana prudenza può fuggerire per prefervarfene ; confeguente- mente mi fece l'onore di feri vermi per doman* darmi le direzioni fui modo d' innalzare dei con* dunori fopra il fuo Cartello di Abere, e dietro querte direzioni egli ne ha fatto innalzare fuUa torre la più elevata, e fopra gli angoli del tetto del Cartello • Defiderando di afficurarmi fé i conduttori erano ftati bene efeguiti, e curioib di fapere la cagione che efponeva quel luogo a sì frequenti efplofìoni fulminee io mi portai colà lunedì partato, trovai che i conduttori era- no rtati ben fatti, vidi con difpiacere i danni cagionati dal fulmine, e che non fono ancora Aati riparati , e mi afficurai che la Chiefa ed il Cartello fono rtati sì frequentemente fulmi« » 3 fiati per eflfere fituarì fopra un terreno un po' elevato al dì fopra del fondo della valle, e fo- pri tutto perchè fono ivi molte forgenti fot- terranee talmente abbondanti che fcavando la terra ù trova 1* acqua a quattro piedi di prò* fondita. Poiché voi ben vedete, mio caro Ca« valiere, che effendo il rimanente della valle un terreno molto afciutto il di cui fondo è di pie- tra, che è un cattivo conduttore di elettricità la materia elettrica deve preferibilmente fcari- carfi fopra quegli edificj che comunicano con tutta la mafla della terra per mezzo delle acque che bagnano i loro fondamenti. Io ho veduto un altro efempio di un fìxU mine determinato dalla medefima cagione • Sono quattro o cinque anni che a Verfoix fii colpita dal fulmine una piccola barracca di legno, una ngazza e due vacche che fi erano in efla rico* verate furono ammazzate, ed il fulmine rìTpar* mio in quella occafione una cafa molto alta e poco diflante dalla barracca • Tofto io riconobbi la cagione di quefta preferenza, poiché la gran cafa era fabbricata fopra delle pietre perfetta* mente afciutte, laddove la barracca era fopra un terreno paludofo» ^99 Fofto ciò IO credo , mio caro amico , che quando fì voglia prefervare dal fulmine delle cafe_ molto eflefe bifogni moltiplicare afTai i conduttori) poiché fé qualche parte della fab- brica comunica coli' acqua df cui non abbiafi alcuna cognizione ^ i muri internamente bagnati dalle acque che efli afpirano ed attraggono ad una grande altezza poffono determinare un'efpIo<* fione fulminea anche allorquando vi fofle un conduttore dittante 50 ovvero 60 piedi ec. Ginevra addì ir Ottobre 1789. n 4 %oo N. V. LETTERA DEL Signor ORAZIO BENEDETTO DI SAUSSURE AL Sic. Cavaliere MARSILIO LANDRIANI c Io che IO trovo di pia importante nella teoria dei conduttori elettrici o parafulmini , giacché quefto nome ha prevaluto in Francia , (i è di determinare la sfera della loro attività, poiché voi conofcete la ftoria del magazzino di Purfleet che ha fatto tanto rumore a Londra . Un (imile accidente è accaduto qu) nella cafa di campa*- gna di mio padre a Fontenex . Io aveva fatto inal- zare un conduttore fulla fommità di due grandi alberi che colle loro cime fopravanzano il tetto della cafa a cui fono tanto vicini che coi loro rami cuoprono una porzione della medefima» 20f Dopo che IO vi fituai il conduttore, i rami fi fono tanto eftefi, che alcuni eguagliarono , altri forpaflarono la punta del conduttore : ficcorae quefti aumenti fi fono fatti per gradi, io noti gli ho avvertiti, ma fembra che fecondo il fi- flema di Franklin abbiano diminuito la for- za e riftretta la sfera d' attività del parafulmi- ne. Imperciocché il giorno ii di Lugh'o, che farà un giorno memorabile per noi per il pili terribile temporale che fiafi giammai veduto, il fulmine cadde fui cammino della cucina fintato in, un' ala di quella medefima cafa alla diflanza circa di ICO piedi dal conduttore , ma molto meno di lui elevato. Quello fulmine fece un grande fcop- pio, cagionò molto fpa vento, ma non fece il menomo male. Ciò non oftante io ho fatto fubito tagliare i rami che mafcheravano la punta del conduttore, e fono attualmente occupato a far inalzare delle sbarre conduttrici fopra i cam** mini che fono l^ontani dal centro della cafa« 202 N. VL ARTICOLO DI LETTERA DEL SIC. BARONE DI STENGEL Segretario ìntimo di S, A. S. F Elettor Palatino Duca di Baviera ec, ec. AL Sic. Cavaliere MARSILIO LANDRIANI. s Ono già nove anni che S. A. S« T Elettor Palatino ordinò al Sig. Abate Hemmer di ar« mare di conduttori il fuo caftello di Schwe- zingen « Quefti fono ftati i primi conduttori che fi fono inalzati nel Palatinato* L'efempio dato dal Sovrano è flato fubito ipiitato da diverfi panicolari a Manheim. S. A. S. ordinò nelT 4inno*feguente di porre dei conduttori fui ma- gazzini della polvere di Heidelberg, e due anni <]opo fono flati armati i magazzini della poi* vere delle fortificazioni di Manheim • Dopo quefl* epoca paffarono quattro anni fenza che fi fieno fatti altri conduttori, finalmente r Elettore ordinò di armare il vailo caftello di Nimphcnbourg , e quello di Monaco # U fu Sig» Bterwald direttore del configllo ecclefiaftico AtHi Baviera, che per le fue cognizioni ù. è cotanto diftinto nella fua nazione , aveva di già dato uà efempio a quello paefe ponendo un conduttore fopra una fua cafa di campagna nelle vicinanze di Monaco, ed impegnò il fu Elettore di Baviera dd una fperienza . Si inalzò un conduttore fopra una torre idraulica lontana una mezza lega dal palazzo. Io non faprei dirvi qual fofle Teffetto che il Sig. Btefwald fi prometteffe , ma appena YAìxitc Hemmer ebbe terminato qui ed a Monaco i conduttori ordinati da ^. A. S., quefte mac« chine furono adottate in tutta la Baviera dove li trovano perfino fopra le capanne dei contadini* li palazzo Elettorale, e i magazzini della polvere a Durfeldorf fono fiati armati Tanno paflato , e fu in quefi' occafione che il Sig. A\k Hemmer fi credette in obbligo di pubblicare il piccolo fcritto che voi conofcete . Ma l'Elettore non fi contentò di dare foltanto degli efemp; luminofi ad un paefe in cui la Fifica non è molto fiudiata . Egli defiinò una fomma di 4000 feudi di Germania per lo ftabilimento di un Gabinetto di Fifica Sperimentale nella Città di Durfeldorf. Infpirato dalTaugufio zelo del fuo I 204 Sovrano il Configlio Supremo dei Ducati di Juliers e Berg abbracciò il partito di ordinare a tutte le comunità del paefe , che tutti i cam* panili delle chiefe aveflero ad eflere da qui iti avanti armati di conduttori fotto pena che in cafo di danno tagionato dal fulmine quelle che non aveflero una tale difefa non poteflero par- tecipare del permeflb di queftuare nel paefè. Nello fleflb tempo fi proibì di Tuonare le cam* pane in occasione di temporale , ma non fo dirvi qual effetto abbia avuto un tal ordine. Nella fcorfà primavera Timmenfo càRelIo di Manheim è flato munito di conduttori pofli idal Hemmer 9 e il noflro Sereniffimo Padrone è flato imitato da tutti i fuoi vicini. Sono ap- pena due meC che è ftato ordinato in tutta la Baviera , nell' alto Palatioato ec. di non fuonare le campane in occaflone di temporale , e di dare foltanto un fegnale al principio del temporale ed alla fine per far preghiere, e rendere grazie aifAl- tiflimo. Una tal legge è fiata prontamente efeguita« Sono colla maggiore flima ed attaccamento • Vojiro umilmo obtlmo Servitore De Stencel • XOJ N. VII. LETTERA DEL SIG. AB. BERTHOLON AL Sic. Cavaliere MARSILIO LANDRIANI. L l'Abate BertBolon faluta il Stg. X2zv. Mar-^ filio Landiriani gli offre tutti i Tuoi fervigi , e rifponde alla domanda che gli ha fatto, che la cau(a del parafulmine di: S. Omer è .ftau giii^ dicata' favorevolmente -dal Configlu) Sovrano d'Artois avanti il quale la caufa è flatA agitata • In quefta occafione fono fiate pubblicate diverfe memorie in cui erano riunite le prove dell' utilità dei parafulmini • A quefto fine è (lata compofla quella del Sig. Buijfart e la mia. Di- verfi Avvocati di Parigi fono flati confultati non meno che quelli d'Arras. Divcrfè Acca- demie e Letterati interpellati rifpofero con let- tere ragionate» Si fecero anche nella Città di aotf Arras delle fpenenzc relative ali* elettricità del filimi pe che perfuafero tutto il mondo ec Finalmente nel giorno 31 Maggio del 1785 la caufa del parafulmine di S, Omer è fiata de* cifa da una fentenza del Configlio d'Artois con* cepjta ne* feguenti termini • L0 Corte ammette T appellétxjone e annulla emendando e petmet^ tendo alla parte del Stg. Pietro Robes (*) di wifiabilire ilfuo parafulmine. Quefto fu rimeffo il giorno 31 di Luglio» L'intrigo eccitò un fecondo avverfarìo il quale tentò di fare una terza oppofizione alla fentenza domandando che il ConfigUo d'Artois riformaflc la folcmie deci- £onc che avevg data fa quefto ^Bkvt ; ma alcun effetto non ebbe quello nuovo atteooitó*. Dopo che TAb. Bfrtbolon I19 fimo dei para&Imtni a Parigi Tatrenzione deUe perfonc fi è rivóka (b- pra quefto oggetto e fi: ne fono fatti ^erfi. £' fperabiie che V opera del Cav. LandrÌ0ni dia una nuova fpinta ed atri vita in tutta TEuropa'. n Avfocato del Sig, fTiffery de Boìs VaUé^ ao7 N. Vili. LETTERA DEL Sic. Ab. D. GIUSEPPE TOALDO P.Frof. d'AJlfonomianeirUnivp di Padova ec^ec^ AL Sic. Cavaliere MARSILIO LANDRIANI. CARISSIMO Sic. Cavaliere . A Lia ricerca che ella mi fa , mio gentilifli-' mo Sig. Cavaliere, fui fatto dei conduttori dì ^ quefto Sereniffimo Dominio rifponderò che i condunori eretti fopra edifìcj privati , o da par- ticolari comunità fono innumerabili, e queft'anna fpecialmente con quella influenza di fulmini han- no imparate^ gli uomini ad avervi fede. I conduttori poi eretti per ordine pubblico fono i feguenti. L Fu armata appena eretta nel 1772 quefta fpecola agronomica di Padova « II. In feguito la torre di quefta Univerfitàè IIL La torre di S» Marco in Venezia* xo? IV. La torre di S. Francefco della vigna in Venezia. V. Tuni ì baftimenti da guerra; cioè a ciafcuno fu confegnata una catena di rame da erìgerfi in tempi fofpetti di temporale. VI. Le polveriere finiate nelle ifole intor- no a Venezia. Di fulmini poi tramandati dai conduttori vi fono i fcguenti cafi. L Pafsò un fulmine per il conduttore di quefta fpecola li ii Maggio 1777. Io Tho dc- fcritto in una lettera ftampata diretta al Seaa« for Quirini. IL Nel tempo che fi poneva il conduttore ftl campanile di S. Francefco della Vigna nel 1780 quelli che ne dirigevano la coftruzione tbbero T inavvertenza di lafciarlo interrotto per un quarto di tutta la fua lunghezza fotto del mezzo. In quedo flato la notte delti 24 Mag- gio del detto anno fcoppiò il fulmine nel cam- panile, pafsò nel conduttore fin dove arrivava continuato fenza fare verun danno, ma giunto al fito deir interruzione fece qualche piccolo guaflo per lafciar fegno, a modo di dire, di ef- fervi pafTato e render teflimonianza della forza ^^jr 20p concluttrice della catena metallica • Quefto cam- panile andava Tempre foggetto ai fulmini , e Tanno precedente era flato fmantellato, che fu motivo di armarlo di conduttore. III. Altra prova anche più evidente diede il campanile ifteffo la notte delli 15 Agoilo 1781 9 poiché cadutovi il fulmine lafciò qualche fegno nella catena incurvandola e come frap- pandola e fcroftandola in qualche (ito e notata- mente ove fi piega per entrare in un pozzo a qualche diftanza della torre: quivi fquarciò un grofTo macigno che vi era pofto fopra; i quali effetti io* attribuifco all' arbitrio che fi è ptefo il fabbro , il quale invece di riunire i var) pezzi della catena con viti conforme la mia preferir zione pensò di unirli con faldature a fuoco , le quali faldature facendofi con faldame, vetro, re-r fine ec. invece di formare una continuazione vengono a formare una fpecie di interruzione. Anche li 9 del Luglio precedente fu creduto d^ ^uei Padri, e corfe voce che un fulmine vi fofle paflato , ma non avendo lafciato fegni no^i fi può accertare. IV. Neir abbondanza dei fulmini che regnò quella eft^te molti cafi fi prefeAtano febbene non no tanto avverati come i precedenti. La torre di S. Marco avanti il conJimore pofto nel 17 j6 era infeilatiffima dai fulmini, dopo , grazie a Dio 9 reftò intatta. Li 17 Giugno di queft'anno tutta la gente che era fotto k procuratie ha creduto che vi paffafle un fulmine avendo ve- duto fiamma: reft^ colpita b cima di uno dei tre ftendardi vicini avanti la Bafilica. V. Nel fuburbano deirEcccUentiflimo Sena- tore Angelo Quirini fovrallodato , ove da molti anni è pofto il conduttore, la fera del giorno 2 1 Giugno giuocando le folice batterie celefti fu veduta arder b punta della lancia con ifcoppio e neiratto ifteflb fcrìcchiolarono i fili dei cam- panelli e delle cortine dei leni , né vi fu danno • VI. La torre di Vicenza in piazza tirata così fottile che pare fatta a pofta per pungere il cielo e però veniva vifitata dal fulmine \ dopo che vi fu applicato il conduttore , da tre o quat- tro anni non patì danno neppure la mattina deiii 2^ Giugno in cui in quella città piovettero i fulmini fopra le torri , fabbriche lontane e vici- ne dalla meiefìma, con moltiflimi guadi. VII. In queft^oggi mi arriva da Trevifo pna relazione di varj fulmini caduti in quei 2IÌ contomi la notte dei 20-21 AgoftO) e vi è quefto articplo. A Carpenedo il conduttore falvò la bat^- cbejfa delP Eccellentijfimo Cav. Gradenigo re^ Jiando fenfsbilmente pregiudicata la punta del conduttore mede fimo. La Dama che fi trova qui ebbe lettera del fatto , ed il Sig. Conte • . . . mi accerta ne* temporali pajfati effendo colà di aver ejfo veduto cogli occhi proprj altro fulmine f caricato fi per lo Jlejfo conduttore • Vili, U campanile della pieve di Padef- nello territorio Trevigiano Smantellato dal ful- mine poi armato di conduttore ebbe dopo una viHta fruftranea la notte delli 8 Agofto 1780: il fulmine fece gran rumore ma niun danno. Altri fatti foreftierì ella li conofce, e ne ho rapportati alcuni nelle mì^ memorie fopra i conduttori ec. Sono e farò fempre con vera ftima ed at* taccamenfo • Padova addi 30 Agofto 1783. Tutto fuo Giuseppe Toaldo. o z -•.— ai& N. IX. LETTERA DEL SIGNOR CONTE PROSPERO BALBO AL Sic. Cavalieri; MARSILIO LANDRIANI. Pi abile fulme» eft ait • Ovid. Faft. E folito il volgo de* femidotti di appoggia- re i Tuoi errori alla rifpectabile autorità di no- mi iliudri e rovente poi la malignità congiura coir ignoranza per apporre a qualche rinomato fcrittore la taccia di una falfa opinione che tro- vati alcune volte direttamente contraria a veri fuoi penfamenti . Tale è la voce fpaHàfi codi che il eh. P. Beccaria abbia negli ultimi periodi dell^ fua vita compofto uno fcritto in cui vo- kfle perfuadere il dannoso per lo meno Tinu- ^^3 tilità de* conduttori elettrici per riparare gli cdificj dal fulmine. Io debbo grandemente rin- graziare V. S. Illuftrifs. che (ìafi compiaciuta dt parteciparmi quefta diceria, ed eccitandomi a comunicarle le notizie che poflb avere fu qiie- fto particolare mi abbia procurato una preziofa opportunità di fmentire un' imputazione ingiu- riofa alla verità ed alla fama d'un uomo gran- de, vero ammiratore ed amico di lei, e di me amorevoliflimo maeftro; ed ella pu^ a fuo pia- cimento ufar di quanto fono per cfporle. Io credo che niun altro fuori del grande Franklin immortale creatore della fcienza elet- trica avefle particolarmente ragionato della ma- niera di prefervare gli cdifiz; dal fulmine , quando nel 1758 il P. Beccaria ne trattò dili- gentemente nelle fue lettere a! Beccar! non fenza aumentare , e migliorar di molto i pcn- fieri deir inventore . Si compiaccia, preclariffimo Sig. Cav. , di rileggere la propofizione XXVIII di quelle lettere pag. 273, e poi fi afficuri che qual era in quel tempo tale continuò femprc ad eflere la teoria del mio maeftro intomo à quefto argomento. Le pofteriori numerofiffime oflervazioni fue ed altrui non gli. infegnarono 03 *I4 mai a ritrattare i precetti che prudentiflima« ■lente aveva dato neUa citata propofizione , ma lolo ad aggiungerne alcuni altri appartenenti a più minute drcoftanze iniieme ad alcune altre più fcrupolofe caltele , oltre al perfiftere con (empre maggior efficacia fu di certe particolari rìièrve ifpirate da un giufto timore le quali aveva già in quella fiefla propofizione accennate « Dal 1758 fino al 1770 io fono fondato a credere che il V. Beccar/a non abbia più icrit- to altro fopra quello argomento. Ma nel 1770 dovette particolarmente occuparfene • Ho una fua lettera dei 24 Marzo di quelT anno in cui efpone il rifultato di cene conferenze fatte per deliberare del miglior modo di riparar dal fui* mine il magazzino a polvere di S. Ignazio del Forte di Demonte. Ho pure trovato fra le fue carte un calcolo affai ragionato formato da un perito li 28 dello fteflb mefe della fpefa necef- faria per armare le tre polveriere efiftenti nel mafchio del Caflello di Tortona. Da certi fo-' gli di notizie relative alla Santa Barbara de* vafcelli argomento che anche fopra quello pun- to fi trattò in quel tempo fenza però che ne abbia ferino, che io fappia, il P. Beccaria, Ai \ ^ 6. Aprile rirpofe a pofta corrente e non molta a lungo all' Ab. Felice Fontana che avevalo in- terrogato fopra quefto iilefTo argomento dei ma* gazzini a polvere , e poco dopo confegn?) un* inftruzione alquanto più ampia al Conte Cat'^ òufi che gliela aveva richieda per lo fteflb fi* ne , la quale inftruzione non ho potuto rinve* nire. Trasferì tofi quindi a Milano pernferirc fulla miglior maniera di prefervare quel Duo* mo ne fcrifTe cofti Y inanizione in data dei zi Ottobre. Aveva allora in animo di comporre un trattatello full' ufo dei conduttori , ma V an* tìo dopo cominciò un' opera di piano alquanto più vado di cui non ho che due capi. Il pri* mo e/pone quanto fino air ora era flato fcritto intorno al riparare gli eàifix^j , e majfime $ MagaT^ni della polvere dal fulmine . Il fe- condo che non è terminato comprende ojferva^ Xjoni degli effetti di diverfi fulmini colle illa^ T^oni che fi debbano trarre dalle offerva'zjonl medefime , e queile illazioni fono per lo più rer lati ve alla pratica de' conduttori : ma quell'ope"" ra rimafe cosi imperfetta. Dei 29 Luglio 1773 efifte una lettera fo- pra la maniera di prefervare la Torre della * o 4 Lanterna di Villafranca, ed è da notarfi che iil una cafamarta di efla Torre fi ferba la polvere « Net 1777 il celebre fulmine che colpì il con- duttore della Torre della piazza di Siena ri^ conduiTe il noftro Autore a quello genere di fpecohzioni e nelle fue memorie efiftono varj abbozzi, e fquarci di lettere progettate a queir occafione nelle quali aflfai ampiamente deftina- va di tranare le queftioni più analoghe alla razzaja prodotta da queir eloquentiffimo fulmi- ne; alli IO del 177^ in una lettera di rifpofta al Sìg. Ab. Toaldo tocca qualche particolarità appartenente al noftro c^getto e di quefta lette- ra tenne copia che io confervo. Venuto in queir anno a Torino il Sig. Toaldo medefimo anche fu di quefto punto ebbero infieme qual- che dotta conferenza, e alcuni mefi dopo il P» Beccaria incominciò di nuovo a ftendere i fuoi penfieri in forma di lettere allo fteflb dirette . Di quefte tengo la prima e uà abbozzo di par« te della feconda. Ma cangiato configlio prefe poi ferma deliberazione di riordinare in un fol corpo di trattato tutto ciò che doveva dire dell' elettricità fulminante e frutto di quefto lavoro fono 16 lettere di cui può ella vedere i titoli ^ ai7 nel catalogo da me pubblicato delle opere ine* dite di queir illuftre defunto. In effe non trat- ta è vero direttamente de' conduttori , ma dal- la fua teoria è pur facil cofa ricavarne le con* feguenzc di pratica . Pare che quefte doveffero venire in fegui^to in una lettera al Sig. Conte S Cam afiggi di cui vede abbozzato qualche ar- ticolo • Ho dovuto teffere quefta lunga e forfè no- jofa ferie delle fatiche del P. Beccaria fopra £ conduttori dei fulmini , perchè altri non creda che dal folo feno della mia memoria e colla fola autorità delle frequenti mie converfazioni con quel grand' uomo io abbia tratto le notizie che io fono per dare a V. S. Illuftrifs, della fua maniera di penfare a quefto riguardo. Effe anzi faranno tutte fondate fopra i numerofi accennati Autografi documenti , i quali io non ricuferò mai che fìeno neir originale efaminati da chi volefle toglierfi tale curiofìtà. Se Ella defidera di mag- giormente appagarli della ragionevolezza d' al- cuna delle propofizioni che leggerà qui dopo od anche de' fondamenti fopra cui io fono ap- poggiato neir attribuirla al P. Beccaria io prò* curerò di pienamente foddisfarla , Ed in tanto 2lS mentre fi (la preparando la generale edizione deUe Tue opere godo che mi fi apprefenti que- fta favorevole congiuntura di anticipare a lei , Uluftriflinio Sig., le notizie de* veri fiioi fenti- menti* Quando in qualche punto oflfervo tra var; fuoi ferirti alcuna diverfità mi atterrà nel iéguente ragguaglio a' più recenti che cosi pen- fo di combanere più direttamente Y imputazio* ne di cui fi tratta é Del redo non trovo quafi altra differenza fra un tempo e T altro fuorìchè una certa fluttuazione fui maggiore , o minor valore da darfi al pericolo de' ferbato; di poi* vere ed al rimedio negativo di torre ogni me- tallo. Adunque L i conduttori applicati giufla le Ixione regole poflbno prefervare le fabbriche or- dinarie da gravi danni ^ IL ed appofti alle più alte torri di una Città poffono fimilmente pre- fervare da gravi danni le Città intiere • III. Non poflbno però uno od alcuni conduttori anche guerniti di acute punte efaurire in breve ora tutto il fuoco temporalefco e cosi diflipare af- fatto il temporale e condurre efli foli il detto fuoco interamente ed in fileiizio. IV. Anzi le ofiervazioni pofteriori è la confiderazione del 21^ difficile sfogo che trova fcmpre neirufcire dal- reftremità del conduttore il fuoco anratto dalla punta perfuafero il V. Beccaria che i conduttori anche terminanti in punte non pofTono di molto fcemare il colpo del fulmine fucceflìvo coli' in- volarne prima chetamente alcuna con/iderabile porzione della materia fulminante nella quale particolarità dee diminuirti il vantaggio che nel n. 333. delie lettere 2A Beccati aveva egli pure anche per quedo riguardo fperato dai condut-» tori. V. Tanto meno pare che pofla di (fi parli un temporale coli' ufo deVervi volanti, VI. L'acu- tezza ficcome la doratura delle punte farà facil- mente tolta dal fulmine. VII. Sarebbe utiliffima cofa che buoni conduttori fi applicaflero accam- panili particolarmente delle chiefe campeftri dove" il popolo fi affolla a pregare in occafione di tem- porale. Vili. I conduttori interrotti quali fono i metalli fparfi in una fabbrica fervono ad age- volare il colpo del fulmine proporzionatamente all'edenfion loro e a moltiplicarne i danni corrif- pondentemente alle loro interruzioni. IX. Un conduttore continuato fcema fempre moltiflimo la copia di fuoco che altrimenti (i verferebbe ne* vicini conduttori interrotti ^ ma non impedifcc 220 fcmprc che anche per quefti noti ne paffi alcuna porzione giuda la nota legge dello fcomparti- nento del fulmine in più rami dimoftrata dal P. Beccaria. X. Il fulmine può indurre iftanta- oeamente una vera carica nelle mura non molto nafficcie. XL E può fimitmente indurre una vera carica in uno Arato d'aria non molto eftefo» XIL Nello sfogarli da un corpo più deferentc ad un altro che lo fia aflài meno come dal con* duttore metallico nell'acqua, nel fuolo ec. rin- gorga e può accendere i corpi non lontani • XIIL Può fcagliare degli fprizzi infuocati da un me* tallo dove quefto abbia fcarfa capacità rifpetro olla quantità della materia fulminante, o dove concorrano altre analoghe circoftanze • XIV. Può iimilmente trarre dietro a fé per alcun fènfibiJe tempo uno ftrafcico di vivo fuoco . XV. In un edificio comune il pericolo o il danno dì una fcintilla o di una piccola fcoffa appena può en- trare nel calcolo quando fi tratta di liberarlo da pericoli e danni tanto maggiori • In un ferbatojo dì polvere debbono ifpirare panicolar cautela le confiderazioni accennate qui fopra e quella parti- colarmente delle faville di ferro fufo che ca- dendo non pure fuUa nuda polvere ma ben an^ Ili che fui barili potrebbe per avventata accenderti e forfè in tal maniera cagionare T eccidio di uà' intiera Città . M'immagino che. il P. Beccaria ragionafTe cosi • La gravezza del pericolo non fi deve foltanto mifurare dalla probabilità dell* evento ma anche dalla quantità del danno che quindi ne rifulterebbe : ne* magazzini a polvere crefce alcun poco la probabilità dell' incendio per la natura delle materie che in fé contengono agevoliifimamente e preftiffimamente incendibi- li, ma crefce poi a mille doppj il danno che Darebbe prodotto da fiffatjto incendio. XVI. E tuui quelli riflefli ci, perfuadono di fguernire i magazzini della polvere d'ogni forte di. metalli o per lo meno di fabbricai:e ia tal gLÙC^ i nuo* vi. Ne* tetti, ne' tavolati , negli fcàf&li, ne' barili può di leggieri evitarli ogni ferro* I ferri delle fineftre e delle porte fé non fi vogliono rìfpar-» miatie affatto fi applicheranno almeno il più cfternamente e colla maggiore difiànza tra di loro e nella minor quantità che farà poffibile • X VII. .l.e circoftanze locali poflfono determinare a (ce- gli ere per la coftruzione di un nuovo magaz;- ' zino un firo che fia di fua natura menomamente . cfpòfio a* fulmini j e in generale i luoghi bp£S fono i migliori • XVIII. Le mura H faranno ben mafficde , le voke a piova di bomba , e coperte di terra (ecct. Si eviteranno le viti ed altre piante baflè in contatto dell* edificio. XIX. Se il magazzino non fia munito in giro di buoni conduttori lari vie più neceflàrio di (guemirlo de* conduttori interrotti , e vicendevolmente fé non fi voglia praticare queflo n^ativo rimedio lari più neceflfario il pofitivo. XX. E queflo dee confiftere non nell* applicare i conduttori im- mediatamente alla fabbrica, ma nelT inalzarli in giro attorno d*efl[à, ed alzarne tanti ed in fif- fatta difpoGzione cbe poflano tradurre il fulmine da qualunque parte venga a colpire il magazzinoi e tradurio fenza refiftenza ed efpanderlo nel fuolo fenza difficoltà t XXL Quefte fpranghe fi tcr^ ranno rimote circa tre pertiche delle faccie del magazzino alte alcun piede più| del comignolo di eflb. XXII. Anche degli alberi fugofi d*alto fuflo con una mediocre fpranghetta in cima pof- fono effcre utili in mancanza di conduttori t XXIIL Ovvero potrebbe adattarti un conduttore univer- fale vale a dire un coperto di ladra di rame con i cannoni ai quattro angoli anche di rame che {draccoAarfi a terra pieghino all'infuori e git^ ■■^v 1 225 tino r acqua in qualche diflanza, cà ialle boc^ che di ciafcunp fia ampiamente annefTo con molti chiodi pur di rame^ e ben ribaditi una ladra dello fleffo metallo che porti il fulmine a sfo« garfi liberamente, e intanto il magazzino abbia la volta e le mura aflai mafficcie e fia privo af«- fatto d'ogni altro metallo maffime peli* interno; XXIV. Dall'ufo de' conduttori paflando ora a ra« gionare univerfalmente delle qualità che deb<> bono aver onde ottenere il bramato effeno dirò che un buon conduttore vuol eflerc del diame* tro di mezzo pollice di forma cilindrica fenza fpi* goli né altre afprezze non di ferro fufo ma di ferro ottimo e dolce : V Onangolino Befgamafcù fembra convenientifllimo all'uopo noftro. XXV. Dovrà efler compofto del minor numero di pez« zi che farà poflibile , I diverfi pezzi non vogliono eflfere uniti ad anello o ad uncino, ma fibbene fé non poflbno riunirfi a fuoco debbono alquanto ingroflàrfi nel fito dove fi adducono a contatto ed ivi eflfere ritagliati molto obbliquamente , fic- chè ne rifultino due lunghe ed eguali elifld le quali fi fpiaiieranno con molta diligenza affin- chè combacino efattamente, quindi le due par- fi fi devono riunire con molti e groffi chiodi^ 4 ìquali ben fatttim e nbaditi fi trasformeranno ^ comechè di ferro dolce al pari del condutore , fi trasfonneraiuio^diffi^in una (òìz mafia colle parti che connettono • Sì baderà di non adoperare olio né altrimenti inumidire efle parti anzi per prefer- vark da ogni umidore gioverà faldarvi attorno nna lamina di piombo, o di (lagno. XXVL U conduttore procederà finché fi può in linea ret- ta: allorché dovraffi piegare fi baderà che fac- cia r angelo il meno acuto che fia poflibiie, € che eflb angolo non miri affai dappreffo certi corpi che poffono più panicolarmente effmre dan-- neggiati, ed infiammati dal fulmine. XXVH. U conduttore vuol effere tratto tratto verbi grazia ogni tre o quattro tele parigine forretto da fo- ftegni di pietra infiffi no* muri ed incavati a cruna entro la quale pofi Tima parte del con- duttore ne' luoghi dove fi ingroflfa di diametro per la riunione già accennata delle fue pani. In cambio di pietra potrebbono farC anche di ferro i foflegni ma in un tal cafo divenendo quefti porzione del conduttore debbono affog- gettarfi alle regole per effo prcfcritte . XXVIIL L' acqua refifle al paffaggio del fuoco elettrico immenfiunent? più che i metalli. XXIX. Mah 12J fuperììcie dell'acqua fcagliandoifi in alto tanto più di leggieri che quella pofta inferiormente, apprefterà un fentiero tanto migliore al vapor fulminante. XXX. Eccellènte sfogatojo de con- duttori farebbe un ampio e profondo ftrato di carboni di legno i quali fono deferenti forfè al pari dei metalli (*)• XXXL Si può anche avere un buoniffimo sfogatojo nella fuperfìcie del mare che quell'acqua affai meglio della dolce condu- ce il fuoco elettrico. XXXIL La fuperfìcie de* fiumi y laghi , vafche ec. farà tanto più conve- niente j^uanto più eftefa e fu di effa deve dira- marli r eftremità del conduttore. XXXIII. Non potendo adoperare alcuno de' fuggenti sfegato) »— i^— I ■ ■ ' Ili ■ ■ ■ » (*) E" da oflervarfì che Io (Irato de' carboDl propofto dal P. Beccaria non può eflere di quell'ut ili- là di cui luGagavafi il fuddetto valente FiGco ; poiché dalle fperienze del Dr. PrUftley rifulta che il car- bone ha la qualità di eccellente conduttore dell' elet- tricità quando è appena fatto , e non è imbevuto di umido, ma quando non ha quefte qualità diviene un conduttore imperfetto di elettricità. Ora ciò pofto come mai fi potrà confervare afciutto il car- ix>ne fepolto piiì braccia fotto terra ì Nota dfiP Bdh^ 2 zzò 8* immergerà profondamente TeAremicà del con* duttore finché trovi la terra umida • Eccole 9 preclariffimo Cavaliere, efpofli in riftrerto i dogmi fparfamente infegnati dal mio maeftro fopra queflo fc^etto , fé aveflfe egli dovuto ancora parlarne negli ultimi fuoi giorni non gli avrebbe certamente abiurati perciocché le forze intellettuali di quel jgrand' animo non fi fmarrirono mai coli' indebolirfi delle forze cor-* poree, e converrebbe che egli foflfe flato fuori di cervello per abbandonare vilmeme quelle verità per cui aveva si a lungo combattufp con- tro i clamori dell* ignoranza e le perfecuzioni deir invidia. Non è egli veramente flrano che dopo si efim) meriti verfo la buona dottrina gli venga attribuita una si folenne erefia quale è in fitto di Fifica il riprovare in generale Tu- fo dei conduttori. Dalle cofe qui fopra dette V. S, Illuftrifs. ha potuto vedere che ben lungi dal biafìrnare univerfalmente la pratica egli ne difapprovb foltanto o certe viziofe mam'ere di adoperarli o certa cieca confidenza d' alcuni in tutto ciò a cui eflfi danno il nome di conduttore ; che febbene egli fia flato tanto comunemente accufato di troppo fecondare la fua fervida im^ . 227 maginazione nello fpingere oltre i loro confini certe fue più dilette verità parlano però i fani e moftrano che egli per T ordinario camminava nel decidere a pie dì piombo e aflai piò alla natura credeva che alle fue opinióni: ma eflen« do pur troppo frequentiffinu cofa che la cenfu- ra degli abufi fia apprefa dagli imperiti o van<« tata da' malevoli come difapprovazione dell' ufo flefib , penfo che da ciò abbia potuto provenire Torigine della calunnia ^ giacché Ella defidera che io gliela fpieghi , feppure altrove dobbiamo rintracciar la forgente fuorché nella malignità di taluno che non fa perdonarla alle ceneri di un uomo affai più grande di lui . Oltre all' in- fulto che in certo modo faceva il P. Beccaria colla fua particolare riferva alla precipitofa leg- gerezza di quei fuperficiali elettricifti cui torna affai più comodo di conchiudere in due parole r utilità e la pratica de' conduttori , egli aveva un altro graviffimo torto verfo gli ignoranti di Elettricità, egli rideafi in voce ed in ifcritto de* padiglioncini di feta, delle catenelle da appen- derfi alle cuffie, e di tali altre invenzioni che confidono o nelf opporre al fulmine un argine che appena baila a riparare da una (cintilla, o P ^ 228 di pretendere di guidare il fulmine tranquillo ed innocente per mezzo di conduttori infuffi* denti 9 o non continuati. Il diftintiffimo onore che nel rinovellamen- to di quefta Società Filofofica eretta pur ora per Sovrana Munificenza in Reale Accademia hanno voluto farmi gli antichi membri coli* afcriver- mi nel loro numero mi fa fingolarmente infu- perbire di trovar ivi fra gli efteri coUcghi il venerato nome di V. S. Uluftrifs., e mi porge un nuovo titolo per pregarla di . gradire la ri- verente mia fervitù e T impareggiabile offec^uio con cui mi pregio d' efiere Di V. S. lUuftrìflima Torino addi 20 Settembre 1783. Divino Oòblmo Servhore Prospero Balbo, 229 N. X. ARTICOLO DI LETTERA DEL SIC. CONSIGLIERE JACOBI Segretario del? Accademia Reale delle Scienxg di Copenbaguen AL Sic, Cavaliere MARSILIO LANDRIANI. Xl Sig, Profeflbrc di Kratzenflein che da 30 anni in qua infegna la Fifica Sperimentale ha fempre infognato nelle Tue lezioni la teoria dei conduttori, ed ha innalzato una di que* fte macchine fopra la cafa di fua abitazione* Ma gli effetti del fulmine in quefta noftra Città non fono , né cosi terribili , né cosi frequenti come altrove. Nefluna delle moltif* fime alte torri é (lata colpita, e molto me- no lo fono le cafe dei particolari. Ma nella campagna il fulmine di tempo in tempo ammaz» P 3 »3o 22 qualche animale , fqaarcia gli alberi y e fono qaanro anni che a Crooenbourg Cittadella che comanda il Sand, il fiilmine diede fuoco alla pinta di una delle torri del caftello ^ ma fortu- natamente uno di coloro che eran condannati a travagliare alle fortificazioni montò fulla Tom- mità quafi inacceffibile, ed atterrò la punta in- cendiata e cosi falvò il caftello e fi guadagnò con quefto fuo coraggio la libertà ed una ri- compenfa in denaro. Nel Ducato d* Holftcin dove i temporali fono più terribili che nella Danimarca più fre« quente è V ufo dei conduttori • U Sig* Sonnin architetto d'Hambourg ne ha pofto uno fuUa torre della chieia di Vilfter; fono dieci anni .che gf Ingegneri delle fortezze di Rendsbourg e di Gliickftad per ordine del capo del corpo Reale d'Artiglieria il Sig. Generale H«/^ ne han- no inalzati diverfi fopra i magazzini della pol- vere feguendo i principi pubblicati dal Sig* di LiBbenberg configlicre a Gotha: una sbarra d£ firrro terminata in diverfe punte o raggi fi inalza fopra una pianta (ìtiiata a fianco del •magazzino, e una catena preflb a poco fimile a quelle degli agrimenfori fcende lungo la pian* j ta e va fino in un pozzo in poca diftanza del magazzino . Vi fono altresì diverfi condunori fopra molti mulini a vento di quefta provincia* Affine di allontanare i pericoli degli ii> cend) il Re ha fatto fabbricare fuori delle mu« ra della Città i magazzini a polvere fecondo l'invenzione del Sig. General Hutb. Dieci fo* no quefli magazzini e tutti fono muniti di con* duttori fatti fotto la direzione del Sig* Geufs Profeffore di matematica e membro della noftra Accademia. Siccome la maggior parte di quefti magazzini è fatta in forma di freccia perciò it conduttore è pofto fopra il mezzo del magaz- zino all'altezza di io piedi di modo che la punta del conduttore non è lontana dalle parti eminenti dell' edifìcio che di foli 50 piedi. Il conduttore è fatto di una sbarra di ferro termi- nata fuperiormente da una punta di rame indo- rata; da quefta sbarra ne fcende un'altra lungo una pianta larga un pollice e mezzo, e groffa tre quarti di pollice, la quale va a finire nelle foffe della fortezza . I magazzini hanno una forma rettangolare e ciafcuno ha due condut- tori « Finora il fulmine non gli ha percofli • U Sig. Commendatore di Gernes capo del- P 4 ' h marina Reale e membro <^clla noflra Accade- mia non folo ha armalo di conduttori le can- tiere reali ma ne ha fano fare anclie per i vafcclli della compagnia Afiatica e per le navi mcrcaniiti desinate alle Indie occidentali . i funi conduttori fono fatti alla maniera degli In- plefi, ma egli vi ha fatto un cangiamento per cui clTì non fi fpezzano quando il allunga il patcrraffo del pcrroccheno. Il dì lui metodo confifte nell'aver pollo ad ogni anello della ca- tena un altro anello ben faldato attraverfo il quale egli fa paffare il paterraffo del pcrrocchetto il quale in quello modo può liberamente mo- verli lungo il conduttore quando egli viene ad effere accorciato od allungato come voi lo po« rete vedere dal china, e lo mandò all'Accademia di Parigi, a quelU di Dijon e a diverti letterati che tutti concordemente .aiferirono che una macchina quale l'aveva coftruita il Sig, Wi/fery non poteva cflere fé non falutare , ed il Configlio Sovrano ^'Artois riformò la fentenza e permife che il parafulmine fofle riflabilito (2), Dalle memorie pubblicate fopra quello af- fare dai Sigg, Buijfart e Robef^pierrt veggo che diverfi parafulmini fono flati ereni a Lione dal Sig. Abate Bertbolon^ e che lo ftcflb letterato (1) Sono flato informato dal Sig« Barbìer Ji Tìnan che non è flato ancor efeguito il fao pro- getto anzi aggiunge che egli non ha alcnna fpe- ranza di vederlo adottato a meno che qualche fini* Aro accidente non apra gli occhi forfè troppo tardi ;i coloro che V hanno rigettato • N(yta dfli* Editore^ (2) Veggafi il n, VII. ^39 ne ha poftì due a Parigi. Sono già akunl anni che il Sig. Le Ros dell' Accademia Reale delle Scienze ne ha ficuato uno fuUa cafa Reale no- minata il Caftello della Muette y e ultima- mente ha armato di conduttore la cafà del Sig. Marefciallo di Biron. Il giornale di Parigi mi informa che ve tie era un altro a Parigi fui la cafa del Sig. Marchefe de Villette e che nella (late fcorfa in occafione di temporale fi è offervata fulla di lui punta una fiammella elettrica . Ecco tutto ciò che io fo fino a quefta ora circa i parafulmini della Francia. Io de- fiderò che quelli dettagli abbiano ad eflere di piena voftra foddisfaziohe , e vi prego a creder- mi, che non vi è alcuno che abbia per voi una maggiore (lima e rifpetto di quella che vi pro« fcflb e per cui fono Dijon addi 30 Ottobre 1783. Vojiro Umilino OMlino Servitore De Morveau Avvocato Generale Onorarie al Parlamento ec. N. XIL SPECIFICA Dei Comdmttori che per gmMntire h Cafe , HdU ficjy e Nsvi Ì0Ì f mimimi fono fiati fatti y e cofirmtti mella Provincia d'Olanda dal Siw. GIOVANNI CUTHBERTSON di Amfindam MANDATA AL SlC. CaV. MARSILIO LANDRIANI. A Vanti Tanno 1775 non fi era fatto ufo in quefto paefe di conduttori né per navi, né per cdificj, ma in detto anno ne furono coftrutti due 9 ed i feguenti nei fucceflivi anni • Per ^ Per "] d ordine degli Navi ^ Cafe V infrafcritti % y J Sig. Van Lanlceren I I " " ' " I ^^8* Staphorft % l - - - - ! Sig. Van Lankeren La Compagnia del* le Indie orientali i.... Negli anni Per Navi I •^ Per Cafc a w 1» 1777 -? ,778 ^ - - 1 • 1779 I X ...1-; 16 I I I 1: : : - r I s Ì4t d'ordine degli: infrafcritti Sigg. Sfaphorft I Van LankereQ Beeldfnyder J Gol • "} Staphorfl U Prìncipe Gal- liczin Clifford, e Tyzet "^ LaCompagniadel- le Indie orientali - ^Van Lankeren Titzing Brumings "\ La Compagnia del* • I le Indie orientali - tVan Lankeren - I Van dea Endc • J Bianchi T Fuchs Clifford ^ yLa Compagnia del- le Indie orientali fj Van Lankeren NegU j- aofii ' Navi 17S1 ■•{ — i I 1782 -I l 1783 - I infirafcrìtci Sxgg. Titfing ^Daitlis Van Af- J fetklft I Van Nooren I Capit. EKrk Huy- -! [ ^ I I Capitano Simone [ J Kooccr "ì La Signor CliSbrd I La Comp^nia del- le Indie oneiitall Hoogendors Paas Van Troeft- wyk ^Fer un Molino appartenente aU* Ammiiaglità Per una Nave di Guerra nomina- ta TArgo Gap, H. Rcynties I Tot. per Navi i6 Cafe 11 coftrurii cU 1774* ^43 Quefti conduttori non hanno mai prodottò il menomo inconveniente , anzi gli enunciati Si- gnori ne fono molto foddis fatti . Potrebbe forfè far cafo, che nell'anno lySz non fé ne fiano fatti che foli tre . Ne è imputabile la cagione alla guerra fcoppiata tra quefto paefe, e T Inghilter- ra, la quale avendo arenata la navigazione refe perciò inutili i conduttori , ed indubitatamente fé la guerra fofTe terminata prima del principiò di queir anno vi farebbe ftato un accrefcimento di conduttori tanto per navi, che per cafe, come già è feguito nel prefente anno, in cui ne fono flati coftrutti in maggior numero degli anni precedenti. Le perfonc verfate nella fcienza delF elet- tricità fono pienamente convinte, che i condut- tori ben coftrutti devono garantire gli edifìc;, navi ec. dagli effetti del fulmine, di modo che fé vi fono fiate delle afferzioni contrarie non devono crederfi altrimenti, che promulgate da perfone idiote, e non verfate in quefla fcien^ e deflitute interamente di prove, e fondamen- to; giacché non v'è nave né cafa, che armata di conduttore abbia foffèrto il benché menoma danno dal fulmine. i »44 N. XIIL LETTERA DEL Signor CONSIGLIERE DE LA TOURETTE Segretario àelfAccad. K. delle Sciern^ di Lione AL Sic. Cavalicrb MARSILIO LANDRIANI. I O ho ritardato a rìfpondere alla lettera , dz cui voi mi avete onorato, perchè ho dovuto alpettare dei rifcontri che mi erano neceflarj. Se io voleffi darvi una rifpofta dett^Uata dovrei fcrivervi un volume. L'utilità dei pa- rafulmini non è più una verità rifervata ai icr« terati, poiché tanto nella Francia che nell'In- ghilterra è univerialmente riconofciuta • Franklin più fortunato , più ardito , e più celebre che Pro- meteo n è refo veramente padrone del fuoco ce- lere; e per il bene dell' umanità ^ la pratica noa 24J meno che la teoria hanno dimoftrata T utilità del conduttori. Ciò è atteflato da tutti i giornali, e fpecialmente dal giornale di Fifica; e ficcome i fatti fono molto più forti di tutti i ragiona- menti per convincere il pubblico, perciò credo che baderà di far prefcnte a'voftri concittadini che quaH tutte le Potenze dell'Europa hanno in- nalzato dei conduttori elettrici fopra i magaz- zini della polvere. Per limitarmi a ciò che riguarda la Fran-» eia comincierò dalla capitale, che è fiata una delle ultime Città ad adottare quefta pratica; ma da un anno in -qua fono (lati eretti diverfi conduttori. Il Sig. Ab. Bertbohn noftro concit- tadino è ftato il primo ad introdurli. Ve ne fono a Lione , a Di jon , a Semur , ed a Moncbard , nella Borgogna, a Valenza, a Bordeaux, ed altrove. Uno è (lato recentemente innalzato a Wo- mer nelle Fiandre , e alcuni altri fono Aati eretti nelle provincie vicine. Ecco ciò che poflb per ora rifcontrarvi • E* degno del voftro zelo , de' voftri lumi , e de* vollri talenti il cercare d' introdurre nella vo- flra Patria una pratica per tanto tempo com*- batmta dai pregiudizi e dall'ignoranza» q 3 '^- * 34^ N. XIV. LETTERA DEL SIC. CONTE DI BUFFON AL Sic. Cavaliere MARSILIO LANDB.IANI. Parigi dal Giardin» del Re li 8 Febbrajo 1784. N On vi ha alcuna cofa^ o Signore^ che da megUo dimoftrata nei fenomeni dell* elettricirà del potere e della forza de* conduttori ncll* at- traere e determinare il fluido elettrico quando effi fieno terminati in punte acutiffime. Egli è fu quefto principio, che i Fifici hanno penfato ad innalzare fopra le fabbriche dei conduttori o parafulmini , il di cui effetto fia per afforbire r elettricità atmosferica , fia per dirigere quella della terra, è fempre di determinare il loro in- contro od urto in modo che il colpo fulmineo 247 non percuota che un detcrminato luogo prolun- gando il conduttore. Pare che refpericnxa ab» bla finora confermato quelle ville • In quanto a me ho fatto innalzare un conduttore parafulmi- ne fulla fommità di una torre chinefe che oc- cupa il centro delle mie fabbriche a Montbanl^ e polTo ora dirvi di più che in quello momento fi erigono dei conduttori fopra i callelli del Louvre e delle Tuillerie. Io riceverò le vollre nuove opere, di cui mi parlate nell' ultima voflra , con moltiffima riconofcenza , t non dubito punto che quelle ab- biano a farmi altrettanto piacere quanto me ne hanno fatto quelle che mi avete già mandate e che abbia a trovarvi da per tutt6 il fifico inge* gnofo dotato della più fina penetrazione, e for* nito delle più valle cognizioni. Ho r onore di eflere con tutta la maggiora ilima e attaccamento Umilmo ed Obtmo Serv$f$re Il Conte di Buffon. 4 4 ,i» 5>r i: A TTO sT aa ■Saa Ih voro farebbe la fabbrica la più eminente che fofTe armata di un conduttore. Ma prima di entrare nei dettaglj neceffarj a quedo oggetto bifogna far conofcere la fltua* zione della Città di Strasbourg relativamente alle fue vicinanze , e dar quindi un* idea della forma e della corruzione della torre della fua cattedrale . Strasbourg è fituato nel mezzo di una pianura ad un' egual diftanza a un dipreffo delle montagne nere, e da quelle de' Vogefi , vale a dire a più di quattro leghe dal principio di que« ile montagne. Nello fpazio che vi è frappofto non vi fono che delle picciole colline pochiffimo elevate. I temporali che comunemente vengo* no fopra queAa città derivano da' Vogefi dove il formano dalla parte di S. O. e fono quindi fpinti verfo la città e la travedano andando al N. E.; ciò non oftante non di rado queftì vengono anche dal N. O. e dal S. E., anzi fi pretende che quefti ultimi fieno i più pericolofi • La torre della cattedrale che domina fuUa pianura e fopra tutte le fabbriche della Città ha 500 piedi d' elevazione . Perciò non deve più far meraviglia fé il fulmine sì frequentemente la per* cuota^ e la preferifca agli altri edifizj. Qiialche Tolta è ftata pocbiffimo danneggiata; ma il pia delle volte ha foffertQ de* danni notabili , e nel 1759 le niine Cono ftate pMifiderevoli giacché la loro nparaùone è coftata più di 100 mille feudi • Per parlare propriamente la torre non prin- cipia che dalla pianaforma la quale fi trova al difopra delle tre divifioni che in qualche modo formano la facciata di quello grand* edifizio • La torre è compofta di tre parti: la prima che è quadrata, e di una larghezza eguale tanto alT alto che al baffo , rìpo(à fulla piattaforma . £fla è fiancheggiata a ciafcuno de* fuoi angoli da una torretta traforata a giorno, la quale con- tiene una fcala a chiocciola per montare fino «Ila fommità di quefta torre. La feconda che è ottangolare fi inalza al difopra della prima ed ila una forma piramidale. Efla è compofta di otto piccole fcale a giorno e fatte a lumaca fimili alla prima e che formano quindi otto fi/e di picciole torrette . La terza finalmente che vi {la al difopra abbraccia una piccola parte: quel- la che è fi*a la piramide e la corona la lanter- na e la croce formontata da una pietra onan- golare che chiamafl il bottone della torre , e che forma la cima della medefima* Ora è ncccffano di faperc che quefta tor« re è tutta formata di pietre legate aflieme da un'immcnfa quantità di ferri, e che eflendo ici' rutta la fua elevazione traforata a giorno, efla è per ogni parte tagliata da sbarre di ferro per- pendicolari e tranfverfali che fono appreflb a po- co di livello colla pietra in tutti i piani ede- riori delle facciate della torre. Oltre a quefte sbarre vifibili le pietre fono altresì riunite da alcuni ramponi interni dimodoché quefte sbarre e quefti ramponi terminano tutti da ogni parte nella pietra e formano una ferie di piccioli con- duttori di ferro ifolati e feparati gli uni dagli altri • Da tutto ciò facilmente fi comprenderà che il fulmine deve frequentemente colpire queir e- difizio, e che Tefplofìone della materia fulminea deve farfi ne' diverti luoghi dove il di lei paf- faggio, e movimento fono impediti. Dopo quefti neceflar) preliminari veniamo alla memoria del Sig. Batbier. Due fono i punti neceflfari da confiderarfi nello Aabilire un conduttore affine di prefervard una fabbrica, la maniera, cioè con cui termina peir aria ed il modo con cui comunicano fra fero k sbarre per trafinettere fino alla terra la maceria falminea. Eiàmioiamo la memoria del Sìg» BéMrtier relanvamence a qaeftì dne ar- ticoli . Non è più in qneftione fra i Fifid la for- ma più opportuna per i conduttori • Invano il Sig. Wilfon colle fue fperienze equivoche ha voluto fpargcre dei timori fopra i conduttori che terminano in punta . La delegazione della Società Reale di Londra ha dichiarato che non li doveva fiire alcuna mutazione ai conduttori pofti fui magazzini di Purfleet e fi fono lafciati quali erano prima armati di punte acutiffime. U Sig. Barbiet non ha tralafciato di preferire quefta forma. Egli dunque propone di fiabilire filila pie- tra ottangolare oflia fui bottone della torre una punta di ferro alta cinque o fei piedi quanto più fia poffibile acuta, e dorata alla fua eftre- mità acciò non abbia ad irrugginire. Ciò flabilito rimane a vedere come egli abbia penfato a trafmettere dall'alto al baffo la materia fulminante. Ora per quello oggetto fi affacciano diverfe difficoltà che non fono co- muni agli altri edificj e fono la forma della ^S3 torre y la Tua elevazione y e foprattutto la quantità. del ferro che entra nella Tua corruzione : poiché è fommamente neceflfario che quefto ferro noti fia colpito dalla materia fulminante affinchè non abbiano a fopravvenire degli accidenti funefti. Il Sig. Bartier ha penfato a difporre il fuo conduttore in modo di prevenire quelli fu- nefti effetti, e condotto dall'ottimo principio che in cafi Amili è meglio peccare per un eccef- fo di cautele che di mancanza, il Sig. Barbiet le ha portate fino allo fcrupolo. ElTendo folidamente fituata la punta fopra il bottone della torre fi devono fare al bailo della pietra due fpecie d'orecchie a ciafcuna delle quali fi attaccherà una verga di fèrro groffa die- ci o dodici linee • Ognuna di quefte verghe fcenderà efteriormente paflTando fopra uno de* bracci della croce, Tuna fopra quello che è al S. O. l'altra fopra quello che è al N. E. Si è preferito di farli paflfare da quelli due lati e particolarmente il primo poiché da quefta parte per lo più vengono i temporali. Le verghe dovranno in feguito paflfare difcen- dendo fopra la lanterna, e la corona, e fi uni- canno ad un coUaro di verghe di ferro che do« 154 Yrà fituarìì al difopra della parte che è fra quefta corona e la fommità della piramide ot-- ^angolare • Da quefto collaro partiranno quattro ver- ghe di ferro di mezzo pollice di diametro le quali difcenderanno efteriormente ciafcuna negli intervalli che fono fra le fcale della pirami- de e che corrifpondono al difotto alle quatti*o torrette « Quefte verghe ù piegheranno all' infuori af- fine di poter difcendere efteriormente lungo b parte più fporgente di quefte torrette , e che ap- partiene alla parte quadrata della torre che fta ibpra la piattaforma. Siccome fra la croce e le torrette vi è una diftanza di 150 piedi, il Sig. Baròier propone di iituare fopra ciafcuna di effe e fopra gli angoli efte- riori delle punte metalliche , che fi poflbno chia« mare fecondarie , alte ciafcuna cinque o fei piedi , terminanti in una punta di rame dorato e incli- nate di 25 o 30 gradi. Quefte verghe devono perfettamente comunicare colle verghe discenden- ti. L'ufficio di quefte punte à di attraere la materia fulminea nel cafo che quefta venga fca- gliata nell'intervallo fra la croce e le torrette» a?? Simili punte dovranno cflerc pofte al medefimo effetto a ciafcuno degli angoli della piattaforma, e dovranno colla ftefla precifìone comunicare af« fieme per mezzo di una vergha di ferro , che cir- conda la circonferenza, e con cui fi faranno comunicare le quattro verghe che fcendono dal« le torrette. Si farà che partano a^li angoli edemi da quefta fpecie di collaro che circonda in parte la pianaforma due verghe di ferro , le quali fcenderanno fino a una loggia , che ha un terzo circa della diftanza che è fra la piattaforma ed il pavimento della chiefa, e che gira tutto air intorno . Si fitueranno ai quattro angoli di quefta loggia quattro sbarre inclinate terminanti in pun-* ta . Ognuna di quefte sbarre , non meno che le verghe difcendenti , dovranno comunicare con un collaro che efteriormente circonderà la loggia all' altezza della balaudra. Finalmente quefta collaro dovrà ampiamente comunicare col rame che cuopre il tetto della travata della chiefa; e le eftremità di quefto collaro dovranno eflere bene unite con viti e per rendere la loro unio- ne più perfetta fi interporranno delle foglie di ■ . "* 1^6 piombo. Per terminare qaefto coaduttore non rcfia che fare una comunicazione fra eflb e Tin* teriorc della terra • Ecco il partito che ha prefb il Sig. BsfUer. Si i gii veduto che il tetto della navata è coperto di rame.^Quefto tetto è contiguo ad una fpecie di cupola ottangolare, eflfa pure co* perta di metallo e che è immediatamente al di« fopra del mezzo del coro.^ Quella cupola è ab« baflb circoudan da una loggia di pietra ^ e precifamente al livello della medefima fono le fommità dei tre tetti coperti effi pure di me- tallo. Il Sig. Bsrbier propone di fare una per« fetta comunicazione fra quefti tre tetti ed il metallo della cupola* Ciò era tanto più ne- ceflario quanto che la comunicazione colla ter- ra umida deve farfi per mezzo di quefti tetti ^ che effi portano delle piramidi molto ele- vate coperte da un metallo continuato e co- municante con quello di cui i tetti fono coper- ti. Finalmente quefte piramidi fono terminate da punte metalliche attiffime ad attraero H ful- mine delle nubi temporalefche provenienti dal- TE.; poiché effe dominan tutte le fabbriche delia Città che fono da quqfta parte • Giù*» M7 fiifica pienamente quefta precauzione il faper che quefte parti fono (late già più di una volta colpite dal fulmine. Il Sig« Barbier per un fo- prappiù di cautela propone di armare quelle diverfe parti metalliche di punte acutiffime, e quella precauzione è giuftificata dalla grande diftanza che vi è fra quella parte della chiefa, e la torre. Alcune tefe al difotto di quelli due tetti che cuoprono le due entrate e in una direzione perpendicolare trovali da una parte il tetto della cappella di S. Lorenzo, e dall* altra quello di un'altra cappella di contro al Vefcovado. Da uno di quelli tetti all'altro difcende da ciafcun lato una grondaja di piombo, che ferve a fcaricare le acque, le di cui ellremità fono pochiffimo dillanti da ciafcuno di quelli tetti • Il Sig. Bar-* bier approfitta di quella grondaja per fare una comunicazione unendo affieme le due ellremità coi due tetti. Vicino alP angolo della cappella verfo il Vefcovado evvi un pozzo, in cui egli fa di- fcendere il conduttore e fi ferve di un canale di piombo che dal tetto fcende fino al pianter-i reno riunendolo al tetto com^ ha fatto fuperiojv 2s8 mente. Affine di ftabilire una doppia comunica* zione egli fa difcendere una verga di ferro, ed ambedue quefti conduuori fono verfo terra riu* niti per mezzo di una verga di ferro grofTa un buon pollice , la quale fcende nel pozzo e pene- tra un piede circa nel fondo del medefìmo. Piò che fufficiente per una fabbrica ordi« naria farebbe quefla comunicazione coli* acqua , ma ftante la notabile elevazione della torre che Tefpone a ricevere una gran copia di materia fulminante, il Sig. Barbìer configlia di fare un altra comunicazione (imile alla prima della par- te della cappella di S. Lorenzo facendo comuni- care il tetto di quefta cappella coli' acqua d'un pozzo, che evvi da quefta parte. Tali fono le difpofizioni e Tinfieme delle di- verfc parti che devono comporre il condunore che il Sig. Barbier di Tinan propone per la torre della Catterlrale di Strasbourg. Noi l'ab- biamo defcritto efartamenre cominciando dalia punta (ituata falla fommità della torre fino ali* altra eftremità della chiefa e da quefta lino ai pozzi nei quali il conduttore deve terminare. ( Qiil i Signori Accademici delegati parlano del modo che propone ìÌ Sig. Barbiet per unire ** ftffieme le di verfe pani del conduttore • Siccome tuttociò è conforme a quanto fi è detto nella memoria, perciò fi ommette. ) Noi concludiamo che la corruzione del conduttore con cui il Sig. Barbier intende di armare la Cattedrale di Strasbourg à pienamente conforme ai principi che ci fornifcono le fpe- xienze , le ofiervazioni , e la teoria , e che è d^ defiderarfi che il fuo progetto fia efeguito , e che una fabbrica cotanto elevata e curiofa quanto è la torre di Strasbourg fia da qui in avanti di- fefa dagli infulti del fulmine. Finalmente noi defideriamo che quefta torre armata di un con- duttore divenga un efempio per tutto il Re- gno che a poco a poco incoraggirà una difefa che tutte le oflervazioni che finora abbiamo, fembrano dichiarare fommamente utile e van- -taggiofa. Noi non poflìamo tralafciare , giacché fiamo fu di quefto particolare, di far oflfervare i pro- grefli che da 15 anni in qua hanno fatto le Fifiche nella Francia; poiché prima di queft'e- poca era talmente fcarfo il numero delle perfonc illuminate fu quefto particolare che fi parlava e il fcriveva contro i conduttori dichiarandoli co« r z me più atti ad attirare il fulmine fopra una cala che a prefervarla. DalTAocad. deUe Scienze ra Maggio 1780. Seg»sì0 Le Roi , B. Franklin • Io attefto che il prefente eftratto è con- Ibnne ali* originale , e al giudizio dell'Accademia. Addi la Maggio 1780. Segmato Marchese Di Conoorcet» \ I «. j zóx N. XVI. RELAZIONE MANDATA DAL SIC. ACHARD Direttore della ci affé Tifica del? A ce ad. Reale delle Scienze di Berlino ec. ec. AL Sic. Cavaliere MARSILIO LANDRIANI- Crofs Glogau nella Slefta addì 7 Maggio ijZli A Lle ore fette della fera alzofii un tempo- rale dalla pane dell' occidente ^ ed avvicinoffi al magazzino della polvere n. 5 (imato fu di una eminenza che viene chiamata Galgenberg. Si vide un forte lampo dopo il quale fcoppiò fu- bito il fulmine. La fentinella che (lava al ma* gazzino fu del tutto sbalordita ^ e redo prihra r 3 ^ podU oao cr« ia finuoe; ma avvtcina- n£ a 'Ofcft «■ pacac i a ga i ma a nella Tua idea, e £ Bcai'ikro S srndcy fe non che il fil- Buae A we^A eficr cadou Iboc|o la flanga di fato od peno. Tano cìl> ci fi creder che il fitenc fii Èato noho forre . QucHo pozzo ha enea 15 pitfi £ pi ofeodità, il (bo dtamerro è di 4 preài, ed k> 5 {Medi d'act^ua. Dopo mu riceTca molco efàna &na per co- mando fpectale da due Ufficiali d'artiglieria non fi è trovato che né b flanga , ni V armatura abbtaao IbSèrto alcun danno . Che il rapporto della rentineUa del n. 4 fa flato giuflo , e che fta Icmbrato c^e rutta 1* armatura abbrucialTe lo attcHano alcuni uomini che avevano trava- gliato intorno alla fotrezza, e che davano fot- ro la pona dell'ofteria, cosi detta, della Ftrc4 Gulgm Schemke che era difcoJla dal magazzino n. 5 circa 250 paffi. Quefti afferirono concor» demente che elfi avevano veduto fortirc il fuo- co dalle nubi , ma che aveva prero U direzione full'alra punta, e che era loro fembrato conif i z6o^ fé tutta r armatura divampafle^ .di modo che al primo fpavento avevano fubito gridato fuoco « Che eifi abbiano potuto giuftamente oflervare, lo dimoftra la fituazione deirofteria, così detta, della Forca Galgen Schenke fituata verfo il con- duttore del magazzino n. 5^ potendo efli dalla porta, fotto cui flavano, vedere per davanti il fuddetto conduttore. 1*4 ■j-t^^^L *<■- -: •- •*- ■!— ini I »n I -'««sr . *• 2^4 N. XVIL LETTERA DEL SION OR. DON PIETRO MOSCATI J5. Profejfare di Chimica e Chirurgia ce. ect AL Sic. Cavaliere MARSILIO LANDRIANI. Illustrissimo Signore ED Amico Stimatissimo. o Ccupato utilmente a dare la ftorìa degli elettrici conduttori per pubblica irruzione e tran* quillità, ella mi onora di chiedermi alcune no- tizie di quello che io ho poflo, e mantenuto per alcuni anni in Pavia , mentre ero pubblico Profeflbre d'Anatomia in quella rifpettabile Uni- verfità • Le dirò dunque in fuccinto , che mofTo i5y dalla fama delle ofTervazioni del celebre P. Bec^ caria j nel 17^5 intraprefi di erigere un con- duttore , non folo per garantire dal fulmine la cafa dov'era alloggiato, ma per oflervare in grande i fenomeni dell' atmosferica elettricità : quindi full' alta torre del Collegio Ghislieri in*» nalzai un trave che portava una colonna di ve- tro folida affai robufta, e fopra efla pofi uà largo conico cappello di latta terminato in lun- ga punta di ferro: al cappello attaccai un filo di ferro, che attraverfando la grande piazza di quel Collegio entrava poi nel piano fuperiore di una torre poda nel recinto del Collegio Ca- ftigliòni dove allora abitavo • Di là il filo bene ifolato con vetri e feta fcendeva nella mia danza * dove era difpoflo tutto l'apparato neceflario alle mie ofierv azioni : quindi due fili fcaricatori fcen<* de vano, aggrappandofi a molti ferri del fabbri- cato ncll' umido terreno del giardino profonda- mente fepolti : quefti fili di falute erano fpefib diftaccati dal filo aereo ad ufo d' efperienze • Quando però io non era in cafa, o iiì città il filo aereo era fempre continuato fino a terra per evitare i poffibili accidenti , ficcome diflfatti mi è fempre felicemente rìufcito per 5 anni continui Ifc^^- «,^^. •• -ik. >- *-''" ■ ■» " -rìàir*- -1 iM^" **5^ ±66 che ve rho tenuto, cioè fino alTanno 1770. Egli è inutile che io le dica il rumore, e le molte querimonie che fi fecero comro qaefto, allora fra noi mal conofciuto tentativo ; ma me* fita ficuramente elogio e grata ricordanza il bnon fenfo e la filofc^ca fermezza dei rifpetta- bili Signori Renori dei due Collegf che lèppe refiftere alle declamazioni e fàtire popcJarì • Ora coir opera di quefto affai lungo ed alto condut- tore mi e venuto fatto di oflervare principale» snente i fenomeni feguenti# L In quafi tutti i temporali che davano elettricità pofitiva, ne^ quali cioè le nubi erano elettriche per ecceflb : dopo ogni tuono V eler* frìcitì cambiava per un momento diventando negativa : quindi dopo poco tempo e molte volte appena qualche minuto fecondo Telettrio cita tornava pofitiva. II. Nella maggior parte dei temporali ho ofTervato il fine diverfo dal principio ; cioè fé r elettricità era da principio pofiriva o per ec- ceffo, nel finire del temporale effa trovavafi ne- gativa, o per difetto. Qucfta ofTervazione fof- iriva di tempo in tempo delle eccezioni , ma pure facendo la fpmma de' temporali offervati - rfV^ ^.^^^ iti cinque anni nel maggio|r numero cflervai la fuddetta alternativa. III. Quando teneva fiaccato per un palmo il filo aereo dai fili di falute ^ ed al fine del primo attaccava dei fili difcretamente grofli di ferro , di rame , d* ottone ec. il torrente fulmi- neo nell'alto di fcaricarfi con forte fcoppio fo* pra un piatto grande di flagno al quale erano attaccati i fili di falute gettava dalle vicinanze della punta dei pezzetti piccioliflimi di metallo infuocato e di colore divedo fecondo la divcr-* fità del metallo componente 1* ultimo filo fcari* catore, ed inoltre faceva fullo ftagno quelle lar-> ghe macchie radiate delle quali poi ha parlato il Sig. LiSlemberg. IV. Avendo una volta poflo un bicchiere pieno d* acqua fui piatto di flagno unito ai fili di falute , e fatta cadere fui bicchiere Teftremità del filo aereo alla diftanza di qualche pollice dall' acqua, il torrente fulmineo in un tuono fi fca* gli<^ cori un rumore affai forte nel bicchiere^ difperfe molta acqua e ruppe il fondo del me- defimo per paffare al metallo fcaricatore . Nelf at- to fteflb che fcoppiJ> il colpo elettrico io che ero difcoflo per più che due palmi dall* appara* to, fenza toccare alcun metallo che vi comuni* cafle ricevetti una fone fcofla che mi fi comu- nica per tuno il corpo. Un fenomeno non dif- fimile accadde una volta ad alcuni collegiali che in un giorno di temporale impetuofo, e verti- cale , benché in diftanza di molte braccia dalT aerea catena , appoggiati alli ferri del balcone; poiché nello fcarìcarfi che fece con gagliardifli* mo tuono un fulmine nella mia catena , effi ri- cevettero una forte fcofla, perchè i ferri , ai quali erano efli appoggiati fi caricarono di una porzione del torrente non aflbrfaito tutto dalla catena, e (coflero i loro corpi meno deferenti del metallo. E che poi i corpi degli animali fieno poco deferenti dell* elettricitii , me ne (bno accertato più volte con un facile fperimento • Alla catena aerea attaccava una rana viva bene afciugata, la tenevo con una mano mentre la catena era carica, quindi coU' altra avvicinava un ferro comunicante coi fili di falute alla ca- tena al difopra della terra , e vedevo la catena fcintiUare, ciò che non farebbe accaduto fé il corpo della rana fofle fiato buon deferente del fluido elettrico ; anzi nel ripetere quefte fperien- ze con altri animali mi è fembrato fenomeno > z6p quafi coftante, che. gli animali a fangue freddo fieno conduttori più imperfetti del fluido elet- trico di quello fienlo gli animali a fangue caldo • V. Attorno alla catena aerea nel!' inverno Angolarmente nei tempi molto freddi ^quando foffia la tramontana , e vi è nebbia avanti il levar del Sole fi forma una belliffima ed alta vegetazione elettrica fimile alla neve j di cui le ho parlato altra volta trattando Angolarmente delle vegetazioni elettriche (*). VI. Non poflb ommetiere un accidente affai pericolofo che mi avvenne net Maggio delFanno 17^5 poco dopo aver meffo in opera il mio con-« duttore . Venne all'aurora un temporale affai forte del quale un tuono mi rifvegliò. Era quefta la prima occafione di offervare fé V apparatq foffe flato ben fatto , ed era la catena fiaccata dai fili di falute. Appena fvegliato dal tuono , ed impaziente di vedere fé la catena fcintillava prefi un coltello che era Ail tavolino e Tappli^^ (♦) Veggafi la lettera del R. Prof. D. Pietro Mo/i Cèti al Sìg. Cavaliere D. Mar/ilio Landriani Cbpr^i alcune nuove vegetazioni elettriche inferiu negli Opufcolì Scehi Tom* IV. pag. 410, cai air aereo conduttote con una mano, eflendo coir altra appellato al tavolino che reggeva i fili fcaricatori. Quello che m'accadefle in quel monvento io non lo fo perchè perdetti Tufo dei lenfi 9 e dopo notabile tempo che non potrei precifamente aflegnare mi trovai ftefo fui pavi« mento col coltello difcofto da me per alcuni pafli anch' eflb in terra • Al primo fvegliarmi ientii un graviifimo dolore in ambi i cordoni dei nervi bracchiali fotto le afcelte , il quale benché Tempre diminuendo mi durò per alcune fettimane 9 e mi lafciò per ben due anni una fen- làzione incomoda 9 e diftinriffima (^ni qual voi* ta o faceva temporale o pafTavano fopra noi delle nubi temporalefche molto elettriche fia per cece(ro9 fia per difetto^ Mi rimafe ancora per qualche giorno dopo la ricevuta fcoffa con tremore interno come con- vulfìvo, il quale fi dileguò fenz^ bifogno d*al* cun prcfidio d*arte medica 9 e fenza che mi ac- corgeffi d* alcuna alterazione nelle facoltà dell* unimo, o nelle forze mufcolari. Io non ebbi allora T avvertenza di toccarmi il polio dopo rinvenuto 9 e nemmeno d'offervare fé l'elettri- cità foffe pofitiva, o negativa 9 perchè la vio- 271 lenza dell' efperimento troppo eroico fconcenò alquanto la mìa logica fperimentale , e mi con* tentai di ricavare due confeguenze che mi par- vero evidenti; una cioè che egli era neceflario d'eflère più cauto per non entrare nel numero dei maniri dell' elettricità atmosferica , V altra che del fluido elettrico i nervi fono fra le fo^ Aanze animali i migliori conduttori , e che effa pafTandovi attraverfo in molta copia gli inftu- pidifce, e toglie loro la fenfìbilità» DiiTatti io caddi ti-amortito, fenza (èntir dolore ^ e fenza che un torrente di fuoco' rarefacendo i' aria mi avefle fofpefa, (iccome accade alcune volte, la refpirazione ; paflata la prima violenta azione deir elettrico torrente io fentii la più forte im- preflìone nel cordone de'nervi bracchiali, perchè il fulmine attraversò le mie braccia per ifcari- carfi nei fili di falute , e la impreffione in e(fi nervi mi durò per molto tempo , mentre il tremor mufcolare fi diflipò affai pretto . Al- quanto più difficile ad ifpiegarfi febbene inco« modamente vero fi è il fenomeno di ritornare il dolore ogni volta che faceva temporale : ciò che però non è nuovo, poiché vi fono cfempj di chi elfendo ftato fcoflb da un fulmine cada*» 17» togli vicino diventava epilepcìco ogni volta che tuonava , ed io opino che quel mal effere ac« calato da alcune peiiboe per lo più delicate , e fquifitamente fenfibili che fuolfi comunemente ^ o deridere 9 o definire un panico puerile timo- re fia veramente una fifica impreflione del flui- do elettrico fopra il fiAema nerveo delle perfo« ne foggette a qnrfto incomodo , o per dir me- glio a quefta matattia : ed il rinchiuderfi quafi macchinalmente che quefte perfone fanno e Io ilare al buio, ed il rannichiarfi coperte ed im- mobili finché dura il temporale non potrcbber* eglino eflere fifici veri rimed) infégnati dall' iftinto naturale perchè in tal modo fentiflero meno V azione incomoda dell' elettricità ? Ma perchè affai poche fono le pedone foggette ^ quella malattia , perchè fono per lo più delicate e convulfionarie , perciò fi fiiole piuttofto ere* dere debolezza di fpirito che un fifico male. Io ho efpofti quelli pochi fenomeni da me olTervati intorno all' atmosferica elettricità per rifpondere alla gentile di lei petizione. V ho fatto colla ppflìbile brevità per non occupare un maggiore fpazio in un libro deftinato alla pubblica iUrqzione^ qiundi n^celTqriainente non vo- ^— » é ^73 voluminofo) ed ho evitato di paragonare le mie colle altrui oiTervazioni fopra lo fteiTo argomen» co, perchè né ho tempo né intendo di fcrivere una differtazione , ma un femplice dorico rac- conto di alcuni fatti. Frattanto una fola cofa mi rimane d' aggiungere , cioè che fommando le oiTervazioni di tutti i temporali accaduti in cinque anni a Pavia dovrei inferire che i peg- giori e più forti, e que' che portano grandine fogliono eflere con elettricità negativa nelle nu- vole; almeno tali furono quelli che io oflervai in Pavia dalFanno 17^5 al 1770. Ho T onore di dichiararmi colla folita diftinta ftima , ed amicizia . Milano addì z Marzo 1784, Divino Obbimo Servitore Pietro Moscati < 174 N. XVIII. LETTERA DEL SIC. DE SAUSSURE AGLI Autori pel Giornale di Parigi, SIGNORI M Olte co(b vi fono tanto nelle Scienze che nelle Arri , il cui merito principale è la novità ^ e la facilità di pubblicarle al momento che (bno ftate immaginate forma uno de' principali van- taggi del voftro Giornale • . Per molto tempo e più di una volta fi è parlato dell* elettricità naturale dell'uomo e de- gli altri animali • Ma non fo che alcuno con if- perienze dirette e precife abbia dimoftrato che i movimenti naturali dell'uomo producono conti- nuamente dell' elettricità per modo y che una per- fona , che cammini o che in qualunque maniera ggifca, è continuamente elettrizzata* Slono già otto o dieci anni che io me ne %7S fono accorto 9 ma io non aveva allora aleuti elettrometro baftevolmente fenfibile per otte- nere quel grado di evidenza e di cenezza che io defidero che abbiano le mie fperienze avanti di pubblicairle (*) • Siccome V elettricità fi eccita per mezzo del movimento, perciò affinchè di«* venga fenfibile Quella deli' uomo, è neceffario che egli fi dia del movimento, che paffeggi alT aria aperta o nella flanza, ^ che dopo falga fo« pra un qualche ifolatore, ed applichi nello fleflb momento la fua mano all'elettrometro. Si ve* drà allora che nello fleffo iftante o qualche mo- mento dopo le palle dell' elettrometro diverran* no divergenti allontanandofi di una due ed an- che tre linee, e fi potrà eziandio coli' accollare un picciol tubo di vetro o un b^one di cera di fpagna elettrizzato riconofcere fé la ripulfio- ne delle palle fia prodotta o da una rarefazione p da pna <:ondenfazione del fluido elettrico , L'elettricità che io ho avuta è fiata ora pofitiva ed ora negativa, fenza aver mtai potu- to accertarmi della cagione di quelle variazioni • (*) Dirò alla fine d} qneflo articolo qnalchf fofa di qacft' elettrometro • s ^ I Alcuna volta ancora mi è accaduto di vedere le palle fucceffivamente allontanare e riuniWi, nel mentre che io eflendo ifokto faceva dei gran movimenti , tenendo però Tempre una mano applicata ali* elettrometro • Se per efempio dopo eflermi curvato io mi rialzava brufcamente , ve- deva tofto che le palle fi allontanavano ad una diftanza notabile e fi riunivano quafi nello fteflb iftante , a meno che iq ritiraf& la mano neli* atto che effe erano divergenti, poiché allora con- tinuavano in quefta fituazione, e la loro elettri- cità ttovavafi allora negativa. L* elettricità che in quefte fperìenze fi ma- nifefta fembra evidentemente prodotta dallo sfre- gamento del corpo contro il veftito che lo ri- copre; anche il (blo moto della refpirazione ò fufficiente per eccitare alcun poco d* elettricità , poiché anche allpr quando fi fta fuUo fgabello ifolato nel ripofo il più perfetto che può aver un effere vivente, tenendo per qualche tempo la mano appoggiata fopra yn condenfatore co- ftrutto fecondo i princip) del Sig. ^ pò nelle Indie orientali. Egli mi raccontava che un giocolatore indiano dopo aver fatti di* verfi giuochi forprendenti fini per dire che per provare che egli aveva una forza fovrannaiurale, egli avrebbe, qualora lo aveffero defideraro, fatta cadere il fulmine fopra un albero che era a vi- SiA del luogo dove egli faceva i fuoi giuochi) e che al momento die fa accettata^ quefìa (iié propofizione il fulminei cadde fu quell* albero ». Se il fatto è vero quefto giocolatore non faceva fenza dubbio quefta oflfertà che in occa-» fione di temporale ^ e che allora un uomo slao* ciav^ neir aria à uri dato fegnale o con un arcg ò con una fronda una freccia od una palla che feco traeva un filo metallico leccato all'os'aetto che fi voleva far percuotere. Egli avrebbe po- tuto rendere Io' ipèrfmerftò ancor -più forpren- aderite lafciaridò che glt fpettatóri fceglieflttÀ ^uclfoggctto cfee detìdcravaiio chtf fbflfe cplpi-^' to; a quefio" "effetto il filo metallico invece di ^yer QQata una delle fu^ eflricmiti ad un alber^ ^étetmmato dovrebbe eflejce totalmente ìfb^ $ Ai una lunghezza preflb a jppco eguale all^akezt za cui fi poteva slanciar la palla al difopra del- la fommità del più alto degli alberi , fra quali fi proponeva la fcelta. Nel momento del fe- gnale con cui fi farebbe ind'cato T albero, che bifognava [^èffllòtere ^ U palla slanciata nella fua direzione, feco traendo il filò conduttore ^ avrebbe fatto, che Inalbero farebbe fiato fulmi- nato nello fieffo momento in cui il filo mctsd^ lieo farebbe giunto vicino alla ibmmità^ .Se 284 f India h ftata la culla delle Scienze, ficcome fanti monumenti lo atteftano, anche le Scienze Fifiche devono ivi eflère ftate promofle al più alto grado di perfezione ; perchè dunque la teo- ria del fulmine non farà efla ftata conofciuta^ e la tradizione non avrà confervato alcuni fatti ^ che da quella derivano? (*) O Potrebbe nalcere in talono il fofpetto cfae ^Vlettricicà tyota negli fperimenci del Sig. de Sauf» fuft procedefle dallo sfregamento che fofire Taria neireflere velocemente attraverfata dalla palla me« fallica che egli slancia neiraria; ma il celebre Fi* fico Gioevrioo fi è aiCcorato che no qoalaoqae corpo knoflb velocemente nelF aria non eeci ta mai la me* tioma quantità di elettricità. Nota dell' £^ìr#f# • i8i I CATALOGO DEI CONDUTTORI ELETTRICI XRETTI NELLE DIVERSE PARTI DELL* EUROPA ^ E CHE SONO VENUTI ALLA NOTIZIA DEL CAV. LANDRIANI. S^h eji enim quem non moveant darijfimis monumentis ujiata confignataque. CU. de Divinatioae h. I^ JtL Careggiato delle RR. Seuok di Brera in------- Milano Gli Archivj pubblici di - * - - Milano La Cafa del Conte di Caflelbarco - Milano La Cafa del Conte Cav. D. Antonio Greppi -----^-- Milana La Cafa di Don Antonio de Tanzy Milano La Cafa dei Cav. D. Giacomo San-* nazari -------- Milano La Cafa d'abitazione del R. Profef- fore D, Pietro Mofcati - - - Milano La Cafa di D« Giufoppe Agnefi - :: Milani; La Cafa Jel Cav. Marfilìo Landriani MilaqQ U Magazzino della polvere iiel C^^ dello di -•---?- Milano La Chiefa e dipend. della Certofa di Garignano I Magazzini della polvere alla Cer- tofa di-------» Garignano La Cafa del Marchefe Bellifomi - - Pavia La Torre della Piazza grande di • Mantova La Cupola della Chiefa di S. Andrea Mantova La Torre della Lanterna a • r - Genova La Bafilica di Carignano - • • Genova La Cafa del March. Pàolo Saoli - Genova La Cafa del March. Agoftino Lo^ mellint- .-•..-- Qenova Lm Cafa di campagna del (uddetto Cavaliere a ----- . Pcgli La Cafa del March. Francefco Ma- ria Daria- .--••. Qenova 1^ Cafa di campagna del fuddeno Cavaliere a ----- - Pcgli La Cafa del medefimo a- r • - Ruarto X^ Cafa del mededmo a - - - - Stvona La Cafa del Marchefe Giaipbattifta Serra Principe di Gerace - - Genova la Cafa del March» Giulio Brignole Genova ^«7 J^a Cafa del March. Francefco Ma* ria Balbi -------- Genova La Cafa del March. Vincenzo Lo- mellini a Scftri di - - - -^ Ponente La Cafa del Marche Marcello Du* razzo a------r Cornigliano La Cafa del March. Gaetano Cam- biafo -----7-- Polceverii La Caf^ del Marchefe Vefpafiano Berio -------- Polccvera La Cafa del March. Giulio Spinola Albera Le due Cafe dei Marchefi Marana a Seftri di - - - • - - Ponente La Cafa del Sig. Pezzagni - - - Genova La Cafa del medefimo - - - .- Aibaro La Cafa del Sig. Gio. Battifla Mar- rone --.p.---» Albara Una Cafa di campagna a - - <- Jlappallo La Cafa del Sig. Bartolomeo Galera Genova La Cafa del Canonico Stefano Sciac* caluga- -----.. Quarto U Monaftero di Santa Marta delle Monache Benedettine - - «. Genova U Cfaiefa e Collegio de* PP. So- ^ mafchi • m « - .. (.. « Genovs z5tS U Confervatorio di Figlie della (ì- miglia Ficfchl . - y - - Genova La Chiefa Abbaziale di Santa Ma- ria in via lata della, fuddetta Famiglia . ^ . ^ • - • - Genova I^ Chiefa della Madonna della Guar- dia --•»---»-• Polccvera I^ Chiefa de* Canonici Regolari del Santiffimo Salvatore -i • -i Polccvera La refìdenza de* PP« delle Scuole Pie (*) Aibaro U Campanile di S. Marco in * -* Venezia U Campanile di S. Francefco della Vigna ----.-^- Venezia I Magazzini delb polvere di S. Cle- mente dÌT---«--- Venezia U Magazzino dell' Ifola di S. Gior- gio in Alga U Magazzino dell' Ifola del Lazze* retto vecchio (*) Sono (tato afRcarato che nell* edate Tcorfa in cui tutta V Italia è (lata infeOata da' fai/nini i quali hanno fatto dappertutto delle notabili ruine, nella Città di Genova il fulmine non ha colpito che duo o tre fabbriche lomanc dai conduttori « I j 28^ Il Magazzino dell* Ifola del Lazze* retto nuovo Il Magazzino deir Ifola della Certofa Il Magazzino dell* Ifola di S. Spirito v Il Magazzino fuori di Baflano La Cafa del Miniftro Britannico Sig, Strange --..-- Venezia La Cafa del N. U, Sig, Zen - - Venezia La Cafa del N. U. Sig. Gritti - - Venezia La Cafa del N. U, Sig, Dolfin- - Venezia La Cafa del N. U. Sig, Duodo - Venezia La Cafa del Dragoman Bellato- • Venezia La Cafa delSlg. Manfrin • - - Venezia La Cafa del Sig. Comifogln - - Venezia La Cafa del Sig. Giacomo Scaguler Venezia La Cafa di campagna d«llo fteflb fuori di --*---• Venezia La Cafa di campagna del Sig. Stran* gè--.--*--- Paefc Il Monaftero delle Monache Bene* dettine .---.^-» Padova L* Offervatorio delFUniverfità di - Padova La Cafa di campagna del N. U. Sig. Angelo Qucrini *. • . Altichiera La Cafa d^l Confole Pola • - « Barcon c 19<3 La Cafa del Stg. Negri * - • - La Cafa del N. U. Soranzo • • La Cafa dell* Ab. Zava a * - * La Cafa del Dragoman Sellato - La Cafa del N. U. Queriai * - La Cafa del N. U. Zen - • • - La Ca(à del Coofole Britannico - La Cafa del Sig. Doodo a Novema U Cafa del Sig. LovifeUo - - - La Torre del Caftel vecchio • - U Campanile della Chiefa di - - La Torre della Piazza di - - « La Cala dell* AL Felice Fontana • La Cafa del March. Scnator Ginori U Duomo di------- La Torre della Piazza di • • - I Magazzini della polvere in tutti gii Stati del Gran Duca di - La Cafa del Marchefe Silveftro Ar- nolfini - ..-••-- La Cafa del March, Gerolamo Lue* chefini - ..•--• La Cafa de* Cherici Regolari della Madre di Dio detti di S. Ma- ria Corte Landini - • • • Miiffolenta Sambughè Ceneda Merlengo Trcvifo Afolo Marocco Padovana Sambughè Verona Padomello Vicenza Mattonaia Siena Sien« Toicwi Lucca Lucca La Cafa de* Cherìci Regolari di S. Salvadore detti di S. Marta fuori porta Lucca Le Cafe di eftate e d'inverno del Marchefe Bonvifi • • - - Lucca La Cafa del March. Nicola Mon- tecattini ------- Luqca La Cafa del March* Gerolamo Pa- rcnfi - - ----.. Lucca Il Palazzo pubblico deUa Città di Lucca II Teatro pubblico ----- Lucca La Cafa del March. Silveftro Con- torni -------- Lucca La Cafa della Nob, Signora Palma Lucca La Cattedrale di - - - « • «• Lucca La Cafa del Marchefe Cefare An* driani -------- Lucca La Ca(à del March. Mazzarofa -* Lucca La Cafa del March. Francefco Bot« tini Lucca La Cafa dd March. Carlo Burlai macchi --*..-- Lucca La Ca& del Man:h.Bemardifio Ocfmi Lucca La Cafa del March. Giufeppe Otièttt Lucca La Cafa del March. Lorenzo Orfucci Lucoi 29^ La Cafa del Marchefe Guidiccione La Cafa del March. Giufeppe Tucci Il Cafino della polvere - - - . La Cafa del Marchefe Luccheflno Lucchefini {*) . - • • ^ La Chiefa della Sapienza di * • - La Cafa del Prof. Ab. Cavallo - - La Cafa del Duca di Sermoneta - La Cafa del Principe di Caramanìco U Camello dì Mafmo poco diftan* te da -•• L'Oflcrvatorio della Cafa del Sig. Dr. Lucci Lucca Lucca Lucca Roma Roma Roma Napoli Ivrea ■V— "i^ (*) Il Sig. March. Attilio Arnolfinì colciflìmo Cavaliere vancaggiofameote coopfciato nella Repob* blica X'Ctteraria, e che è (lato il primo a introdar- re in Lucca fua patria rafo dei conduttori , feri ve in nna Lettera in data di Bologna adcTi 24 Gen« najo 1784, che nella fcorfa edate nella campagna proffìma alla città fono caduti molti fulmini , ed hanno uccifo quattro perfone , e in Lucca non ri è ftato fegno di fulmini • Il Palazzo e S. Marino erano frequentemente colpiti dai fulmini, dopo il prefervativo dei conduttori quelle due fabbriche fono fiate rifpettate. ^9i Gian Francefco Gardini a S. Damiano preffo (*)---* Afti La Cafa dell* Avvocato Daneo a S. Damiano preflb - - • - Arti Il Convento di I|avefole vicino a S. Damiano La Cafa del Conte Traffano a - S* Damiana La Cafa del Conte della Bofca in - Alba La Cafa del Prof, de Sauflure - - Ginevra La Fabbrica delle Indiane del Sig. Fazi -•-*-*--- Ginevra I quattro Magazzini della polve- re di -------- Ginevra La Cafa di Campagna deirAudìto* re de Sauflure ----- Fontenefc La Cafa di campagna del Sig* Hu- bert - *-*--•- Cologny La Cafa di campagna del Sig. Tron- chin -------- Beflingc La Cafa di campagna del Sig. Bonnet Prefly ■ — -^ - ■ — •— — -^ (*) Lo flefro eh. Sig. Cardini mi ha fatto fapere che ne ha meflb fopra diverFe chiefe e campanili di S. Damiano , e che mai alcuna di quelle chiefe o campanili non fu percofla dal fulmine febbene foflero foliti ad effere colpiti • ^ 3 a94 La Cafa del Sig; MaOet alle • - Acqoff vive La Cafa di campagna del Sig. Mal- lec • - WiHeiic La Cafa di campagna del Sig. Pi- ' ftct -.•-...- Cirérgny n dfteUo di BoiCt Le dipendenze del fuddetto Caftdlo Boìfy La Caia di campagna del Sig. Ril* lict ....-..- Mkhgny La Cafa di campagna del Sig. Gai- latin .------- Pr^ny La Cafa di campagna del Sig. Baumont -••••- GranSaccmez La Caia di campagna del Sig. Jen- nings •-•-••-- Montbrillant La Cafa di campagna del Sig. Vol- taire ---.-.-• Ferney La Caia di campagna delSig.Trem- bley --...--- Saconex Tutti i Magazzini della polvere di Berna Tre fuUa piccob Città di - - - Paycme I Magazzini dei grani a • - - Tbalacker La Cafa Tha^arten a - - -- - Zurigo La Cafa detta del Bue . - - . Zurigo Le Torri della Cittadella di - - Zurigo La porta di corona di Kronenp- fort ----..... I baftioni vicini alla fuddetta porta La Cafa della Corona * . - - La Cafa della Montagna - - - La Ca(a del Giardino - - • - La Cafa del Sig. Efchcr a • - La Torre della Cattedrale di « - La TcMrre della Chiefa degli Orfa- nelli ----..-- II Magazzino de* grani • • - • Tre Cafe a Zeltereg vicino a • Due Cafe di Kreuzbiiel ne' con- torni di ------- La Cafa del Sig. Zeller Hirslan<* den ne* contorni di • • • La Cafa della Signora Hefs a £r- lenbac ne* contorni di - - La Cafa del Sig. Zeller a Balgrift ne* contorni di - - - - - La Cafa del Sig. Meifs a - * - La Cafa del Sig. Wirtz - • - - La Cafa di campagna del Sig. Schintz La Cafa di campagna del Sig. Efchcr U CaftcUo di - - • - ^ . . « 4 Zurigo Zurigo Zurigo Zurigo Zurigo Zurigo Zurigo Zurigo Zurìgo Zurìgo Zurigo Zurigo Zurigo Erlenbac Erlenbac Routel Wollishofe Kybourg 19^ Qjittr3 C«fc édU pkcob Cina di R^enspourg Li Chicia dii •«•••• Rickenback Li Chicfi di ----- • Schouflistorf La Ctàctz di (*)•-- • Nddeiweninguc Il Cailcllo dcUa Refidcnza del Re Varfavia La Biblioteca di S. M. - - « Varìàvia La Zecca di- ------ Varfavia La Biblioteca della RepubUka det- ta Z&lwski .•---- Varfavia La Caia del Prìncipe Jablooowsky Varfavia La Cafa della Prìncipeffa Potoska Varfavia Là Caù della Prìocipefla Lubo- mirska a •.-.-- Villanova La Cafa della medefima a - - - Moucataa In un Villacjio appartenente alla fuddetta •••---- Dowfifi O Avverte il eh, Sìg. Dr. Schìntz Segretario deli*AccacL di Zurìgo che non G loGogi di avermi mandata la nota di ratti i coodattori che fono nel Cantone di Znrigo , ma foltanto di quelli che fono venati a foa notizia, e mi aggiange in ooa fua lettera in data del i. Ottobre 178; che non oftante la quantità ftraordinaria dei temporali dell* anno fcorfo alcuna cafa non ha fofifcrto il piii piccolo danno. La Càfa di campagna della Con- tefla di Oginska nella Città di Seidlce La Cafa di campagna del Sig. Con* te di Muifzcck (*) - - . Demblia La Cafa di campagna della Prin* cipefla Sangusko - - - - Sciraano La Cafa di campagna della Prin* cipcffa Czartoryska . - * Radzimia Tutti i Magazzini della polvere di Berlino, e di tutti gli Stati di S. M. Prufliana. La Cafa del Profeflbre Kratzen- ftein a------- Copenagueii Il Campanile della Chiefa di Wilfter Holdeiii Le Fortezze di - - - - • - Rendsbourg Quelle di Gluckftadt I Magazzini della polvere negli Stati di S. M. il Re di Da- nimarca . La Cafa del Sig. Prof. Lifthemberg Goettingue (*) Per molti anni qoeda Cafa è (lata infenata dai fulmini . Neiraano fcorfo cinque fulmioi vi fono caduti fenza che abbiano cagionato il meno* mo danno* «9^ La Chiefa di - - . - • - Xe due Cafe del Margravio di Baden La Cafa di campagna di uà Ca- nonico di ----- - I Magazzini della polvere di - -• L*ArfenaIe di - - . . - - II Caftello Elettorale di - - - La Cafa del Barone diHobenhaufen La Cafa del Conte Riaucour - - La Cafa del Barone di Scurmfeder La Cafa del Conf. Elettorale Wolfter La Cafa del Cdlegio Feuchter - La Cafa del Banchiere Schnah - La Cafa dell' Accad. delle Scienze di Il Caftello Elettorale di - - - La Cappella Elettorale - - - - Due Magazzini della polvere di - La Cafa di campagna del Barone di Beckers ------ U Caftello del Gran Cacciatore Ba- rone di Hake - - - - - La Cafa del Sig. Lorck - - - Ia Chiefa Cattolica di - - - * Quella dei Calvinifti di - - - La Torre della Città di - - - Mandecsloh Carlsruhe Treves Manheim Manheim Manheim Manheim Afanbeim Manheim Manheim Manheim Manheim Manheim Scbwezingan ScbweiingM Eidelherg Mttsbach- Frippftatt Frankental Lamern Lanuta Lantem La Chicli Cattolica di • - - - Nicrftcin Il Caftclb Elettorale di • - - Dafrcldorf La Galleria delle Pitture di - • DulTeldorf La Scuderia e la^ Cavallerizza E- lettorale di - - - • - - DuflTeldorf I tre Magazzini della polvere di DulTeldotf La Cafa della Città di - ^ - - La Caia del Conte di Seiflel a - La Cafa dell' Ab. Franken a - - La Fortezza di - - - - • - I tre Magazzini della polvere di II Caftello Elenorale di - - - La Galleria dei quadri - - • - La Cafa del Conte d*Arco - - La Cafa degli Agoftiniani • - - Il Caftello e Palazzo Elettorale di Nimphembourg L'Abbazia de' Canonici Regolari dell'Ordine di S. Agoflino • Rotenbuck La Cafa degli ftefli Canonici a - Peiifenberg L'Abbazia di S. Blafìo nella - - Forefta nera La Chiefa Luterana di (*) - - - Bornheim Duffeldorf DuflTeldorf DuflTeldorf Juliers Julter^ Monaco Monaca Monaco Monaco (*) Mi fcrtve il tei. Sig. Ab* Hàmmer in uot Sul lettera in data degli 8 Ottobre 1783 Mìnheim p che qaefta Chiefii noa meno che quella di 11 Cartello del Duca diWirtemberg Là faa Scuderia ------ La fua Cucina -•..•-- Una Capanna da pecorajo * - <•> La refidenza del Duca - - - - La Cafa del Capitano Fifchcr - - La Cafa del Capitano Forminann Il Caflello del Duca di due Ponti a La fua Cucina ------ Lo Stanzone degli agrumi - • - La fua Stalla - - - - . - * Molte altre Fabbriche di S. A. S. a La Fagianaia di S. A. S. la Du- chcfTa Regnante di due Ponti La Cafa della BaronefTa di Efebeck Lo Stanzone degli agrumi della Med. La Cafa dell'Abate Jholcr - -* - La Cafa del B.irone di Efebek a 11 Cartello del Principe di Linange L»i Cafa del Barone di Stumrfeder a Hotietiheldl Hohenhcim Hoheabeim Hohenheim Stutgard Stutgard Bcrg Karlsberg Karlsbei^ Karlsberg Karlsberg Karlsbei^ Hombourg Homboui^ Hombourg Hombourg Due Ponti Jurkheim Dirmfleia erano prima frequentemente percofle e mo/riffimo danneggiate dal fulmine, dopo che fono (lare mu« Aite di conduttori , non hanno mai foffcrto il me<* nomo danno anche nei temporali più terribili» Il Cadello del fuddetto Barone a La Cafa del Sig. Wachtcr a - - Il Cartello del Conte di Weifer a La Chiefa Cattolica di - - - La Cafa del Sig. General Pellegrini Il Belvedere del Palazzo del Prin- cipe Eugenio - - - - - Un Mulino a vento - - - - Tutti i Magazzini della polvere degli Stati di S. M. 1. A. La Cafa del Prevoflo Antonio Marci a - - - - • - La Cafa di campagna delle LL. AA« ivlv* ---►•.*- La Cafa del Sig. Barbier di Tinan Una Cafa nella Città di - - •- Una Fabbrica di tele dipinte a • La Cafa dell* Intendenza ^ ^ • Una Cafa nelle vicinanze di - - La Cafa del Sig. Tardiron - -^ La Chiefa Collegiata di - •* - La Cafa del Sig. di Montbeillard Il Campanile della Chiefa del Ca^ pitolo dei Baroqi di Sangiufto La Chiefa dello Spedale di • - 301 Oppenweiler Ausbourg Lenterhaufen Eichtersheim Vienna Vienna Belfonte Pentzingea Bruffcllej Strasbourg Womer Colmar Orleans Orleans Valenza Semur Lione Lion^ 5oa Lt Ctfa del Sig. Rocfoit Negoziante La Ca(a del Sig. Viflèry de Bois Valle La Caft deir Accademia delle Scìen* 2C di -------- U Campanile della Chiefa di S. Fi- liberto .--•.--.- Il Campanile della Chiefa del Boui^ Il Caflello del Sig. Riveriere - - La Cafa del Prcfidenre di Morveau La Chiefa della Madonna di - -» La Cafa dell* Intendenza di « -• - La Cafa dell* Intendente di - - - Il Magazzino della polvere di - - La Cafa del Conce di BufFon - - La Cafa del Sig, di Chfiron - • •* La Cafa della Dàchefla di Ancenis II Monaflero delle Agoftiniane In- glcfi La Cafa de* Conti di Tcffé - - La Cafa della Conteffa di Teffé - La Cafa del Marefciallo di Biron La Cafa del Duca di Rochefoucault La Cafa del Marchefe de la Villette Il Caflello di Belleuve • . • . Lione SL Qmer Difon Dìjon Brefle Lione Di/oa Bordeaux Bordeaux Bordeaux Dijon MoDtbard Parigi Parigi Parigi Parigi Chanilofl Airìgi Parigi Parifé Parigi 30? II CaftcUo di Chantilly Il CaftcUo di NewiUe La Cafa del Sig. de la Regniere Parigi Il Caftello R. deao de la Muette Parigi Il Caftello detto delle Thuilerie - Parigi Tutti i Magazzi/ii della polvere degli Stati di S. M» Cattolica. La Cbiefa di S. Paolo di « - « * Londra La Chiefa di S, Giacomo . •- • Londra Il Palazzo della Regina « - » . Londra Il Caftello di Blenheim La Cafa d'Induftria- - . - - Heckingham Il Caftello di Chevening La Cafa del Sig. Fachs - - « Olanda La Cafa del Sig. Clifford ... Olanda La Cafa della Signora Clifford - Olanda La Cafa del Sig. Van Affedelft - Olanda La Cafa del Sig, Mevrouw Clif- ford ----.--- Olanda La Cafa del Sig« Hoogeudors - Olanda La Cafa del Sig. Van Troeftwyk Olanda Un Molino dell' Ammiraglità- - Olanda La Cafa del Sig. Beeldfnyder - - Olanda La Cafa del Sig. Gol - - - - Olanda La Cafa del Principe di Galli tzin Olanda La Cafa del Sig. Bnimings (i) - Olanda Gli Spedali di - - - - • - Hambur^o La Cafi della Citrà di « . • Hamburga La Banca di ------ - Hamburgo La Biblioteca di ----- • Hambui^o La Cafa degli Orfanelli di - - Hamburgo Tutre le Chiefe della Città di (i) Hamburgo Il Camello del Daca di «Saironia Hildbourghaufen Il Margravio di Ausbach ha fatto fituare dei conduttori fopra tutte le fabbriche pubb/icAe de' fuoi Srati. (i) Non ^veado potuto fapere in quali Città dell'Olanda fieno fìati eretti quefti coadnttori ha dovuto accennare foltanto la Provincia. (z) II Sig. D. Giacomo Greppi da aie interpel- lato fé alcuna delle Cale di Hamburgo munite di condutrori elettrici Ha (ìata danneggiata dal fulmine ebbe l'amicizia di rifpondermi che il fulmine noa ha mai arrecato il menomo danno alle cafe ar- mare di un tal falurare prefervativo che haipro pib viene adottato nella Città e nelle cafe di cam- pagna dalla maggior parte delle perfone beoeftanti» IL FINE. r 7à^J II,' ! Tliiill .. .Ili i.i.i'i ■■'-•- .A.ii/^*/i'^A£aè j 1 . ^ttmtr /*■ r^'" i